Kemosabe. L'artista trasforma la galleria avvolgendone una porzione di spazio in un wallpaper che riproduce una cianotipia raffigurante il canyon nella zona in cui e' collocato il rifugio visitato durante un viaggio.
La Galleria Tiziana Di Caro è orgogliosa di ospitare la prima mostra
personale in Italia di Maxime Rossi (Parigi, 1980), intitolata Kemosabe,
che inaugura sabato 28 settembre 2013 dalle ore 19:00 alle ore 22:00.
Le
opere in mostra sono state realizzate nel 2013 e sono il risultato di
un viaggio compiuto dall'artista a Sedona, in Arizona, alla ricerca del
fantomatico rifugio che fu di Max Ernst, il quale, negli anni Quaranta,
visse in quelle zone con Dorothea Tanning, e vi realizzò alcune delle
più rilevanti opere della sua produzione.
Kemosabe è il soprannome
che è stato dato ironicamente a Maxime Rossi dalla persona che lo ha
accompagnato in questa ricerca, ed è un termine che nella lingua dei
nativi americani indica un "affidabile esploratore".
Kemosabe è,
quindi, l'artista che trasforma la galleria avvolgendone una porzione
di spazio in un wallpaper (Blue Parrot Canyon, 2013), che riproduce,
ingigantendola, una cianotipia raffigurante il canyon nella zona in cui è
collocato il rifugio. Tale è la maestosità del paesaggio da far sì che
gli elementi architettonici inquadrati nell'immagine si perdano,
invitando lo spettatore a fare uno sforzo per individuarli.
Il
canyon è la quinta entro cui si stagliano quattro sculture in ceramica,
figure in parte austere, che ricalcano le forme di alcune delle maschere
realizzate da Ernst a Sedona, e al contempo grottesche perché sono il
risultato di strani accoppiamenti: Pineapple Aries (Ariete Ananas),
Orange Bird (Uccello Arancia), Pear Fish (Pesce Pera), Banana Rat
(Ratto Banana).
Un bassorilievo, per lo più in carta, riproduce
ancora una porzione di paesaggio, questa volta accennando la terza
dimensione e celando elementi di un'abitazione sommersa dalla
vegetazione. Maxime Rossi insiste sull'ipotesi di svelare il luogo di
Max Ernst, e ancora una volta la sua presenza ci viene solo sussurrata:
non sono le persone a raccontarci una storia, bensì i luoghi, strutture
utopiche che suggeriscono presenze.
Una serie di componimenti
poetici inediti di Maxime Rossi accompagnerà lo spettatore durante la
visita, con una performance vocale che andrà a completare l'enigma di
una storia, solo in parte accennata, e resa ancor più misteriosa da
oggetti, che aprono il percorso espositivo, la cui forma, arricchita da
dirette citazioni da Victor Vasarely, induce alla ricerca di
significati, che entro i confini della mostra non saranno mai rivelati.
Maxime Rossi è nato nel 1980 a Parigi (Francia), dove vive e lavora.
Mostre
personali: Mynah Dilemma, a cura di Marc Bembekoff, Palais de Tokyo,
Parigi, Francia (2012), Bouquet fleuri, bouquet flétri. C’est au choix,
Project Room, Galerie Anne de Villepoix, Parigi, Francia (2010),
Ummagumma (con Armand Jalut), EMBA/Gal Ed Manet, Gennevillers, Francia
(2009)
Mostre collettive (selezionate): 19ª Biennale di Sydney: You
Imagine What You Desire / a cura di Juliana Engberg (2014), Carl Strüwe,
a cura di Mathieu Mercier, Galerie Le Minotaure, Parigi, Francia
(2013), Dernières nouvelles!, GDM, Parigi, Francia (2013), L’Origine des
Choses, a cura di Sebastien Faucon, La Centrale for Contemporary Art,
Bruxelles, Belgio (2013), Sollicitations multiples, Galerie Alain
Gutharc, Parigi, Francia (2012)
Immagine: Maxime Rossi, Blue Parrot Canyon 2013, wallpaper, cianotipia su vinile autoadesivo dimensioni variabili, dettaglio; courtesy l'artista e Galleria Tiziana Di Caro, Salerno
Inaugurazione sabato 28 settembre 2013, ore 19:00 - 22:00
Galleria Tiziana Di Caro
Via delle Botteghelle, 55 Salerno
Orari: dal martedì al sabato, dalle 15:00 alle 20:00 o su appuntamento
Ingresso libero