Blitz Photogallery
Torino
via Bologna, 220/25
011 280220 FAX 011 280220
WEB
La finestra dell'angelo
dal 26/9/2013 al 18/10/2013
mar-sab 16-19.30

Segnalato da

Arte Totale




 
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26/9/2013

La finestra dell'angelo

Blitz Photogallery, Torino

I luoghi dove nasce l'arte. Viaggio per immagini negli studi di 30 artisti piemontesi. Il progetto fotografico vuole narrare e descrivere lo studio dell'artista quale spazio dove germinano le idee.


comunicato stampa

Ma si possono ancora oggi rappresentare in fotografia gli artisti e i loro, a volte, inviolabili ateliers? Bella domanda in un momento di straordinaria confusione su piccole questioni del tipo: cos’è l’arte contemporanea? chi è l’artista e chi il fotografo? cosa vuol dire essere artisti e fotografi allo stesso tempo nella nuova era geologica chiamata un po’ frettolosamente ‘digitale’?
Per affrontare questo scivoloso terreno il pensiero, almeno quello del fotografo va, quasi inevitabilmente, ai ritratti di artisti realizzati dai grandi fotografi del ‘900: la memoria rimanda alle immagini di Man Ray, i Picasso di David Douglas Duncan o di Gjon Mili, i Matisse di Cartier-Bresson e di Robert Capa, gli esponenti della pop art magistralmente ripresi da Ugo Mulas, o quelli immortalati da Karsh, Halsman, Avedon o Irving Penn? Tanto per citarne alcuni.

Marco Corongi e Stefano Greco, due nomi che non solo a Torino dicono qualcosa, hanno con sommessa eleganza e assoluta padronanza del linguaggio visivo, interpretato e descritto gli studi di 30 protagonisti dell’arte contemporanea piemontese, come suggerisce il sottotitolo della mostra “i luoghi dove nasce l’arte”, riuscendo a raccontarci la loro esperienza artistica e umana con empatia e passione. Nasce da questo lavoro anche una galleria di ritratti non scontati: i protagonisti di questa piccola saga, di una storia che rimanda l’uno all’altro dentro i loro spazi metafisici, fra pennelli, vernici, objets trouvés, si rivelano nella loro dimensione più nascosta e segreta.

Ma, questa piccola nota è piena di domande, come hanno fatto Corongi e Greco a superare la ritrosia innata di alcuni, totalmente immersi nella loro arte e spesso sospettosi di ogni ingerenza esterna? E’ stata certamente determinante la personale conoscenza degli artisti e la reciproca stima che hanno reso possibile sciogliere talune riserve e diffidenze, tutto è stato affrontato anche con discrezione “sabauda”: una prima visita per incontrarsi e parlare, una seconda per fotografare gli artisti, quasi sempre e volutamente, non in posa, interpretati quasi come elementi complementari, al pari dello sterminato numero di oggetti, utensili, di opere d’arte che animano gli ambienti dei loro studi.

Il progetto è iniziato nel 2009 con il contributo di Pino Mantovani con il quale gli autori hanno elaborato, dopo numerose e attente riflessioni, una selezione di artisti , firme prestigiose di caratura internazionale: Nino Aimone, Ermanno Barovero, Enzo Bersezio, Enrica Borghi, Gianni Busso, Romano Campagnoli, Antonio Carena , Francesco Casorati, Clotilde Ceriana Mayneri, Mauro Chessa, Riccardo Cordero, Richi Ferrero, Marco Gastini, Massimo Ghiotti, Piero Gilardi, Paolo Grassino, Giorgio Griffa, Luigi Mainolfi, Pino Mantovani, Leonardo Mosso, Ugo Nespolo, Michela Pachner, Vanni Penone, Giorgio Ramella, Claudio Rotta Loria, Marina Sasso, Giacomo Soffiantino, Mario Surbone, Fabio Viale, Gilberto Zorio.

Viene in tal senso restituito un quadro ovviamente non completo ma di per sé fortemente significativo della scena artistica torinese. Non è un’operazione da poco perché Marco Corongi e Stefano Greco si sono addentrati in un campo già sperimentato da molti altri, in tempi diversi e con altre modalità. Insomma i due architetti-fotografi che si conoscono fin dall’epoca del liceo, coautori di altri importanti progetti fotografici, hanno saputo lavorare con leggerezza anche quando, hanno “violato” gli studi e l’intimità dei 30 maestri. In più lo hanno fatto trovando una loro personale chiave interpretativa, non aggressiva pur lavorando con il colore, restituendo nelle immagini di forte valenza visiva dalle ricercate inquadrature il momento topico dell’incontro con l’artista, quello più carico di sincera umanità e di una non forzata reciproca simpatia.

