Vite in transito. Grande retrospettiva dedicata all'artista albanese che dal 1997 ha scelto Milano come citta' d'adozione. Spaziando dal disegno alla fotografia, dalla pittura al video fino alla scultura, la mostra presenta un'ampia selezione di opere tra cui la nuova The Column. La personale e' arricchita da un contributo di Giovanni De Lazzari.
a cura di Paola Nicolin e Alessandro Rabottini
Il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano presenta ADRIAN PACI. Vite in transito, una grande
retrospettiva dedicata all’artista albanese che, sin dal 1997, ha scelto Milano come sua città d’adozione.
Promossa e prodotta dal Comune di Milano – Cultura, PAC e CIVITA, la mostra inaugura in occasione della
9a Giornata del Contemporaneo indetta per sabato 5 ottobre 2013 da AMACI Associazione dei Musei d’Arte
Contemporanea Italiana, di cui il Padiglione milanese è socio fondatore: come da tradizione il PAC aprira
gratuitamente al pubblico dalle 18.00 alle 24.00.
A cura di Paola Nicolin e Alessandro Rabottini, la mostra al PAC presenta un’ampia selezione di opere
realizzate a partire dalla metà degli anni Novanta fino alla produzione più recente, la nuova opera The
Column (2013), in un percorso che esprime la varietà di linguaggi che Adrian Paci utilizza nel suo lavoro,
spaziando dal disegno alla fotografia, dalla pittura al video fino alla scultura.
Sin dalla metà degli anni Novanta il lavoro di Adrian Paci (1969, Scutari, Albania) ha attirato l’attenzione
della critica internazionale per la capacità di coniugare narrazione, rigore formale e riflessione sociale,
offrendo una visione insieme poetica e problematica delle trasformazioni politiche e umane cui sono
andati incontro i paesi dell’ex blocco sovietico dopo la caduta del Muro di Berlino. Agli esordi della sua
carriera, Paci ha prodotto un corpus di lavori influenzato dal clima culturale di quegli anni e all’interno del
quale il tema dell’immigrazione si unisce alla riflessione sul ruolo delle immagini nel racconto delle nostre
esistenze. A partire da questo nucleo tematico – in cui autobiografia e cultura si sovrappongono – l’artista
ha poi negli anni ampliato i confini reali e metaforici del proprio lavoro, giungendo a un’esplorazione di
carattere universale sui temi della perdita, del movimento delle persone nello spazio e nel tempo, della
ricerca di un altrove umano e geografico.
In questo contesto tematico si inserisce la nuova opera filmica The Column, esposta per la prima volta in
un' istituzione italiana e prodotta con il contributo di importanti istituzioni quali lo Jeu de Paume di Parigi,
il PAC di Milano, il Röda Sten Konsthall di Göteborg e il Trondheim Kunstmuseum di Trondheim insieme
ad altri sostenitori. Il film è un racconto visionario che descrive l’estrazione di un blocco di marmo da una
cava cinese e la sua successiva lavorazione nella forma di una colonna in stile classico. Questa lavorazione
avviene in mare, per mano di operai che formano un tutt’uno con la scultura, con la quale viaggiano
all’interno di una nave-officina la cui destinazione è incerta. The Column è una potente metafora che
unisce l’estrema attualità di temi come la de-localizzazione del lavoro, la trasformazione delle tradizioni e
il confronto tra le culture, ad un linguaggio visivo di enigmatica bellezza. Accanto al film, al PAC sarà
esposta la colonna di marmo di cinque metri come elemento scultoreo e insieme elemento narrativo.
Il titolo della mostra Vite in transito chiarisce la centralità di alcuni temi all’interno della produzione
artistica di Paci: la figura umana occupa un ruolo primario nel suo lavoro– sia esso pittorico, fotografico o
cinematografico – e diventa nucleo originario di narrazione, immaginazione e speranza, insieme con il
motivo del movimento costante, sia esso quello dei popoli attraverso le frontiere geo-politiche o quello
della memoria personale, tra la dimensione del vissuto e quella della cultura e della storia. In questo
universo di significati si collocano le storie e i personaggi protagonisti delle opere video esposte: dai
disoccupati silenziosi di Turn On (2004) agli uomini in marcia verso un aereo pronto a decollare in Centro
di Permanenza Temporanea (2007); dai volti estatici dei fedeli raccolti di fronte all’icona sacra di
PilgrIMAGES (2005) ai lamenti della prefica che celebra il passaggio dalla morte alla vita in Vajtojca
(2002) fino all’artista stesso che entra in contatto con il pubblico stringendo ad una ad una le mani dei
presenti in Encouneter (2011).
In molti casi il racconto dell’esperienza quotidiana è definito dal ricorso a immagini e atmosfere che fanno
riferimento alla tradizione pittorica e alle cinematografie di autori come Pier Paolo Pasolini, del quale
troviamo echi nell’opera Electric Blue ( 2010), ma anche Antonioni e Bela Tarr.
