Gio' Marconi (vecchia sede)
Milano
via Tadino, 15
02 29404373 FAX 02 29405573
WEB
Rosa Barba
dal 26/5/2013 al 25/7/2013
Fino al 15 giugno: mar - sab 10-13 e 15-19; dal 17 giugno: lun - ven 10-13 e 15-19

Segnalato da

Galleria Gio' Marconi



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Rosa Barba



 
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26/5/2013

Rosa Barba

Gio' Marconi (vecchia sede), Milano

The Mute Veracity of Matters. L'interesse principale dell'artista e' astrarre il medium cinematografico per analizzarne limiti e potenzialita'. In questa occasione Barba presenta un film in 35 mm, una grande scultura in feltro, sculture cinetiche e un'installazione.


comunicato stampa

Giò Marconi ha il piacere di presentare The Mute Veracity of Matters, seconda mostra personale dell’artista italiana Rosa Barba.
Molti sono i temi della poetica di Barba, dalla riflessione sul concetto di tempo, come i segni che lascia nel paesaggio, a quella sul linguaggio, ai salti temporali attraverso la storia. Ma l’interesse principale dell’artista è quello di astrarre il medium cinematografico per analizzarne limiti e potenzialità.
Rosa Barba, come gli strutturalisti, indaga soprattutto gli aspetti intrinseci del film – i meccanismi di funzionamento del proiettore, la percezione nello spazio, la materialità del mezzo e come questa si esprima non soltanto a livello visivo, ma nel suono e nel tempo.

Per la mostra alla galleria Giò Marconi l’artista presenta il film in 35 mm Time as Perspective (2012), una grande scultura in feltro The Contemplative or The Speculative (2013), sculture cinetiche come Still Anchored in One Point from which They Emerge (2013), Footnotes (2013), Color Clocks: Verticals Lean Occasionally Consistently Away from Viewpoints (2012) e l’installazione Color Studies (2013).

Time as Perspective, è stato presentato per la prima volta nel 2012 in occasione della personale di Barba alla Kunsthaus Zürich organizzata in collaborazione con la Kunsthall Bergen dove la mostra, proposta qui come un ulteriore capitolo, si è appena conclusa (Marzo 2013). Il film è girato nel deserto del Texas e mostra gigantesche trivellatrici che ripetono tutte costantemente lo stesso movimento meccanico. Questo video, oltre a mettere in risalto le qualità poetiche e scultoree del
paesaggio, tocca forti questioni sociali e po litiche con i suoi riferimenti allo sfruttamento delle risorse naturali.
Rosa Barba è sempre stata affascinata dagli ambienti vasti e aridi e dal deserto in particolar modo, proprio per la dimensione senza tempo insita in questo luogo. La collocazione temporale di questo video non è chiara, le immagini che vediamo potrebbero essere avveniristiche visioni del futuro o documenti storici.
I film di Rosa Barba hanno a che fare con il concetto di tempo, inteso dall’artista non solo come movimento lineare e progressivo ma anche come qualcosa che si apre a livelli più profondi. Dice Rosa Barba: “gli intervalli di tempo impilati uno sopra l’altro in una sorta di ‘profondo tempo’ geologico sono alla base della mia riflessione sul mezzo filmico”. Così il film diventa una traccia della profondità del tempo, dove si può vedere o avvertire una struttura spaziale all’interno della storia, con tutti i suoi strati e le sue trasform azioni.

The Contemplative or The Speculative è un grande feltro nero, sospeso al soffitto e illuminato da un proiettore. Sul feltro è inciso un testo che il tessuto stesso rende illeggibile: le parole si distinguono chiaramente soltanto nella loro ombra sul muro. Dice l’artista: si crea così “una sala di
lettura segreta”.

In Color Studies Rosa Barba utilizza i tre colori primari e li fa dialogare tra loro attraverso la condivisione dello stesso schermo di proiezione, dando vita ad infinite possibilità di colore.

Le tre sculture Color Clocks: Verticals Lean Occasionally Consistently Away from Viewpoints sono definite dall’artista come “dipinti cinetici”. Sono tre grandi strumenti meccanici dove pellicole 35mm, sulle quali sono stampate delle lettere, si muovono in continuazione e ogni nastro riproduce in parola un colore, rosso, blu e giallo. Queste sculture ricordano il meccanism o interno di un orologio, con la differenza che non definiscono il tempo, ma anzi lo annullano in un loop senza fine.
E’ una meditazione sul colore, sul tempo, sulla percezione e sul linguaggio, sul significato che assume una parola se ripetuta all’infinito.

Rosa Barba nasce ad Agrigento nel 1972 ma è cresciuta in Germania. Ha studiato all’Academy of Media Arts a Colonia, per poi completare la sua formazione con la residenza presso la Rijksakademie van Beeldende Kunsten di Amsterdam. Attualmente vive e lavora a Berlino.

Tra le sue personali: A Home for a Unique Individual, MUSAC, Museo de Arte Contemporaneo de Castilla y León, León; Time as Perspective, Bergen Kunsthall, Bergen (2013); Time as Perspective, Kunsthaus Zürich, Zürich; Back Door Exposure, Jeu de Paume, Paris; Museum of Contemporary Art, St. Louis, USA; Arter, Istanbul (2012); Stage Archive, Fondazione Galleria Civica – Center of Researc h on Contemporary Art, Trento; Stage Archive, MART Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, Rovereto; Kunstverein, Braunschweig (2011); TATE Modern, London; Center of Contemporary Arts, Tel Aviv e Centre International d’Art & du Paysage, Vassivère (2010).

Inoltre Rosa Barba ha partecipato a numerose mostre collettive, tra le più recenti: Ankäufe, Bundeskunstsammlung, Bonn (2013); Film and Sculpture, Wiels Brussels; Man in the Holocene, MIT List Visual Arts Center, Cambridge; Pink Caviar, Louisiana Museum of Modern Art,
Humlebaek; Macro, Rome; A Trip to the Moon. Before and After Film, Bonniers Konsthall, Stockholm; Made in Germany 2, Sprengel Museum, Hannover; Collezione ACACIA, Palazzo Reale, Milan (2012); Making Worlds, Palazzo delle Esposizioni, 53nd Venice Biennale (2009); 52nd Venice Biennale, Slovenian Pavillon, 2007.

Il suo lavoro è presente in numerose co llezioni pubbliche, tra cui: Galleria civica d’arte moderna e contemporanea (GAM), Torino; Hamburger Bahnhof, Museum für Gegenwart, Berlin; Kunsthaus
Zürich, Zürich; Louisiana Museum of Modern Art, Humlebaek; Mart – Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, Rovereto; Museo Centro de Arte Reina Sofía, Madrid.

Immagine: Color Clocks: Verticals Lean Occasionally Consistently Away from Viewpoints, 2012
3 filmic sculptures, 1 x 35mm film, motor, each: ca. 128,5 x 83 x 44,5 cm Ed.: 3, I

Opening: lunedì 27 maggio 2013, ore 19 - 21

Giò Marconi
via Tadino 15 Milano
Dal 28 maggio al 15 giugno 2013: martedì - sabato 10-13 e 15-19. Dal 17 giugno al 26 luglio 2013: lunedì – venerdì, 10-13 e 15-19

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