Museo Civico dei Brettii e degli Enotri
Cosenza
piazza Fratelli Bandiera
0984 23303 FAX 0984 22067
WEB
Arte = Vita
dal 14/6/2013 al 18/7/2013
mart-dom 9.30-13 e 16.30-19.30
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Segnalato da

Ester Apa




 
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14/6/2013

Arte = Vita

Museo Civico dei Brettii e degli Enotri, Cosenza

Una vita vissuta ad arte. L'equazione Arte = Vita prende in considerazione le manifestazioni che partono dalla presenza fisica, da un "esserci" che crea una relazione diretta tra artista e spettatore, tra opera e spazio che le ospita, tra riflessione sul corpo e mediazione della tecnica. In mostra Ugo Nespolo, Xiao Lu, Vito Acconci, Matteo Basile' e altri ancora. Nell'ambito di Art in Progress - Cantieri del contemporaneo.


comunicato stampa

a cura di Dores Sacquegna

Credo in un teatro come luogo d'esperienza intensa fra sogno e rituale, durante il quale lo spettatore perviene ad una comprensione intima di se stesso, al di là del conscio e dell'inconscio, sino alla comprensione della natura delle cose…”. Julian Beck, Living Theatre, NY

“Arte = Vita: ovvero, una vita vissuta ad arte”; un evento che ha una sua precisa identità culturale e che risponde ad una qualità immaginativa interdisciplinare, frutto di un bagaglio di esperienze e conoscenze tecniche. Presenza storica con il Living Theatre (New York, Usa e Italia), Vito Acconci (New York, Usa), Ugo Nespolo (Torino),ed essenza contemporanea con Giovanni Albanese (Bari, Roma), Maria Luisa Imperiali (Milano), Xiao Lu (Beijing,Cina),Matteo Basilè (Roma), Astolfo Funes (Maracay, Venezuela), Massimiliano Manieri (Lecce), in un mix affascinante e seduttivo che offre al visitatore un quadro articolato di riferimenti culturali, iconografici ed esperienziali.

L’equazione Arte = Vita, cioè l'idea di cercare l'arte nella vita comune e negli episodi quotidiani, nasce nel periodo delle seconde avanguardie artistiche e prende in considerazione le manifestazioni che partono dalla presenza fisica, da un “esserci” che crea una relazione diretta tra artista e spettatore, tra opera e spazio che le ospita, tra riflessione sul corpo e mediazione della tecnica. La storia dell’arte del XX secolo ha distinto in maniera netta le manifestazioni di questo genere: Happening, Fluxus, performance, body art, arte relazionale. L’individuo è il soggetto principale del vivere comune e vive il bisogno di ripensare i rapporti con la corporeità propria ed altrui. Il mutare delle condizioni di vita materiale e morale, ha portato ad una riduzione delle rigidità imposte al corpo e nuova libertà testimoniata dalla danza performativa di Merce Cunningham, Meredith Monk, Carolyn Carlson ed altri. Un fenomeno analogo di ribellione alla rigidità sia della postura che della sceneggiatura, appare chiaramente nel Teatro Povero di Jerzy Grotowsky e nel LIVING THEATRE che rappresenta con il proprio nome questa tendenza. Fondato a New York nel 1947 da Julian Beck, scenografo, pittore e poeta, e dall'attrice e regista Judith Malina, il Living Theatre propone un innovativo repertorio di spettacoli di manifestazioni pacifiste, di protesta al sistema, non senza polemiche che lo vedono protagonista sulla scena internazionale come teatro d’avanguardia sperimentale con una sua identità e concept. Dai primi anni ’60, il Living concentra la sua attività in Europa, e in particolare in Italia, con la regia di Gary Brackett: sono questi gli anni degli spettacoli considerati i capolavori della creazione come: “Paradise Now”, qui in mostra in due versioni: quella storica del Festival d’Avignone (1960) e quella più moderna a Bologna (2004).

Entrambe le versioni hanno in comune l’esperienza del viaggio spirituale e politico sia per gli attori che per gli spettatori. Un viaggio che invita a riflettere su quale possa essere la strada per raggiungere i cancelli che conducono al cambiamento, alla rivoluzione anarchica non violenta, quindi, al paradiso. L’arte visiva ha concesso di esplorare in vitro comportamenti apparentemente insensati ed estremi scaturiti in diretta conseguenza di fatti storici o di riflessioni sul corpo e sulla libertà sessuale, mentale e di espressione artistica. Le performance dell’americano VITO ACCONCI, sono azioni svolte all’insegna del rapporto tra la persona e il pudore.

