La mostra consente un approccio completo agli elementi poetici del lavoro di Donzelli: il disegno, la rivelazione dell'immagine, l'ineluttabilita' dell'osservatore nella definizione dell'opera, la relazione luce/colore.
A cura di Angela Madesani
La mostra consente un approccio completo agli elementi poetici del lavoro di Maurizio Donzelli, da sempre concentrato su alcuni punti focali dell’operazione artistica: il concetto del disegno, la rivelazione dell’immagine, l’ineluttabilità dell’osservatore nella definizione dell’opera, la relazione tra luce e colore.
Il disegno è lo strumento intellettuale e tecnico con il quale Donzelli mette a confronto la riflessione artistica e filosofica con i temi dell’immaterialità e la temporaneità dell’immagine, con il suo carattere di analogia o, più in generale, di trasformazione e trasfigurazione.
Un altro strumento al quale Donzelli affida una funzione concettuale è lo specchio (Mirror, nella sua poetica) inteso come lente di osservazione, alterazione e ridefinizione della percezione in una continua dinamica temporale.
La mostra presenta una selezione di opere dell’artista, sia inedite sia realizzate negli ultimi anni e presentate in altre recenti occasioni espositive tra cui ricordiamo l’esposizione veneziana presso il Museo Fortuny intitolata Metamorfosi.
Gli storici saloni di Palazzo Barbò, che da qualche anno ospitano mostre di arte contemporanea, sono un contenitore suggestivo per esplorare l'organica articolazione della pratica artistica di Donzelli e la sensibilità dei suoi lavori.
Oltre ai grandi acquerelli e ai Mirrors troviamo i tappeti in lana e seta, annodati in Nepal, che trasferiscono la tematica del disegno nella dimensione orizzontale e sviluppano il concetto di specchio e il problema della relazione tra colore e luce nella dimensione della luminescenza. Parallelamente, in mostra possiamo ammirare alcuni degli arazzi Jacquard, realizzati nelle Fiandre, che mettono in atto una ricerca epifanica dell'immagine con una grazia stupefacente, un rispetto per i contenuti possibili e una maturità rispetto alla tradizione storica che li sospende nel tempo.
Il catalogo intitolato Maurizio Donzelli / Palazzo Barbò, che accompagna l’esposizione, è pubblicato dalla casa editrice GAM di Rudiano (Bs) con testi della curatrice Angela Madesani e di Antonio Marchetti Lamera.
Donzelli ha insegnato per sette anni Teoria Della Percezione, Psicologia Del Colore, presso l’Accademia Naba di Brescia. Al suo attivo ha numerose pubblicazioni di cui ricordiamo Spettacolo di Niente, 2003, Mazzotta, stampato in occasione della sua omonima mostra presso la Calcografia Nazionale di Roma curata da Luigi Ficacci; Lo Sguardo Del Disegnatore, edizioni l’Obliquo; Metamorfosi, Mousse publishing 2012.
Le opere di Maurizio Donzelli sono accolte in numerose collezioni pubbliche e private sia italiane sia estere. Si sono occupati del suo lavoro alcuni critici e studiosi d’arte tra i quali: Vito Calabretta, Mariuccia Casadio, Alberto Dambruoso, Annette Dixon, Enrico De Pascale, Rachele Ferrario, Luigi Ficacci, Aldo Iori, Fausto Lorenzi, Angela Madesani, Mauro Panzera, Maria Perosino, Roberto Pinto, Francesco Poli, Cloe Piccoli, Francesco Tedeschi, Valerio Terraroli, Paola Tognon, Tommaso Trini, Andrea Viliani.
Palazzo Barbò a Torre Pallavicina si propone di ospitare nella stagione estiva mostre personali o collettive dedicate alle diverse espressioni dell’arte contemporanea, tutte in relazione al suggestivo spazio architettonico del palazzo le cui origini risalgono al quindicesimo secolo. Le mostre d’arte contemporanea affiancano il successo più che decennale del Festival Teatrale Odissea che nello stesso periodo è ospitato nella magnifica corte del palazzo.
Inaugurazione: venerdì 21 giugno ore 18.30
Palazzo Barbò
Torre Pallavicina (Bg)
venerdì e sabato dalle 17 alle 20, domenica dalle 15 alle 20.
ingresso libero