Intersection. 2 artisti tra i maggiori esponenti delle avanguardie contemporanee che, senza ripetersi, senza mai inseguire mode, sono riusciti a rimanere coerenti nella sperimentazione, consolidando la personale pratica artistica sorreggendola sempre con un'adeguata consapevolezza teorica.
a cura di Valerio Dehò
Vito Acconci (1940) e Franco Vaccari (1936) sono due artisti tra i maggiori esponenti
delle avanguardie contemporanee che, senza mai ripetersi, senza mai inseguire mode,
sono riusciti a rimanere coerenti nella sperimentazione, consolidando la personale
pratica artistica senza trascurare di sorreggerla sempre con un’adeguata consapevo-
lezza teorica. Per la prima volta vengono riuniti insieme in una grande esposizione
che racchiude le tappe più significative del loro lavoro, dagli esordi ai nostri giorni,
mettendolo a confronto con le debite distanze, ma anche con gli elementi di comu-
nanza di percorso e di ricerca. I due artisti, pur non avendo avuto contatto diretto
tra loro, hanno sviluppato un percorso artistico parallelo, se pur diversificato, che
include la poesia visiva, le performances, la fotografia, la pellicola ed il video.
Fin dalla metà degli Anni Sessanta entrambi lavorano nella sperimentazione
della Poesia Visiva, allontanandosi dalle forme più comuni della rappresentazione
poetica del loro tempo. Negli Anni Settanta l’interesse dei due artisti si concentra
poi verso il coinvolgimento diretto del pubblico.
Acconci lo fa attraverso le sue
notissime performances legate alla dimensione del corpo usando quasi esclusiva-
mente piccole stanze o celle, zone ridotte come spazio dove si possa rappresentare il
proprio agire privato. Da allora l’opera di Acconci si caratterizza dal rischio e dalla
sofferenza e a mano a mano si fa coinvolgere completamente dalle azioni compor-
tamentali sconcertando il suo pubblico. A tal proposito è esplicativa la performance
Seed-bed, che si svolge nel 1972 alla galleria Sonnanbed di New York in cui l’artista si
masturba sotto il pavimento della galleria e il pubblico può ascoltarlo ma non veder-
lo. Nello stesso anno Franco Vaccari presenta alla Biennale di Venezia Esposizione
in tempo reale num.4, lascia una traccia fotografica del tuo passaggio installando
una cabina Fotomatic nella propria sala personale del padiglione veneziano, lasciata
completamente spoglia ad eccezione di una scritta in quattro lingue diverse posta
su una parete che invitava il visitatore a diventare parte dell’opera, facendosi una
fototessera per poi appenderla al muro.
Verso la metà degli anni Settanta Acconci abbandona le performances e realizza
delle installazioni spaziali, anche se la sua voce comunque è sempre presente per
creare una sorta di partecipazione comunitaria. Negli Anni Ottanta il suo interesse
dello spazio lo ha condotto a dar vita all’Acconci Studio, un gruppo di architetti che
con le loro proposte collaborano con l’artista alla realizzazione di progetti che pro-
pongono interventi di natura ambientale e architettonica, analizzando il concetto di
casa e ambiente.
Anche Vaccari realizza alcune opere che si possono ricondurre ad un interesse
architettonico. Nella cittadina di Bregenz, Austria è stato costruito un museo d’arte
moderna sul quale sovrasta la scritta: ‘kunsthaus’ che significa ‘casa dell’arte’ e nel
1998 Franco Vaccari vi è stato invitato in occasione della mostra ‘Arte in città’. Di
fianco all’ingresso l’autore ha realizzato una costruzione che fosse l’opposto, per
materiali, dimensioni, estetica e imponenza, rispetto a questo enorme edificio. Ha
inoltre collocato un’insegna luminosa su questo piccolo edificio, in cui era scritto
‘kunsthäuschen’ che significa ‘casetta dell’arte’.
La mostra è realizzata con la diretta collaborazione degli artisti e dello Studio
Acconci e costituisce un dialogo a distanza tra l’arte europea e statunitense, una
verifica storica di consonanze teoriche e di operazioni artistiche ancora in attesa di
una adeguata storicizzazione.
L’esposizione è realizzata con la collaborazione della galleria Michela Rizzo di
Venezia e della galleria p420 di Bologna.
Ufficio stampa
Maddalena Bonicelli
maddalena.bonicelli@gmail.com
+39 335 1643181
Galleria Michela Rizzo
+39 320 5635213
Galleria p420
info@galleriamichelarizzo.net
Inaugurazione 31 maggio ore 18.30
Palazzo Pesaro Papafava
Fondamenta di Cannaregio, 3764 - Venezia
Orario: 11-18, chiuso domenica