Da Max a Ube - Ritorno a Milano. Profondo conoscitore della storia dell'arte, l'artista e' interessato ai materiali, dal piu' umile al piu' prezioso.
a cura di Roberta Barbieri
“Umberto Trezzi ama l’arte. Ama vederla, seguirla, ma è anche un artista nel senso completo del termine. Profondo conoscitore della storia dell’arte è di fatto un innamorato sincero dei materiali: dai più umili, ai più nobili come il cristallo e le sue mille preziose possibilità cromatiche. Chiede loro aiuto per esprimere l’ispirazione che sente dentro di sé. Quell'ispirazione che riesce a creare, in una sorta di privatissima operazione nostalgica (), e grazie alla sua profonda conoscenza del fare artistico (ricercata tra gli autori che ama: Mondrian, Basquiat, Schwitters, Kandinskj) un’opera, reinterpretata, completata con quei suoi materiali, con l'inserimento di citazioni affettuosamente metodiche e imprescindibili dei particolari tratti dalle nature morte del fratello maggiore prematuramente scomparso. Il frammento ospitato allora, si trasforma in spirito guida, marchio di fabbrica, archetipo su cui Umberto Trezzi costruisce l’opera, certo, ma anche presenza ironica e affettuosamente condiscendente. E noi che ne guardiamo il risultato vediamo un’opera d’arte densa di significati che si esprime anche in una sorta di percorso concettuale parallelo creato dalla sequenza dei titoli delle sue opere. Per lui un lavoro di rinsaldo affettivo originale e raffinato, per noi un autentico regalo.”
Doretta Cecchi, 4 agosto 2013
vernissage 21 settembre ore 18
Obyartstudio Multifunzionale
via Poliziano, 16 - Milano
Aperta tutti i giorni ore 16-19