Mauro Raffini

Il progetto fotografico “La finestra dell’angelo – i luoghi dove nasce l’arte” si sviluppa intorno all’idea di narrare e descrivere, attraverso molteplici traiettorie visive, lo studio dell’artista quale spazio dove germinano le idee e prende forma, come per un sortilegio, l’ opere d’arte. Lo studio è Il luogo dove l’artista non solo esercita la sua professione e pone in essere ingegno , creatività e intuizione, ma metaforicamente diventa il luogo dove si svolge il rito magico per eccellenza, dove la materia grezza trasmutata viene elevata a concetto e significato, uno spazio sospeso tra il mondo reale e la dimensione metafisica, ove il pensiero razionale e il mondo immaginifico si materializzano. Lo studio dell’artista ha certamente una connotazione fisica, una sua particolare fisionomia, un suo carattere, talvolta connotato anche da forti valenze estetiche, ma soprattutto si rivela quale espressione palese della personalità del suo fruitore. Può apparire, da un osservazione sommaria, un contenitore organizzato o caotico di oggetti, strumenti di lavoro, di frammenti di ricordi, di segni, di esperienze che riconducono comunque sempre alla dimensione eterea del pensiero. Lo studio è un palcoscenico segreto e nascosto, dove l’artista, attraverso i suoi mezzi espressivi, mettere in scena “la grande opera” .
“La finestra dell’angelo”,titolo ispirato da un opera letteraria dello scrittore Gustav Meyrink, è un suggestivo viaggio per immagini teso a svelare i segreti di luoghi avvolti da un irresistibile fascino misterico, non di rado inaccessibili e inviolabili come l’antro di un alchimista.

Stefano Greco

“………. Questo studio è stato a lungo segreto per i laici e sottratto agli addetti che non siano collaboratori. Altro è la teatralizzazione del laboratorio, la sua rappresentazione per la curiosità di affascinati visitatori; e non mancano leggende d’inganni fra chierici, spesso per sottolineare la differenza dei livelli d’intelligenza.
Ho parlato di momento, perché lo studio, nel caso, non è tanto un luogo, quanto uno stato nel processo esecutivo , nascosto per ragioni materiali quando ancora esistevano i segreti tecnici, per ragioni concettuali quando importava affermare il fondamento intellettuale o addirittura geniale del lavoro, per “educazione” come se tutto ciò che precede l’esito fosse in qualche modo vergognoso o almeno improprio, in quanto elaborazione imperfetta.
Questo momento ancora varrà per chi abbia scelto di proseguire una certa tradizione creativo/operativa, tuttavia, in mutata temperie culturale, non solo dovrà confrontarsi con una drammatica caduta di professionalità, ma anche con una rovesciata sensibilità, che dello scoprire ed evidenziare ciò che sta prima-sotto-intorno si è fatta dovere etico, tema di indagine, occasione di gioco. Protagonisti diventano i materiali e la loro trasformazione: se mai in partenza erano “puliti”, in ordine più o meno rigoroso, dopo che l’immagine si è formata restano sotto specie di spurghi bave avanzi, in fin dei conti tornano ad essere “natura”. E’ difficile immaginare – se “naturale” – che un parto sia asettico e indolore: è pur sempre un metter fuori l’interiorità di un corpo molle e sanguigno. In pittura, ad esempio, i materiali bisogna violarli, sradicarli dal posto dove starebbero tranquilli e perfetti, perché diventino immagine, che non è fantasma ma corpo ulteriore. Di questa drammatica vicenda, per forza resta traccia nel luogo dove si consuma, appunto lo studio.”
Pino Mantovani

Biografie degli autori:

Marco Corongi nasce a Torino nel 1955, si diploma al Primo Liceo Artistico e successivamente si laurea in architettura. Come architetto si occupa prevalentemente di allestimenti e progettazioni d’interni, come fotografo ha collaborato attivamente con il Dipartimento di Progettazione della Facoltà di architettura di Torino a cui a fornito la documentazione fotografica per pubblicazioni e ricerche. Dal 1989 ha al suo attivo mostre in Italia e all’estero (Francia, Germania) libri e cataloghi d’arte.

Stefano Greco è nato a Torino nel 1958, svolge la professione di architetto, docente di Arte e Immagine e artista multimediale. Si avvicina alla fotografia nel 1975 frequentando il corso diretto da Giorgio Avigdor presso l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Dagli anni 70 a oggi ha realizzato vari reportage legate alle vicende socio-culturali soprattutto del territorio torinese, alcuni di essi sono diventate opere editoriali. La sua ricerca artistica nell’ambito del linguaggio fotografico è ispirata soprattutto dalle tematiche della ricerca concettuale. Ideatore e curatore di eventi dedicati alle arti visive è fondatore nel 2001 dell’Associazione Arte Totale. Dal 1980 è protagonista in numerose mostre in Italia e all’estero.

Autori: Fotografie di Marco Corongi e Stefano Greco
Video di Mirco Saletti – Musiche di Roberto Posillico

Organizzazione: Associazione artistico culturale ARTE TOTALE

Info: corongi@tiscali.it – cell.347 3625060, grecodesign@libero.it – cell 347 8766596

Inaugurazione: venerdì 27 settembre – ore 18,30

Blitzphotogallery
Via Bologna 220/25 Torino
Orario mostra: dal martedì al sabato 16,00 – 19,30
Ingresso libero

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