Monografica della sua produzione artistica recente, con 30 olii su tela a testimonianza del tragitto compiuto dall'autrice alla ricerca di un equilibrio in mezzo al caos.
La Città di Le Lavandou dedica quest’anno la mostra estiva dell’Espace Culturel alla pittrice Renata Rampazzi con la presentazione di Olivier Kaeppelin, direttore della Fondation Maeght di Saint-Paul-de-Vence, che scrive “La prima sensazione che si prova di fronte ad un dipinto di Renata Rampazzi è che qualcosa respiri, non che ci sia una composizione ‘leggera’ degli spazi, ma che veramente la superficie respiri, come si può dire di un corpo o di un petto. Un soffio anima la superficie dipinta e sfugge ai limiti dal quadro”.
La mostra è dunque una monografica della produzione artistica recente di Renata Rampazzi, artista torinese cresciuta e formatasi negli anni ’70 e ’80 a fianco di personaggi come Umberto Mastroianni, Antonio Carena, Adriano Parisot, Piero Ruggeri oltre a Marcello Levi, Paolo Fossati e Luigi Carluccio. Le opere di quegli anni risentono ancora di una lontana ispirazione figurativa, in cui i colori, trattati a spatola, si distendono sulla tela per larghi spessori nervosi. Renata decide poi di completare la propria formazione all’estero.
Lavora accanto a Emilio Vedova attraverso il quale si avvicina all'espressionismo astratto, poi sotto la guida del cinese Zao-Wou-Ki. Con Jean Clerté si avvicina ad Alechinsky e altri esponenti del gruppo Cobra. Nel 1977 alla Galleria Vismara Arte Contemporanea di Milano espone delle opere profondamente sofferte e percorse da larghe ferite e da una marcata gestualità espressionista. Successivamente l'esperienza del calligrafismo orientale unito all'informale europeo le apre nuovi orizzonti e segnerà il suo percorso artistico, dando alle opere l'aspetto enigmatico e sensuale diventati la sua cifra personale. Nel 1979 e nel 1985 vince il Premio Bolaffi. Trasferitasi a Roma dove vive e lavora, espone in Italia e all'estero in importanti musei, fiere e gallerie, tra i quali il Palazzo dei Diamanti di Ferrara (1984), la Galleria Anna d'Ascanio di Roma, il Petit Palais d'Art Moderne di Ginevra (1989), il ˆBattistero di Asti (1993). Dal 1990 la sua attività si svolge in sempre più lunghi soggiorni in Francia. Nel 2005 espone al Palazzo dei Capitani di Ascoli Piceno e nel 2006 all'Archivio di Stato di Torino. Nel 2009 si ricordano due esposizioni alla Galerie Nicolas Deman e all'Istituto Italiano di Cultura di Parigi e nel 2010 le viene dedicata una personale all'ex-Convento di S. Nicolò a Spoleto dal 53° Festival dei Due Mondi. Nel 2011 espone con la Galleria Marino ad ArtParis 2011 al Grand Palais di Parigi ed è invitata alla 54. Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, a Palazzo Venezia a Roma.
In questa mostra presso l’Espace Culturel di Le Lavandou Renata Rampazzi espone 30 olii su tela, che ci trasportano nel mondo emozionale dell’artista: di fronte ai colori che campeggiano dalle tele si viene trasportati in un viaggio al centro di se stessi. Sono la testimonianza del tragitto compiuto dall’autrice per attraversare una vita non sempre facile, una via per esorcizzare la paura e andare alla ricerca di un equilibrio in mezzo al caos, con una funzione spesso specchiante. L’osservatore finisce per entrare in contatto con le proprie emozioni e il proprio percorso, come se Renata attingesse i propri colori e le proprie sensazioni al centro stesso del sentire umano, là dove ognuno è semplicemente se stesso, senza filtri e senza finzioni, come esprimono lucidamente le parole di Lidia Ravera: “Non mi aspettavo che il primo quadro, subito, mi parlasse così chiaramente. Parlava a me. E subito sono riuscita a tacere e ascoltare, tacere e guardare…” Una sospensione, un momento rarefatto in cui non esiste più nulla, ma conta solo ciò che è dentro di noi. Grazie Renata, che ci riporti anche solo per il tempo di una visita, al significato più vero dell’essere.
Vernissage 8 luglio alle ore 19
Espace Culturel
Avenue de Provence - Le Lavandou
Luglio e agosto dalle 17,00 alle 22,00 Settembre dalle 15,00 alle 20,00