Nel tempo, nelle forme. Consapevolezza e rigore nell'ambito di un'astrazione geometrica che oscilla tra Concretismo e Op, non senza significative tangenze con alcune declinazioni del Neo Geo.
L’approdo ultimo della pittura di Enzo Tardia, raggiunto con un percorso coerente, scaturito dall’eliminazione della linea d’orizzonte, resta e si consolida con crescente consapevolezza e rigore nell’ambito di un’astrazione geometrica che oscilla tra Concretismo e Op, non senza significative tangenze con alcune declinazioni del Neo Geo, sua proiezione più attuale.
Il lavoro recente, che qui si presenta, raccoglie, di fatto, la stessa sfida ma con un rigore evidentemente maggiore che “salva” della passata esperienza solo alcuni segni. Segni, per così dire, sottratti, al pari di componenti meccaniche, ai moduli che furono. A quella sorta di ordinati coaguli di piani sovrapposti dai profili ben sagomati, e che ora, nelle opere recenti, sono individuati, scomposti, adattati e “ammessi”, nel rigore di poche cromie e della più severa simmetria – in successione seriale o singolarmente, nell’essenzialità delle loro eleganti strutture, sempre più schiacciate -, colti come in un naufragio nel silenzio siderale di spazi profondissimi.
L’opera di Enzo Tardia, sempre più rispondente a un’esigenza di riduzione formale, quasi in un complesso esercizio linguistico, sembra allontanarsi deliberatamente dai territori del simbolo per muovere ora in direzione dell’austerità del segnale.
Inaugurazione: 5 giugno 2013 ore 18.00
Galleria della Tartaruga
via Sistina, 85/A - Roma
10-13 e 16.30-19.30 Chiuso i festivi e lunedi mattina