Gli artisti danno a "Elpis" la forma del vaso, simbolo di un'Eta' dell'Oro ormai perduta ma modello ideale sempre vivo. Tutte le opere realizzate per la mostra si ispirano a questa forma della ceramica classica, al suo essere contenitore e insieme testimonianza umana dell'horror vacui.
Vent’anni di sodalizio artistico. Vent’anni di paziente ricerca sul linguaggio della scultura.
Vent’anni di speranza in un futuro di progresso verso una società più equa.
Il risultato? Elpís.
Racconta il poeta Esiodo che Pandora, donna fatale forgiata dal dio Efesto, venne inviata da Zeus sulla terra per diffondere tra gli uomini tutti i mali del mondo, scoperchiando il vaso che li conteneva, avuto in dono dal dio per le nozze con Epimeteo. Nel vaso rimase chiusa solo Elpís, la speranza, che da quel giorno assiste gli uomini nei momenti più difficili della loro esistenza.
Oggi Perino & Vele avvertono l’esigenza di fermarsi a riflettere sul percorso artistico tracciato insieme. Scavano nel proprio passato di artisti e ricercano nella storia universale quello spirito creativo e di civiltà, la loro Elpís appunto, per affrontare il futuro con maturo senso di responsabilità nei confronti del fare arte. Infatti in un periodo di profonda crisi e di limitate prospettive sentono l’urgenza di mettere un punto fermo nella loro produzione, non per aggrapparsi ostinatamente a una certezza consolidata dal tempo trascorso, ma per fissare un nuovo punto di partenza per riflettere sullo sviluppo successivo della ricerca scultorea.
Attingendo dal mito greco la morale positiva, Perino & Vele danno a Elpís la forma del vaso, simbolo di un’ Età dell’Oro ormai perduta ma modello ideale sempre vivo. Tutte le opere realizzate per la mostra si ispirano a questa forma della ceramica classica, al suo essere contenitore e insieme testimonianza umana dell’horror vacui. I fogli di cartapesta colorata, ordinati uno sull’altro, creano una composizione geometrica a fasce sovrapposte, stringono i vasi, ne avvolgono le forme sinuose. Perino & Vele intendono fissare nella memoria della materia quella che è stata fino a oggi la storia e nello stesso tempo rimettere ordine nella deriva della contemporaneità. Pur mantenendo la propria identità nella sintassi della cartapesta, il duo campano riesce ancora una volta a rinnovarne la grammatica espressiva: non più tecnica “distruttiva” per condannare le assurdità del presente, ma materiale “costruttivo” per edificare un futuro migliore, di speranza. E vanno oltre: inseriscono per la prima volta tra i materiali della loro scultura un composto organico bituminoso, il catrame.
Il bitume nero dei vasi, vuoto e profondo, si accende con i colori pastello della cartapesta colorata, i segnali di pericolo e le citazioni di uomini famosi mettono in guardia il visitatore dai casi del destino, le pelli degli animali avvolte intorno ai vasi ridanno corpo e vita a un serpente, un rinoceronte e un elefante. E poi una teoria di tredici vasi, allestiti alle pareti, crea un’unica installazione dal carattere simbolico, empatica, che ci mette di fronte alla cruda realtà, rigida e imperturbabile com’è, e che ci aiuta ad aprire gli occhi e a riflettere su un cambiamento necessario. Questa è Elpís, la grande opera che dà il titolo alla mostra e che sintetizza concettualmente i prossimi sviluppi della scultura di Perino & Vele. Infine la panacea di tutti i mali e di tutte le speranze, il mondo su cui viviamo, infilzato dai vasi, ma nell’atto di espellerli, come per liberarsi dalla condanna di Pandora. Continuità e rinnovamento si fondono e confondono in una virtuosa commistione tra fermezza nella condanna e nella denuncia e desiderio di proporre un’alternativa, una possibilità concreta di rinnovamento. Anche se il sapore vagamente archeologico delle anfore e dei sostegni trasmette un sentimento di velata malinconia, in realtà il colore caldo dei fogli di cartapesta libera la speranza imprigionata all’interno dei vasi, ora aperti, lasciando spazio a un sincero ottimismo nel futuro che verrà.
La mostra “è un vaso di Pandora”: allude metaforicamente alla scoperta improvvisa di problemi nascosti che si è obbligati ad affrontare per senso di responsabilità. Attraverso questo sottile richiamo concettuale Perino & Vele ribadiscono che per loro la scultura ha un dichiarato valore civile, perché si alimenta delle tensioni della società contemporanea, ne critica apertamente le ingiustizie, ma aspira a superarle. (Lorenzo Respi )
Emiliano Perino nasce a New York nel 1973, Luca Vele nasce a Rotondi (AV) nel 1975, vivono e lavorano a Rotondi dal 1994
Inaugurazione mercoledì 5 giugno ore 19
Alfonso Artiaco
Palazzo De Sangro - Piazzetta Nilo 7 cap 80134 Napoli
Orario: da lunedì a venerdì ore 10-20