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Ferruccio Gard / Angelo Rinaldi
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Barbara Rossi




 
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5/7/2013

Ferruccio Gard / Angelo Rinaldi

Diverse sedi, Castiglion Fiorentino (FI)

"Forme e colori del Nuovo Astrattismo" vuole gettare le basi per un'efficace rilettura di quella tendenza estetica sorta negli anni '60 e contestualizzata con il nome di Arte Programmata e Cinetica. A cura di Barbara Rossi.


comunicato stampa

a cura di Barbara Rossi

E’ per me un onore come curatrice, presentare gli artisti Ferruccio Gard e Angelo Rinaldi all’interno della I rassegna d’arte Città di Castiglion Fiorentino Contemporanea. La mostra intitolata “Forme e Colori del Nuovo Astrattismo” vuole rendere omaggio non solo ai due artisti ma essere allo stesso tempo, il pretesto per gettare le basi, per un’efficace rilettura di quella tendenza estetica sorta negli anni 60’ e contestualizzata con il nome di arte programmata e cinetica.

Ferruccio Gard è uno degli esponenti più importanti dell’Optical Art, una ricerca quella appunto del movimento percettivo cinetico, che attinge le radici da quell’evoluzione storica denominata Costruttivismo, quest’ultimo creatosi da quell’insieme di teorie elaborate agli inizi del XX secolo all’interno della scuola cosiddetta Bauhaus. Un trentennio fervido di ricerca e trasformazione che caratterizzò tutte le arti e che riuscì ad assimilare le osservazioni della nascente teoria della percezione o Gestaltpsychologie. E’ così che Gard con il suo lavoro metabolizza la corrente, attraverso l’uso del colore acrilico steso sulla tela, inteso come la costruzione di uno spazio intuitivo in cui l’osservatore, dopo aver scelto un insieme di colori, ne rimane fortemente ammaliato.

Lo studio della profondità unita alle forme convesse o tridimensionali vedi: Percezione cromatiche dal rosso all’arancione (1987) e Geometrizzando, Ricerca n. 712 (1991) producono delle variazioni fondate sulla rifrazione, dove l’intersecarsi delle linee nelle perfette proporzioni oblique permettono di cogliere il punto di osservazione che ci mostra l’artista ma Gard può arrivare anche all’esatto opposto e cioè a scardinare l’intelaiatura perfetta provocando la deflagrazione della materia pensiamo alle opere: Emozioni Cromatiche (2003) o Stelle Cadenti (2004) dove la luce smagliante è il punto di forza e la capacità di trattenere il visitatore. Ricerca declinata su nuovi presupposti geometrici - astratti portata avanti anche dall’artista Angelo Rinaldi il quale mostra fin dagli anni 60’ di avere assimilato la lezione lasciata dal pittore ed esperto della fotocomposizione László Moholy - Nagy (1895-1946), prediligendo nelle sue opere effetti di trasparenza lasciati dalle figure geometriche sopra le forme sottostanti, a questo proposito si vedano le ultime composizioni: Astratto-5 (2013), Astratto-6 (2013) e Frammenti - AR 19 (2012). Una scelta quella della trasparenza e della brillantezza dei colori che lo porteranno a creare sculture luminose e oggetti di puro design collaborando con importanti aziende produttrici di vetri come le fucine Muranesi. Nel 1996 aderisce al movimento “Artisti Artefici”, fondato da Paola Crema Fallani, di cui fanno parte: Novello Finotti, Igor Mitoraj, Roberto Fallani, Marina Karella, Kurt Laurenz Metzler, Yvan Theimer e Do Vassilakis Konig. Progetta così un tipo di scultura tridimensionale che non fosse più sinonimo di statua ma che utilizzasse dei materiali che la rendessero leggera, aerea e trasparente come le realizzazioni: Piccola nebulosa in acciaio (2010), le opere entrambe del 2000, Mark in bronzo rotante su base e Athletis, una colonna in vetro massello con sommersione di materiali tecnologici, scolpito e dorato nella superficie, che ricorda gli antichi prodotti della vetraria ellenistico - alessandrina (III - II a.c.). Nel 1981 lo storico dell’arte Giulio Carlo Argan nella recensione a Ferruccio Gard indicò nell’arte programmata: “... come la sola che cercasse seriamente un nesso funzionale e non soltanto analogico con la scienza, la teoria dell’informazione, la tecnologia”. Credo che oggi ritornino più che mai attuali queste parole e non sia un caso, la volontà dei due artisti di rifondare in questo preciso momento storico o nell’era digitale, la corrente del Nuovo astrattismo ripartendo proprio da quel punto focale che segnò una svolta nell’arte contemporanea di metà 900’.

©Barbara Rossi 2013

Inaugurazione 6 luglio

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