Centro d'Arte Contemporanea Ticino
Interprete raffinato e irriverente dei fenomeni mediatici, Christian Jankowski comunica prevalentemente con il mezzo video, senza che la sua opera insegua una forma, uno stile estetizzante, una narrazione da copione filmico e/o da studi cinematografici. L'opera fotografica dell'artista Eric Tschernow approfondisce le molte tendenze della nuova fotografia tedesca.
Sabato 18 ottobre 2003 si apre alle ore 17:30 presso il CACTicino (Centro d'Arte Contemporanea Ticino) l'ultima mostra dell'anno dedicata agli artisti Christian Jankowski e Eric Tschernow.
Interprete raffinato e irriverente dei fenomeni mediatici, Christian Jankowski (1968) comunica prevalentemente con il mezzo video, senza che la sua opera insegua una forma, uno stile estetizzante, una narrazione da copione filmico e/o da studi cinematografici.
Jankowski opera quasi sempre per il luogo in cui si trova ad esporre il suo lavoro, ponendo con il lavoro stesso delle domande al pubblico (anziché dare risposte), sopra le righe, stigmatizzando un uso improprio, scenografico e manipolatore del mezzo di produzione, come spesso si constata all'interno del mercato del cinema, della televisione o a proposito dell'immagine commerciale e/o pubblicitaria.
Il riferimento al mondo del cinema e in particolare della televisione, con il loro ventaglio di capacità illusorie costituisce da sempre per l'artista il tema attorno al quale ruotano le sue provocanti visioni.
Interessante è l'identità che assume il pubblico davanti alle sue opere. Il pubblico - agente interattivo, qual è abituato ad essere l'osservatore d'arte in questi ultimi anni - si riappropria del proprio valore critico, del proprio statuto di spettatore e non più di consumatore d'arte, perché l'opera di Jankowski non è solo video o film o documentario, ma assorbe tutti questi linguaggi in un lavoro a base, a tratti, propedeutica.
Va ricordata la sua presenza nel '99 alla Biennale di Venezia, al CACTicino nello stesso anno e al MACRO di Roma quest'anno. In queste occasioni - tra le altre - Christian Jankowski ha realizzato opere ispirate proprio al contesto culturale e di costume del luogo espositivo specifico.
L'opera This I Played Tomorrow (2003) in mostra a Bellinzona e precedentemente presentata al MACRO di Roma è costituita da due proiezioni; la prima è l'intervista da parte del regista ad un cast di attori non professionisti. La seconda è un film, il cui copione è costituito dalle risposte degli inconsapevoli attori, proiettato parallelamente al Cast interview.
La sovversione dei processi creativi è evidente, com'è chiaro il tentativo dell'artista di perforare la superficie per andare alla radice dei meccanismi della comunicazione visiva, riflettendo in maniera ludica sui 'cliché' che sorreggono e giustificano il mondo del cinema e/o dell'arte in generale. Jankowski mette a confronto in qualche modo due realtà , quella verista del backstage e un'altra apparentemente più compiuta legata soprattutto all'idea comune di un'estetica di consumo: cioè il prodotto finale, come noi ormai lo intendiamo. Con quest'opera, l'artista riesce nuovamente a illustrare i paradossi del rapporto realtà -finzione, indagando un linguaggio libero da ogni formalismo estetico.
Va segnalato che il Gegenwartskunstmuseum di Basilea dedica attualmente a Christian Jankowski, fino al 7 dicembre 2003, un'importante mostra personale.
L'opera fotografica dell'artista Eric Tschernow (1964) approfondisce le molte tendenze della nuova fotografia tedesca.
I legami con la tradizione pittorica e con la fotografia degli ultimi vent'anni sono evidenti.
Eric Tschernow sviluppa attraverso ambientazioni indoor e outdoor situazioni talvolta di alto lirismo introspettico. I suoi paesaggi urbani sotto la pioggia di una notte fotografati dall'interno attraverso i vetri di una finestra diventano il reportage di un personale universo poetico interiore; la visione del mondo esteriore nel riposo crepuscolare filtrata dalle percezioni intime dell'artista che si riappropria in chiave contemporanea di una tradizione lirica, ma non retorica o ridondante, o carica di metafore.
Nei suoi autoritratti di nudo, nei paesaggi naturali o nelle vedute urbane, Tschernow indaga e mette alla prova le sue personali percezioni, senza mai cadere nell'autoreferenzialismo fine a sé stesso o senza mai imporre le sue visioni.
La sospensione del tempo, l'impressione di rallentato dell'immagine, così come la timida presenza di ciò che rimanda all'uomo, all'essere umano, pone nuovamente lo spettatore come artefice della rappresentazione a confronto con la propria intimità .
La mostra, che chiuderà domenica 14 dicembre 2003, è aperta al pubblico venerdì, sabato e domenica dalle ore 14.00 alle ore 18.00 o su appuntamento.
Immagine: Christian Jankowski, This I Played Tomorrow 3
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