La linea, elemento essenziale di tutto il lavoro di Fanari, costruisce il profilo del soggetto attraverso una fitta trama di ferro cotto che assume una forte valenza cromatica. Andreea Harthea presenta, oltre alle opere pittoriche, un'installazione di sette gabbie.
Gli artisti presentati in questa bipersonale sono entrambi caratterizzati da un segno deciso che costruisce un'idea, pur conducendo ricerche artistiche diverse.
Roberto Fanari nasce a Cagliari nel 1984. Nel 2003 consegue il diploma all'istituto d'arte Carlo Contini di Oristano. Si trasferisce poi a Sassari dove si laurea in scultura presso l'Accademia di Belle Arti. A seguito di un soggiorno a Berlino torna in Italia, a Milano, dove tutt'ora vive e lavora.
L'arte di Fanari si muove in un universo che sfugge a collocazioni spazio-temporali prestabilite. Chi osserva gli oggetti e i personaggi da lui creati può immaginarli in un contesto preciso, senza tuttavia afferrarlo del tutto. Essi sono immersi in uno spazio invisibile in cui la linea, elemento essenziale di tutto il lavoro, costruisce il profilo del soggetto attraverso una fitta trama di ferro cotto che assume una forte valenza cromatica. Sono proprio i vuoti che si alternano alla marcata struttura dell'opera a riempire lo spazio creandone un volume in bilico tra realtà ed immaginazione. Solo dei piccoli dettagli, come un papillon o uno stilizzato fiocchetto femminile fungono da indizi per ricondurci ad un mondo conosciuto (come in Seconda B, un gruppo di bambini rappresentanti una scolaresca in gita.)
Raluca Andreea Hartea nasce a Bucarest nel 1985, si trasferisce in Italia nel 1994, dove frequenta la nuova Accademia di Belle arti di Milano (NABA), consegue poi un Master in Psicologia Analitica e Ipnosi dinamica. In questa mostra, oltre alle opere pittoriche, Andreea presenta un’installazione di sette gabbie che costituiscono i più recenti lavori della sua produzione artistica.
Andreea si muove nel mondo della psicologia, parte integrante della sua ricerca ed utilizza svariate tecniche artistiche per esplorare l'universo interiore che diventa a sua volta mezzo di esplorazione e conoscenza dell'universo esteriore.
Le opere, sia scultoree (costituite mediante l'assemblaggio di diversi materiali) che pittoriche sono caratterizzate da un essenzialità che tuttavia non sfugge da un appagamento estetico, che è la risposta ad una volontà di liberarsi da tutte le sovrastrutture che influenzano la psiche e stabilire con essa un colloquio emotivo diretto, quindi privo di filtri. La riflessione che nasce dai lavori dell'artista, anche se talvolta dolorosa, come nella serie di sculture Ti fa male l'anima (studio sulla dipendenza), si lascia cullare in una dimensione di equilibrio e serenità, dato da un'operato artistico che pur scavando in profondità è regolato da una piacevole grazia e delicatezza.
Inaugurazione giovedì 6 giugno h. 18
Studio d'arte Cannaviello
Via Stoppani, 15 Milano
dal martedi al sabato, dalle 10.30 alle 19.30
Ingresso libero