Aurelio Andrighetto
Gian Paolo Guerini
Horatio Goni
Nazzareno Guglielmi
Anteo Radovan
Riccardo Sinigaglia
Antonio Tola
Gino Gianuizzi
Elio Grazioli
Inaugura la prima mostra della nuova stagione. Contribuiscono alla sua realizzazione Aurelio Andrighetto, Gino Gianuizzi, Elio Grazioli, Gian Paolo Guerini, Horatio Goni, Nazzareno Guglielmi, Anteo Radovan, Riccardo Sinigaglia, Antonio Tola.
Casabianca: domenica 29 settembre a partire dalle ore 11.00 AM si apre la prima mostra della nuova stagione espositiva.
Contribuiscono alla sua realizzazione Aurelio Andrighetto, Gino Gianuizzi, Elio Grazioli, Gian Paolo Guerini, Horatio Goni, Nazzareno Guglielmi, Anteo Radovan, Riccardo Sinigaglia, Antonio Tola.
Antonio T. ospita Casabianca. Anteo R. invita Gino G. a curare la mostra di apertura. Gino G. si assume la responsabilità del progetto, che prende avvio dalla considerazione che le mostre di Casabianca siano dei momenti di condivisione e di socialità, una situazione collettiva molto lontana dal formalismo dell'opening in galleria.
Aurelio A., Gian Paolo G., Horatio G. e Nazzareno G. sono stati invitati seguendo un istinto 'viscerale' che prescinde da motivazioni razionali e da letture critiche. La domenica a Casabianca come happening (termine desueto) che attraversa l'intera giornata fino a sera.
Negli scambi in preparazione della mostra si sono rivelate coincidenze e incontri. Aurelio A. collabora con Riccardo S. e con Elio G. mentre sia Aurelio A. che Horatio G. - una formidabile coincidenza!
Pochi secondi dopo aver letto il tuo messaggio, alla fermata del 14, incrocio Horatio che non vedevo da anni - apportano due aneddoti inediti su Duchamp.
Attraversano i lavori e il fare degli artisti e si riversano nel progetto il ruolo svolto dal caso nell'opera e nella vita; il rapporto tra l'immagine e la parola detta e scritta, l'interesse per il suono e la musica, l'idea di lavorare insieme, lo sfondo sociale, il rapporto con la storia, etc.
Portare l'attenzione sul rischio, sull'azzardo di chi si assume la responsabilità e quindi, appunto, anche il rischio, cosa di cui forse avremmo bisogno in questo momento.
Titoli possibili Rischiare / Azzardare / Azzardi o qualcosa del genere...
Note sui lavori in mostra
Aurelio Andrighetto con Riccardo Sinigaglia
homepage (suonata da Riccardo e poi liberamente dai presenti)
L’effetto grafico causato da un ritardo nella trasmissione digitale che frammenta l’immagine, una
porzione indecifrabile di QR-code, il pulsare intermittente della luce in un codice senza chiave
interpretativa, una interferenza di suoni: homepage è una collisione di codici e linguaggi che si
spezzano e frantumano e che il gesto ricompone ogni volta in modo diverso per dar forma a
un’opera che è insieme musicale, grafica e testuale.
Homepage è al tempo stesso uno strumento musicale e un peritesto, la soglia tra ciò che nella
scrittura è testuale e ciò che non lo è. Nel caso di un libro: la copertina, il titolo, l’indice, le
illustrazioni, il formato, l’impaginazione grafica che organizza nello spazio l’andamento ritmico del
testo; nel caso di homepage questo andamento è determinato da un’impaginazione che è al
tempo stesso grafica e musicale. La ricerca di un accordo o di una dissonanza sostituisce la logica
con la quale si passa da un contenuto all’altro. Questa ricerca è coordinata al movimento dello
sguardo e a quello del gesto attraverso il quale si esplora la pagina web progettata per tablet multi-
touch. È il dinamismo delle forme di attrazione e dei processi di attenzione. Questo dinamismo,
che deriva dalla forza tensiva e dinamica delle configurazioni percettive, in questo caso ritmiche e
melodiche, guida la lettura del testo sulla superficie del peritesto. Nonostante l’apparenza,
homepage non è una struttura ipertestuale, ciò che la caratterizza non è la mancanza di linearità
nel passaggio da un contenuto all’altro ma l’ordine imposto dal dinamismo delle configurazioni.
