Ribi. Negli occhi dei pesci lacrime. La parola "ribi", che nella lingua slovena significa "due pesci" e' qui l'esemplificazione della dualita'. In occasione della XII edizione di FotoGrafia.
a cura Manuela De Leonardis
Vuoto e pieno si alternano nella serie Ribi. Negli occhi dei pesci lacrime realizzata da Karmen Corak tra il 1996 e il 2011 e presentata per la prima volta in occasione della XII edizione di FotoGrafia – Festival Internazionale di Roma che indaga sul tema “Vacatio. Sospensione e assenza nella fotografia”.
Iconograficamente i pesci hanno una forte valenza simbolica, sia nel mondo occidentale di area cristiana che in Estremo Oriente, dove uno degli otto simboli del Buddha è rappresentato proprio da un paio di pesci. La parola “ribi”, che nella lingua slovena significa “due pesci” è quindi l’esemplificazione della dualità: due correnti energetiche, due realtà complementari che insieme riconducono all’unità. Quanto all’adattabilità e all’identificazione con il flusso della vita, appartiene indifferentemente a tutte le culture.
“Negli occhi dei pesci lacrime” è, invece, il frammento di un haiku di Matsuo Bashō: “La primavera se ne va / gli uccelli gridano / negli occhi dei pesci lacrime.”
Per la fotografa è il tentativo di cogliere l’attimo del passaggio, una mobilità cristallizzata del flusso vitale. La sospensione e l’assenza come una texture fitta che non lascia respiro all’interno dell’inquadratura, in cui affiora il ricordo del guizzo dietro/dentro lo strato di ghiaccio che congela il soggetto fisicamente e metaforicamente.
Karmen Corak (Slovenia 1959, vive e lavora a Roma) ha studiato Arti Grafiche a Zagabria in Croazia e Conservazione e restauro di opere d’arte su carta, a Roma in Austria e Giappone. Dal 1985 svolge l’attività professionale di restauratore/conservatore di opere su carta e di fotografie. Durante numerosi viaggi di studio in Cina e Giappone ha realizzato lavori fotografici sulle tecniche tradizionali della fabbricazione della carta e di opere d’arte. Nel corso della sua conferenza sulla carta “Washi, arte e conservazione”, tenuta a Roma presso l’Istituto Giapponese di Cultura nel 2006, ha presentato i lavori fotografici eseguiti in Oriente. Le sue fotografie sono state pubblicate presso quotidiani e periodici, come la rivista slovena Art Words e sono presenti nelle collezioni private, tra le quali il Centro Urasenke di Roma e Awagami Washi Collection a Tokushima, Japan.
Mostre personali: 2013 - Frammenti del Giappone tradizionale (a cura di Marco Meccarelli), ex Collegio dei Gesuiti, Noto, Sicilia (organizzata dal Comune di Noto e dall’Ambasciata Giapponese in Italia con il patrocinio dell’Istituto Giapponese di Cultura); 2012 - WASHI.La via tradizionale (a cura di Marco Meccarelli), Studio CAMERA 21, FOTOGRAFIA XI. Festival Internazionale di Roma con il patrocinio dell’Istituto Giapponese di Cultura; 2011 - AWARE.Oltre l’apparenza (a cura di Luisa De Marinis), Studio CAMERA 21, FOTOGRAFIA X. Festival Internazionale di Roma
Mostre collettive: 2013 - Photography or Painting? (a cura di Marco Delogu), Capalbio, PhC Capalbiofotografia Festival - V edizione
Premi: 2013 - Concours photo “Métiers du Monde” de l’Alliance française de Venise, 2ème place; International Fine Art Photography Award, Grand Prix de la Découverte, 2013 Grand Prix Juror Award of Merit: Still Life (2 fotografie), Cityscape/Architecture (1 fotografia)
inaugurazione alla presenza dell’artista sabato 5 ottobre 2013 – ore 18,30
Acta International & LuminUp
Via Panisperna 82/83 Roma
dal lunedì al venerdì ore 16.00 ‐ 20.00
sabato su appuntamento