Dal 1968 si interessa di video art e performances, sperimentando sul proprio corpo un linguaggio influenzato dal Situazionismo e dalla Body Art. Per Acconci è fondamentale il luogo in cui si svolge l'azione: usa quasi esclusivamente piccole stanze o celle, zone ridotte dove si possa rappresentare il proprio agire privato: "Il mio lavoro consiste nello sperimentare le varie parti del mio corpo adattandolo alle varie risposte o adattando le risposte al mio corpo". Gli spettatori agiscono come spie che guardano un'attività privata. Acconci vede il proprio corpo come teatro di pulsioni esibizionistiche e istintuali, come introspezione su di sé in rapporto alle convenzioni e ai tabù della società e della cultura dominante. In questo periodo, in Italia, un altro artista di calibro internazionale, inizia la sua ricerca in campo pop underground. E’ UGO NESPOLO, pittore, grafico, scenografo, filmaker. La sua pittura è attraversata da un’esplosione di elementi cromatici e fantasiosi e c’è chi la considera “pellicola su tela o su legno” mentre il cinema è una visione di avvenimenti, di rievocazioni, di episodi teatrali, di azioni minimali, con un immaginario hollywoodiano e d’avanguardia. Ha realizzato film coinvolgendo i più grandi artisti e personaggi della cultura e dello spettacolo tra cui: Patella, Baruchello, Frascà, Angeli, Festa, Fioroni, Pistoletto, Mario Merz, Boetti ed altri. In mostra con “Buongiorno Michelangelo” (1968-69), dedicato a Michelangelo Pistoletto nel suo atelier mentre ritocca uno dei suoi quadri specchianti e contemporaneamente si fa la barba, o “Con-certo Rituale” (1972-73) nel quale Nespolo sembra imboccare la via del cinema cerimoniale, ritualistico e mascherato, sino a “Superglance” (2007) che è una caleidoscopica visione pop proiettata al Museo Nazionale del Cinema di Torino. Molte azioni degli artisti degli anni’90 tendono a far emergere un’attenzione del sé sul soggetto-pubblico, quale mediatore tra realtà e assoluto, tra io e tu; o attorno al tema dell’emancipazione femminista, come nel caso della cinese XIAO LU, che nel 1989 durante l’inaugurazione della mostra “China/Avant-Garde” al National Art Museum, Beijing (Cina), spara due colpi di pistola sulle parti in vetro della sua installazione “Dialogue”, di cui il video in mostra. Questa azione provocatoria la rese celebre, e nonostante le polemiche da parte delle autorità cinesi, il suo nome fu riconosciuto dalla stampa internazionale. Attualmente sta preparando una performance per la prossima Biennale di Venezia.

Sempre in questi anni e con l’impiego di mezzi professionali, gli artisti iniziano ad uniformarsi a nuovi modelli che includono un interazione con il pubblico attraverso una serie di allestimenti preparati come fossero un set cinematografico, dove la regia è sempre più simile ad una piece teatrale, che include una ricerca di nuovi linguaggi tra cui quello del corpo mutante che espone l’impatto di protesi ed altri innesti congeniali. È il caso dell’artista barese e romano d’adozione GIOVANNI ALBANESE, che intraprende una ricerca “ri-creativa” dove sperimenta e trasforma oggetti recuperati da officine, sfasciacarrozze o mercatini dell’usato, in personaggi autonomi, quasi usciti da un teatrino a tu per tu con lo spettatore. Celebri sono le sue sculture “fiammeggianti” costituiti da centinaia di lampadine a fiamma che simulano la luce delle candele votive come nel caso dell’installazione “Sinfonia” costituita da un pianoforte a coda di fronte al quale sostano cento estintori rosso fiammanti, realizzata in occasione della sua personale al Macro di Roma nel 2001. Una sorta di ready-made futuristico, che riprende e rinnova la matrice dada-surrealista, immergendo lo spettatore in un evento di interazione con l’opera. Con l’entusiasmo e la versatilità che lo caratterizzano, Albanese si è interessato di installazioni e regia per il cinema, il teatro, la televisione. La carriera artistica della milanese MARIA LUISA IMPERIALI, inizia nel 1978 sperimentando materiali e tecniche con i quali realizza fantastici pattern e sculture antropomorfe protagoniste di una personale zoologia mitologica e allegorica, le quali offrono allo spettatore una dimensione intima e un tu per tu con una serie di situazioni anche paradossali. La sua ricerca, parte dall’analisi dell’oggetto come traccia del sé in rapporto a spazi fisici o mentali sino a concentrarsi sul corpo e sul concetto di organico. Nelle sue opere ritroviamo un corpo altro in continua mutazione, capace di sottrarsi al cannibalismo visivo che caratterizza la società contemporanea. Prevale un immaginario in cui l’interno e l’esterno si mescolano e affiorano ossimori che trovano la propria collocazione in una realtà in perenne trasformazione.