La libertà espressiva che contraddistingue il lavoro di Adrian Paci rende possibile anche una continua
osmosi tra media e linguaggi differenti: se i video e i film possiedono spesso la sintesi visiva propria della
pittura, quest’ultima assume l’andamento narrativo proprio del cinema, attraverso il frequente ricorso al
formato del fotogramma e alla struttura in serie. Al PAC saranno esposti gli acquerelli di The Wedding,
l’affresco su mattoni di Façade, la serie di disegni su carta Passages e le gouaches montate su tela della
serie Secondo Pasolini (Decameron) 2007, omaggio alle affinità tra i film del regista italiano e la pittura. Nei
suoi dipinti Paci cerca di rispondere alle immagini che già esistono all’interno di una dimensione filmica
fissando in qualche modo il flusso continuo del video.
La mostra è arricchita da un contributo di Giovanni De Lazzari (Lecco, 1977), artista formatosi con Adrian
Paci durante gli anni del suo insegnamento all’Accademia di Belle Arti di Bergamo. De Lazzari ha
concepito un intervento artistico di natura installativa – visibile al primo piano del PAC – realizzato
attraverso la selezione e inclusione di materiali, per lo più inediti, provenienti da una collezione privata di
Milano. Essi raccontano gli esordi della carriera di Paci e approfondiscono la dimensione delle fonti e il
loro montaggio all’interno del discorso espositivo.
Nato nel 1969 a Scutari ( Albania), Adrian Paci si è diplomato all’Accademia d’Arte di Tirana e dal 1992 al
1995 ha continuato la sua formazione in Italia, dove si è trasferito definitivamente nel 1997 scegliendo
Milano come città d’adozione dove attualmente vive e lavora. Nel corso della sua carriera Paci ha tenuto
mostre personali allo Jeu de Paume di Parigi (2013), alla National Gallery del Kosovo a Prishtina (2012), al
Kunsthaus di Zurigo, al Bloomberg Space di Londra (2010), al CCA di Tel Aviv (2009), al Museum am
Ostwall di Dortmund (2007), al P.S.1 di New York e al Contemporary Arts Museum di Houston (2005). I
suoi lavori sono stati esposti in molte collettive: al MAXXI di Roma (2012), al ZKM Center for Art and
Media di Karlsruhe in Germania (2011), al Kunsthaus Graz (2009), al MART di Rovereto (2009) alla Tate
Modern di Londra (2008), al Power Plant di Toronto e al P.S.1 di New York (2007) e presso il Kunsthalle
Fridericianum di Kassel.
Ha partecipato alla Biennale di Venezia nel 1999 e nel 2005, alla Biennale di Sydney nel 2006 e alla
Quadriennale di Roma nel 2008 nella quale ha vinto il primo premio. Ha partecipato inoltre alla Biennale
di Lione nel 2009 e a quella di Salonicco nel 2013.
Le sue opera sono presenti nelle collezioni di: Solomon Guggenheim Foundation, New York; Museum of
Modern Art, New York; Museum of Contemporary Art, Miami; Seattle Art Museum, Seattle; Centre Georges
Pompidou, Parigi; Louis Vuitton Fondation, Parigi; Kunsthaus, Zurigo; Moderna Museet, Stoccolma;
Museum am Ostwall, Dortmund; Fundacio “La Caixa”, Barcellona; Moderna Galerija Ljubljana, Ljubljana;
Unicredit Collection, Milano; The Israel Museum, Gerusalemme.
L’esposizione è accompagnata da Adrian Paci – Transit, una pubblicazione realizzata in coproduzione con
il Jeu de Paume e il Musée d’Art Contemporain di Montréal e pubblicato da Mousse Publishing.
La mostra è realizzata con il sostegno di TOD’S, sponsor dell’attività espositiva annuale del PAC.
Come di consueto il PAC ha in programma attività didattiche, ideate e organizzate da MARTE e realizzate
con il contributo del Gruppo COOP Lombardia, per avvicinare grandi e piccoli alle opere in mostra.
Ufficio Stampa Mostra
Civita - Barbara Izzo-Arianna Diana | Tel. 06692050220-258| izzo@civita.it
Ombretta Roverselli | Tel. 0243353527| roverselli@civita.it
Ufficio Stampa Comune di Milano
Elena Conenna | tel. 02 88453314 | elenamaria.conenna@comune.milano.it
Conferenza stampa giovedì 3 ottobre 2013 ore 12.00
intervengono:
Filippo Del Corno, Assessore alla Cultura del Comune di Milano
Domenico Piraina, Direttore PAC
Paola Nicolin, curatrice della mostra
Alessandro Rabottini, curatore della mostra
Adrian Paci
ore 13.00 – 15.00 visita in anteprima della mostra
Inaugurazione aperta al pubblico in occasione della 9° Giornata del Contemporaneo 5 ottobre dalle 18.00 alle 24.00
PAC Padiglione d’Arte Contemporanea
via Palestro 14, Milano
Orari: lunedì 14.30 – 19.30 | Da martedì a domenica 9.30-19.30 | giovedì 9.30-22.30 (Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura)
Biglietti: 8 intero, 6,50 ridotto giovani dai 6 ai 26 anni, ultra 65enni e gruppi ( min. 15 persone), 4 ridotto speciale scuole