Eduard Vilde Muuseum
Tallinn
Roheline Aas, 3
WEB
Stefania Hepeisen
dal 16/5/2013 al 30/5/2013
merc-lun 11-18, chiuso martedi
WEB
Segnalato da

Adelinda Allegretti



 
calendario eventi  :: 




16/5/2013

Stefania Hepeisen

Eduard Vilde Muuseum, Tallinn

In un percorso intellettuale verso lo sviluppo in chiave contemporanea del genere della natura morta, il passo successivo e' la visione metafisica e surrealista.


comunicato stampa

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a cura di Adelinda Allegretti

La mostra è patrocinata dall'Ambasciata d'Italia in Tallinn.
È davvero un grande piacere per me presentare per la prima volta fuori dai confini nazionali una mostra personale di Stefania Hepeisen, artista milanese dalle straordinarie capacità pittoriche. E certamente Tallinn, in quanto parte di un territorio che da sempre porta avanti una tradizione figurativa di elevato spessore accademico, non poteva che sembrare ai miei occhi una sorta di naturale culla, pronta ad accogliere i primi passi fuori dal contesto natio, di un’artista che porta ben saldo il baluardo della “bella pittura” italiana.

Certo è che, ammirando le nature morte della Hepeisen, sarebbe impossibile e forse anche superficiale, non prendere le mosse da quel capolavoro assoluto che è la caravaggesca Canestra di frutta della Pinacoteca Ambrosiana, confronto imprescindibile per chiunque ancora oggi, nell’epoca digitale, scelga di portare avanti la sua ricerca verso tale genere pittorico. In Fine estate, Cesto con uva nera, melagrana e mela cotogna e Di notte l’intreccio della canestra si trasforma in una vera e propria citazione-omaggio al grande predecessore, ma al contempo tali opere vanno anche concepite come un punto di partenza verso una visione del genere della natura morta più squisitamente moderna. Conoscere il passato, quindi, per superarlo in un’ottica di contemporaneità.

Arriviamo così a Fiori di zucca. Adagiati in un piatto, delicati e trasparenti in alcuni punti, rendono alla perfezione l’idea, da sempre peraltro insita nel genere della natura morta, della Vanitas, ovvero della caducità della vita. Vanitas vanitatum, et omnia vanitas -«vanità delle vanità, e tutte le cose vanità»-, sono le parole con cui si apre il libro biblico dell’Ecclesiaste (1,2; ed anche 12,8). Un ammonimento a non lasciarsi vincere da ciò che è effimero, ovvero bellezza, giovinezza, ricchezza, ma ricercare piuttosto la vera essenza della vita, che è talmente breve, tanto che il giallo-arancio dei fiori di zucca è già stato intaccato nella sua freschezza, da non permettere all’uomo di sprecare tempo dietro ad inutili e vuote velleità.

In un percorso intellettuale verso lo sviluppo in chiave contemporanea del genere della natura morta, il passo successivo è dominato dalla possente presenza plastica di Distacco. Oltre all’innegabile virtuosismo tecnico, il sedano che galleggia nel cielo è bello e sacro come un’Assunzione della Vergine, cui però si aggiunge una visione metafisica e surrealista allo stesso tempo, degna di René Magritte. Il sedano come la mela, si potrebbe dire, ma anche il velo che ne avvolge il gambo richiama alla mente opere come Gli amanti, nelle sue molteplici versioni.

Ed arriviamo a quello che leggo come l’apice, nella ricerca artistica della Hepeisen, di distacco in chiave ironica e del tutto originale dal genere della natura morta: Balliamo. Un radicchio trevigiano che ormai, ben lontano da quel concetto originario di Vanitas, è più vivo che mai. Volteggia come una ballerina col suo tutù, è fresco, leggiadro, l’antitesi della natura morta. È il pensiero contemporaneo che prende forma, consapevole di uno straordinario passato che va comunque riconosciuto come tale ed assimilato per poi poter essere superato in una chiave di lettura, a noi uomini “moderni” più consona.
Adelinda Allegretti

Inaugurazione venerdì 17 maggio 2013 ore 18,30

Eduard Vilde Muuseum
Roheline Aas, 3 - Tallinn
Orari: mercoledì-lunedì 11-18; chiuso martedì

---english

curated by Adelinda Allegretti

Under the patronage of the Italian Embassy in Tallinn.
It is my great pleasure to introduce the first international solo exhibition of Stefania Hepeisen, a Milanese artist with extraordinary pictorial skills. Set in a region boasting a long figurative tradition with high academic standing, Tallinn was, in my view, a sort of natural cradle, ready to welcome the first international steps of an artist steadily holding the bulwark of the Italian “beautiful painting”.

To an admirer of Hepeisen’s still lifes, it would surely seem impossible and maybe even superficial, not to refer to the absolute masterpiece that is the Pinacoteca Ambrosiana’s Fruit Basket by Caravaggio. It is a necessary comparison for anyone choosing to research this pictorial genre even in a digital age like ours. In End of Summer (Fine estate), Basket with Red Grapes, Pomegranate and Quince (Cesto con uva nera, melagrana e mela cotogna) and At Night (Di notte), the wickerwork turns into a real citation-tribute to the great predecessor. At the same time, however, these works must also be conceived as the starting point of a more exquisitely modern vision of the still life genre. Thus, knowing the past is the key to overcoming it from a contemporary point of view.

We now reach Courgette Flowers (Fiori di zucca). Laid out on a plate, delicate and transparent in some points, they perfectly demonstrate the idea, already intrinsic to the still life genre, of Vanitas, that is the caducity of life. Vanitas vanitatum, et omnia vanitas - «vanity of vanities, and all is vanity» -, these are the opening lines of the Ecclesiastes book of the Bible (1, 2; and also 12,8). They are a warning not to be seduced by all that is ephemeral, like beauty, youth and riches, but to pursue the real essence of life. This is so brief that man cannot afford to waste his time chasing useless and empty ambitions, and so the freshness of the yellow-orange courgette flowers is already decaying.

In the intellectual journey towards a contemporary development of the still life genre, the following stage is dominated by the commanding plastic presence of Detachment (Distacco). On top of its undeniable technical brilliance, the figure of the celery floating in the air is as beautiful and sacred as an Assumption of the Virgin, though with an added metaphysical and surrealist dimension worth of René Magritte. The celery is the equivalent of the apple, one could say, as is the veil wrapped around the stem, echoing works like The lovers, in their various versions.
And now to the work that I view as the climax of Hepeisen’s artistic search, for its ironic and totally original detachment from the still life genre: Let’s dance (Balliamo). Far from the original concept of Vanitas, a Treviso radicchio is livelier than ever. It flutters like a ballerina in her tutu, it’s fresh, pretty, the opposite of a still life. It’s the contemporary thought taking shape, aware of an extraordinary past that must be acknowledged as such, and then absorbed, in order to be overcome through an interpretation more deeply resonating with us “modern” men.
Adelinda Allegretti
(transl. Francesca Cecchini)

Opening May 17th, 6.30 pm

Eduard Vilde Muuseum
Roheline Aas, 3 - Tallinn

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