L'Avana come scenario, non protagonista, di immagini che prendono forma da frammenti di realta' e colgono atmosfere intime. Alla base dell'intero progetto c'e' la volonta' di condividere l'anima della citta', lontano da ogni fascinazione folkloristica e turistica.
di Lorenzo Castore
L'Avana come scenario, non protagonista, di immagini che prendono forma da
frammenti di realtà e colgono atmosfere intime. Alla base dell'intero
progetto c'è la volontà di condividere l'anima della città , lontano da ogni
fascinazione folkloristica e turistica. Immagini che non vogliono spiegare
niente ma che ci restituiscono l'atmosfera di un luogo, immagini che
ritraggono 'il marginale per sintetizzare l'aspetto assoluto della natura
visibile'. Nelle intenzioni del fotografo la necessità di tendere verso
impressioni dirette, primordiali e L'Avana, il suo palcoscenico, decadente
ed essenziale, così vera e allo stesso tempo fuori dal mondo, rappresenta
una fonte da cui attingere impressioni . 'Un esercizio di attenzione, un
assoluto: quello che ho cercato è l'autenticità dell'essere umano, l'umanitÃ
nella vulnerabilità , nella paura, nella fragilità , nell'inadeguatezza. Che è
la mia.'
Non soltanto non ho saputo essere cattivo, ma non ho saputo essere niente di
niente: ne' cattivo ne' buono, ne' canaglia ne' galantuomo, ne' eroe ne'
insetto. E adesso passo i miei giorni qui nel mio cantuccio, burlando me
stesso con la maligna e del tutto inutile consolazione che, comunque sia,
una persona intelligente non puo' diventare sul serio qualcosa, giacche' a
diventar qualcosa ci riesce solamente l'imbecille.
(F.Dostoevskij)
Questo lavoro e' svolto principalmente a L'Avana.
Le fotografie non vogliono spiegare niente. Frammenti da un mondo insieme
reale e irreale; la ricerca di un'atmosfera metafisica che stacchi le sue
immagini dal presente.
Tutto e' stato fotografato, e il fatto che L'Avana sia un luogo molte volte
ritratto ha costituito una spinta ancora piu' forte alla realizzazione di
questo progetto; la città ne è lo scenario, ma non la unica protagonista.
Il fine di questo lavoro vuole essere quello di mostrare L'Avana attraverso
la suggestione del colore e dell'insignificante, essendo io fermamente
convinto che il caratteristico, il folkloristico per quanto esteticamente
affascinante non aggiunga niente al sentire e al condividere l'anima di una
citta', di un luogo o di una situazione. Quindi queste fotografie riguardano
L'Avana, ma nondimeno la fragilità , che è stata l'impressione dominante del
mio lavoro e del mio tempo lì.
Il progetto si chiama 'Paradiso', come uno dei romanzi piu' importanti della
letteratura cubana, di Jose' Lezama Lima, ma è un titolo che si tramanda da
sempre; il paradiso  concetto, astrazione, luogo della mente - si trova
sulla terra, ad ogni angolo, nella vita, nel momento in cui si comprende la
nostra natura infima e la nostra suprema grandezza.
Un esercizio di attenzione, un assoluto: quello che ho cercato è
l'autenticità dell'essere umano, l'umanità nella vulnerabilità , nella paura,
nella fragilità , nell'inadeguatezza. Che è la mia.
Il marginale per sintetizzare l'aspetto assoluto della natura visibile.
La necessità di tendere verso impressioni dirette, primordiali e pure è
all'origine di questo progetto, e L'Avana è il suo palcoscenico,
decadente ed essenziale, così vera e allo stesso tempo fuori dal mondo.
Lorenzo Castore e' rappresentato in Italia da Grazia Neri
La mostra verrà inaugurata giovedì 30 ottobre alle 18,30
All'inaugurazione sarà presente Lorenzo Castore
La mostra rimarrà aperta fino al 29 novembre 2003
con i seguenti orari:
da lunedì a venerdì: dalle 9 alle 13 e dalle 14,30 alle 18
sabato: dalle 10 alle 12,30 e dalle 15 alle 17
chiuso la domenica ingresso libero
Mostra a cura di Grazia Neri e Elena Ceratti
Ufficio stampa
Agenzia Grazia Neri tel. 0262527.1
Galleria Grazia Neri, via Maroncelli 14, Milano