Aurelio Andrighetto con Elio Grazioli
Agnetti VS Beuys (5 immagini 30x20 cm ognuna)
A partire da un’immagine fotografica nata in circostanze del tutto particolari, che ha dato come
risultato una superficie scura con pochi segni come grafi, che l’autore Aurelio Andrighetto ha
interpretato come una sorta di punteggiatura senza o prima delle parole, Elio Grazioli ha sviluppato
un percorso testuale che, senza colmarlo, inscena il rapporto possibile tra immagine e testo e la
loro inesorabile verità. Sulla stessa immagine, diventata per l’occasione elettronica, Grazioli ha
scritto cercando che il testo fosse integrato nell’immagine e l’insieme rimanesse immagine, testo
compreso, in una maniera misteriosa, che solo l’occhio capisce. Non senza che un discorso fili
lungo la sequenza, sotto e attraverso di essa, non diretto ma, appunto, fatto dello strano rapporto.
Aurelio Andrighetto con Horatio Goni
Per la tua idea di assegnare a questa mostra la dimensione dell'incontro e dello scambio
partecipato, utile anche per una riflessione critica del sociale, ci piacerebbe, se ci riuscirà, mettere
insieme i due aneddoti ancora inediti su Duchamp (uno l'ha raccolto da Carla Pellegrini, anzi suo
figlio Nicola, l'altro sta tentando di recuperarlo Horatio in Argentina), non sappiamo ancora in che
forma, magari anche solo come testimonianza o documento, per portare l'attenzione sul rischio,
sull'azzardo di chi si assume la responsabilità e quindi, appunto, anche il rischio, cosa di cui forse
avremmo bisogno in questo momento.
Horatio Goni
L'immagine è immaginabile, assume dunque una dimensione astratta, proiezione del pensiero:
l'idea.
L'immagine come luogo/spazio mentale e come spazio fisico occupato.
L'immagine come realtà di percezione visiva plasmabile, riproducibile su un piano, spazio fisico
limitato: la superficie.
Il quadro immagine unica che occupa il suo proprio luogo: la tela.
Serie di immagini fisse racchiuse in un'unica immagine e un tempo: il film.
Il cinema come serie di immagini che convergono nello stesso luogo: lo schermo.
Entrambi occupano uno spazio fisico analogo (tela/schermo) rettangolare, bidimensionale.
Horatio Goni Rinaldini, novembre 2005
Gian Paolo Guerini
1h44'59''
I protagonisti del film 1h44'59'' sono Anna Maria e Pier Maria. Camuffati nelle loro iniziali, si
protendono cercando la loro identità, sebbene facciano di tutto per non trovarla. Le introspezioni
singhiozzano: disegnare un cerchio coi discorsi quando si vive immersi in un triangolo, permette
alla geometria di soggiacere alla temperatura perfetta. Eppure, come filtrati da un prisma, questi
due personaggi brillano come neve al sole. Quando A. M. s’aggrappa a kρόνος, P. M. sfodera il
suo αἰών per cercare di appurare per l’ennesima volta che il tempo esiste solo come esperienza
del suo errore. Lasciarsi comprendere dal tempo, invece di lasciarsi prendere, pare l’unico modo
per evitare intenzioni.
Nazzareno Guglielmi
Atlantide – Il Tempo dentro
Questo lavoro è costituito da 35 + 1 collage che rappresentano tutte le isole che io nel corso dei
miei viaggi ho visitato più Atlantide, l'isola misteriosa rappresentata in modo diverso.
L'idea di questo lavoro è quella di rappresentare tutte le "mie" isole con il mare diventato fiume che
scorre dentro e l'isola "uomo" - Atlantide - attraversata anche essa da un tempo che sovrasta il
tutto.
Tavola Pitagorica
Questo lavoro è costituito da una serie di cubi di legno, ciascuno di spigolo 6 cm e su ogni faccia
c'è inciso a caldo un numero e tutti e quattro i numeri costituiscono una data.
Tavola pitagorica si presenta come una serie di numeri apparentemente casuale e senza senso;
in realtà queste date ripercorrono la mia vita come una sorta di autoritratto numerico.
Inaugurazione domenica 29 settembre dalle ore 11.00
Casabianca
via Pepoli 12 Zola Predosa (BO)
su appuntamento 347 2627442
ingresso gratuito