Il romano MATTEO BASILE’, (il suo vero cognome è Cascella, figlio di Tommaso e nipote di Pietro), è stato tra i primi ad utilizzare l’arte digitale con light box e plotter su alluminio, trovando in essa lo stimolo per modernizzare le immagini, in particolare il ritratto, sovrapponendo e mescolando con grande raffinatezza formale volti presi dalla strada e segni della moderna tecnologia. Dall’esibizione del corpo travestito al corpo narciso, la sua ricerca è una continua contaminazione tra icone della serializzazione sociale, come i codici a barre o le cifre dei bancomat ai simboli arcaici come gli ex voto o gli antichi idoli asiatici. Memorie personali e collettive si fondono nella capacità creativa ed interpretativa di ASTOLFO FUNES, giovane ma ormai noto artista latinoamericano del Venezuela, che guarda alla storia e affronta tabù nelle sue grandi tele ricche di effetti cromatici e di forte valenza simbolica. La sua arte attinge dal neoespressionismo e dall’underground americano, il suo gesto è violento, tattile, viscerale e incarna una sfida all’arte figurativa occidentale. Funes mette in scena il grottesco, l’osceno, le emozioni, le paure, le situazioni familiari e sposta l’attenzione dall’oggetto del quadro al soggetto che lo guarda, in un gioco continuo di rimandi e di sguardi tra opera e spettatore e che trova interessanti confronti con l’arte concettuale di Baselitz. Un altro giovane artista è il leccese MASSIMILIANO MANIERI, che inizia la sua attività negli anni’90 come scrittore, nomade dicitore e performer. La sua curiosità lo porta a sperimentare il proprio corpo in performance provocatorie dove il gesto, il movimento o la totale immobilità rivendicano il piacere della figurazione. Manieri, affronta la crisi di identità e l’epoca della fine delle ideologie, a volte in maniera nichilistica, altre volte in maniera concettuale celebrando un corpo sospeso al centro del luogo prefisso a Golgota nel caso di “Plink” o un corpo poetico e mistico come nell’“L’ultimo uomo”. Per Manieri la performance è “esperienza”, in cui il pubblico diventa parte integrante dell’azione, sia emotivamente che fisicamente. L’impegno, la poetica e la contaminazione di linguaggi espressivi degli artisti qui proposti, fanno emergere un ritaglio del grande quadro analitico dell’arte contemporanea dagli anni’60 ad oggi e si innestano in un progetto ambizioso che mira alla diffusione dell’arte contemporanea, alla dimensione di partecipazione collettiva, quale parte costitutiva di un percorso che Art In Progress, vuole manifestare in questo periodo di grandi cambiamenti culturali, economici e sociali.

PROGRAMMA 2013

GIUGNO

da martedi 11 a giovedì 13
Galleria d’Arte Provinciale S. Chiara
Urban Superstar Toys
Laboratorio di Custom Toys con Diavù

Mercoledì 12
Galleria d’Arte Provinciale S. Chiara, ore 18.00
incontro con Jim Avignon

giovedì 13
MAB, ore 18.00
performance Urban body experience

P.zza Duomo ore 22.00
MINIA – performance di poesia sonora, musica e proiezioni
live set NeoAngin AKA di Jim Avignon

venerdì 14
Galleria d’Arte Provinciale S. Chiara, ore 19.00
apertura mostra
V edizione Urban Superstar
Inaugurazione mostre
Suggestivism, The New Horizon
e cura di Nathan Spoor
City Of Women
a cura di David Vecchiato

la mostre resteranno aperte fino al 19 luglio
da martedì a domenica
dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00

Chiostro di Santa Chiara, ore 21.00
Performance sonoro visuale Canzoni Invisibili
con Lagash & Sinatti

Sabato 15
Museo dei Brettii e degli Enotri, ore 18.30
apertura mostra
Arte = vita, ovvero una vita vissuta ad arte
a cura di Dores Sacquegna
performance di Massimiliano Manieri

la mostra resterà aperta fino al 19 luglio
da martedì a domenica
dalle 09.30 alle 13.00 e dalle 16.30 alle 19.30

ore 20.00
I Sogni di Fellini
musiche a cura del “Conservatorio S. Giacomantonio”
letture di Francesca Beggio
MINIA
performance Cage Open Air - Arte sonora negli spazi urbani

venerdi 21
Galleria Provinciale di Santa Chiara, ore 18.00
apertura mostra MINIA
installazioni sonoro visuali a cura del MENTE

la mostra resterà aperta fino al 19 luglio
da martedì a domenica
dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00

P.zza Duomo, ore 21.00
MINIA – performance Cage Open Air - Arte sonora negli spazi urbani

SETTEMBRE

da lunedì 23 a sabato 28
Centro Visita Cupone Parco Nazionale della Sila, ore 10.00
Studi d’Armonia –
cantiere didattico a cura di Alfredo Pirri

da lunedì 23 a giovedì 26
Galleria Nazionale di Palazzo Arnone
Cantiere didattico
Polimaterico esperienze sensoriali nelle arti visive

venerdi 27
Marano Principato, ore 18.00
apertura mostra e premiazione
Premio Pandosia

sabato 28
Centro Visita Cupone Parco Nazionale della Sila, ore 10.30
Convegno
Paesaggio e Arte Contemporanea. Dalla progettazione alla valorizzazione

Direzione Ufficio Stampa
Mariuccia De Vincenti

Ufficio Stampa e pubbliche relazioni
Ester Apa, Alessandra Fina

Inaugurazione 15 giugno ore 18

Museo Civico dei Brettii e degli Enotri
piazza Fratelli Bandiera - Cosenza
orari d’apertura da martedì a domenica dalle 09.30 alle 13.00 e dalle 16.30 alle 19.30

IN ARCHIVIO [6]
Antonio Sciacca
dal 21/10/2013 al 22/11/2013

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