Agatha Baltyzar
Hugo Capnot
Karen Colbert
Javier De Prada
Helene Draaijers
Ivan Grozdanovski
Rita Klein
Silke Koppe
Ana Mascaro
Pamela Napoletano
Berth Neutze
Jan Nijland
Laura Rossotti
Sabina Sinko
La mostra collettiva presenta i lavori di artisti internazionali in relazione al tema dell'acqua e, nello specifico, al fiume Lario che bagna Gravedona.
Artisti: Agatha Baltyzar(Polonia), Hugo Capnot(Italia), Karen Colbert (Irlanda),
Javier De Prada (Spagna), Helene Draaijers(Olanda), Ivan Grozdanovski(Serbia), Rita
Klein(Germania), Silke Koppe(Germania), Ana Mascaro(Spagna), Pamela
Napoletano(Italia), Berth Neutze(Germania), Jan Nijland(Olanda), Laura
Rossotti(Italia), Sabina Sinko (Slovenia)
L’acqua è uno degli elementi più intimamente legati all’uomo, alla sua storia al suo
stesso essere e alla sua psicologia . Un elemento che fin dalla notte dei tempi è
stato considerato magico e misterioso e dunque legato a infinite simbologie e culti
religiosi.
La cittadina di Gravedona trova un collegamento naturale con l’acqua essendo
adagiata sulle sponde del Lario, specchiandosi nelle sue acque limpide ,
condividendone la bellezza il suo cambiare aspetto giorno dopo giorno ora dopo ora.
L’acqua sarà il mezzo per intraprendere un viaggio attraverso mondi altrimenti
difficili da raggiungere e l’arte contemporanea sarà il traghettatore.
Dall’acqua noi nasciamo ed essa rappresenta da sempre la fonte di purificazione e
quindi di rinascita. Immergersi nell’acqua ci catapulta in una dimensione
particolare in cui tutto è distorto e ovattato: semplicemente diverso. Ci si trova
allora in una dimensione molto simile a quella dell’immaginazione e dei sogni,
proprio da dove l’artista estrae immagini forti o ricche di simbolismo e che
sappiano comunicare a un livello più profondo. Inabissarsi in queste acque profonde
che sono dentro di noi ci permette di varcare porte che si aprono nell’immaginifico
permettendoci di plasmare un infinito numero di creature, pensieri, parole: arte.
Secondo le numerose leggende le creature misteriose che popolavano le acque
dell’antichità altro non erano che le nostre intime paure che oggi sono altrove e
prendono forme diverse ma che sono tutte riconducibili a ciò che non conosciamo o
che è insondabile come in passato erano le profondità marine. La nostra vita è stata
spesso definita come la corrente di un fiume che scorre inesorabilmente senza mai
fermarsi e così facendo ci arricchisce di esperienze e immagini nuove.
L’artista a volte sembra essere sulla riva di questo fiume e quindi capace di
carpire immagini e realtà che chi è nel mezzo dei flutti non riesce a percepire se
non in maniera superficiale. L’ispirazione per l’artista è un po’ come l’acqua: una
sostanza primordiale informe da cui tutte le forme possono nascere con infinite
potenzialità che ancora non sono manifeste.
L’acqua è tutto questo: è in grado di creare, purificare, dissolvere, cancellare,
materializzare, donare la vita, guarire, ispirare saggezza, rendere immortali, essa
è il primo specchio dell’uomo pensante, l’unico specchio che ci fornisce la
capacità di vedere dentro le nostre emozioni.
L’acqua ci piace, ci affascina e ci ispira perché essa rappresenta un po’ noi stessi
con la nostra energia vitale; all’apparenza sempre la stessa ma sempre diversa
goccia dopo goccia se analizzata in profondità. L’acqua assomiglia all’anima
dell’essere vivente, non ha principio e non ha fine, è differente e si presenta in
innumerevoli forme.
Con questa mostra ospitata a Gravedona compiremo un viaggio a bordo della “nave
arte” verso luoghi lontani e misteriosi, ma semplicemente dentro di noi.
Inaugurazione: venerdì 21 giugno dalle 18.00
Palazzo Gallio
Via Regina Levante, 2 Gravedona e Uniti (CO)
Orari: da lunedì a venerdì dalle 14.30 alle 17.30. Sabato dalle 10.30 alle 12.30
altri giorni e orari su appuntamento