Sanford Biggers
Shannon Bool
Enrico David
Willem De Rooij
Noa Eshkol
Mike Kelley
William Kentridge
Gabriel Kuri
Goshka Macuga
Adele Roeder
Slavs Tatars
Rosemarie Trockel
Piotr Uklanski
Francesco Vezzoli
Vincent Vulsma
Franz Erhard Walther
Pae White
Andrea Zittel
Marta Barbieri
Bruno Barsanti
Lucrezia Calabro'
Sara Dolfi Agostini
Alessandra Ferlito
Valeria Mancinelli
Chiara Nuzzi
Marta Papini
Stefania Rispoli
Gabriele Tosi
Irene Calderoni
"Soft Pictures" e' una collettiva dedicata all'uso del medium tessile nell'arte contemporanea: il tessuto e' impiegato dagli artisti per riflettere sulle nozioni di tradizione, memoria e folklore. "A Linking Park" (fino al 12.01), sfrutta le logiche del web e della comunicazione informatica per riflettere sulla fruizione e la circolazione dei dati.
Soft Pictures
A cura di Irene Calderoni
23 Ottobre 2013 - 23 Marzo 2014
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta, dal 23 ottobre 2013 al 23 marzo 2014, Soft Pictures, mostra collettiva dedicata all'uso del medium tessile nell'arte contemporanea, a cura di Irene Calderoni.
Storicamente posto al confine tra arti liberali e arti applicate, l'uso del tessuto come materiale per creare immagini artistiche oggi ripreso dagli artisti nelle sue molteplici valenze, storiche, politiche, sociali e simboliche, una ricca trama di significati di cui questa mostra rende conto.
Come prodotto del lavoro umano, fusione perfetta di tecnica e invenzione, grande maestria e impegnativa applicazione, l'arte tessile pusembrare lontana dall'approccio concettuale di tanta arte del nostro tempo, ma sono proprio questi aspetti che divengono centrali nel recupero odierno di questa tradizione. Al tempo dell'immagine digitale, scegliere il tessuto come materiale e antiche tecniche per lavorarlo diviene il primo gesto significante, un gesto forte, che riapre un campo di possibilitespressive per l'arte.
Il tessuto impiegato dagli artisti per riflettere sulle nozioni di tradizione, di memoria, di folklore: là dove l'opera d'arte non ha un autore definito, ma porta in sla ricchezza di un'intera cultura, di innumerevoli mani e menti che l'hanno forgiata nei secoli, tramandandone l'arte fino a noi. Ma il legame con la cultura di un popolo e di un'epoca richiama anche le connotazioni politiche e sociali di questi manufatti: il lavoro umile e domestico, prettamente femminile e funzionale alle esigenze private, l'altra faccia di un'arte che arriva a rappresentare la ricchezza e la potenza delle corti europee. Durevole e facile da trasportare, il tessile anche stato la merce per eccellenza, protagonista delle dinamiche commerciali ed economiche che hanno rivoluzionato la Storia.
Come ricorda Seth Siegelaub, collezionista di tessuti antichi e grande conoscitore della materia, "forse è un caso che Cristoforo Colombo, come suo padre prima di lui, fosse un produttore e mercante di lana; ma piuttosto logico che il telaio Jacquard, creato nell'800 in Francia, sia stato l'ispirazione per il lavoro dell'inglese Charles Babbage, che ha portato direttamente all'invenzione del computer nel 20 secolo".
Funzione e decorazione, design e arte, tradizione e modernit tra questi diversi poli si muovono gli artisti in mostra per riflettere sull'immagine e sul materiale stesso come concentrazione di tensioni e simboli differenti. L'idea stessa di immagine oggetto di particolare attenzione, per la complessa relazione che il manufatto tessile ha con la dimensione pittorica; secondo il dictat modernista di specificità al medium l'immagine tessuta un concetto problematico, come Anni Albers notoriamente sosteneva, affermando che l'opera tessile non un quadro Le opere in mostra esplorano specificamente questo spazio contestato e liminale, dando forma alla particolare dialettica tra le caratteristiche materiali e simboliche del medium tessile e il suo funzionamento come immagine.
Artisti in mostra:
Sanford Biggers (USA 1970. Vive a New York), Shannon Bool (Canada 1972. Vive a Berlino), Enrico David (Italia 1966. Vive a Londra), Willem De Rooij (Olanda 1969. Vive a Berlino), Noa Eshkol (Israele 1924-2007), Mike Kelley (USA 1954-2012), William Kentridge (Sud Africa 1955. Vive a Johannesburg), Gabriel Kuri (Messico 1970. Vive a Cittdel Messico e Bruxelles), Goshka Macuga (Polonia 1967. Vive a Londra), Adele Roeder (Germania 1980. Vive a New York), Slavs Tatars (Collettivo creato nel 2006. Vivono in Eurasia), Rosemarie Trockel (Germania 1952. Vive a Colonia), Piotr Uklanski (Polonia 1968. Vive a New York), Francesco Vezzoli (Italia 1971.Vive a Milano), Vincent Vulsma (Olanda 1982. Vive ad Amsterdam), Franz Erhard Walther (Germania 1939. Vive a Fulda), Pae White (USA 1963. Vive a Los Angeles), Andrea Zittel (USA 1965. Vive a Los Angeles).
prorogata fino al 4 maggio
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A Linking Park
A cura di Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino
23 Ottobre 2013 - 12 Gennaio 2014
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta, dal 23 ottobre al 12 gennaio, A Linking Park, progetto che nasce da CAMPO 12, prima edizione del corso per curatori italiani promosso dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, in collaborazione con la Fondazione per l'Arte Moderna e Contemporanea CRT.
A Linking Park potrebbe sembrare una mostra senza opere: per vederla è necessario trovarsi di fronte alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo con uno smartphone in mano e fotografare i venti QR posizionati sulla sua facciata. I QR si presentano come codici minimali, decodificabili solo da un dispositivo connesso a internet. Spazio effettivo di fruizione di A Linking Park, quindi, sono gli smartphone, mentre la facciata della Fondazione diventa l’interfaccia e il supporto su cui sono allineati i codici.
A Linking Park sfrutta le logiche del web e della comunicazione informatica per riflettere sulla fruizione e la circolazione dei dati e sull’adattamento della pratica curatoriale alle dinamiche culturali attuali, fortemente legate all’uso quotidiano della tecnologia web digitale.
Sulla facciata, i codici QR sono tracce di un dialogo a distanza intercorso tra i dieci curatori di CAMPO12, corso-residenza promosso dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Ricalcando l'immediatezza della “Quick Response” dei codici, i curatori si sono scambiati a turno una serie di link con due sole condizioni: dare una “risposta veloce” - non impiegando più di due giorni per scegliere il proprio link - e selezionare materiali che facessero già parte della grande collezione del web visibile, ovvero l'insieme dei siti raggiungibili tramite Google. Un limite non indifferente se si considera che la parte del web indicizzata dal motore di ricerca conta 2 miliardi di documenti sui 550 miliardi totali.
Al tempo stesso, il processo di selezione dei link ha origine da una riflessione su temi specifici quali l'evoluzione dell'architettura in risposta alla proliferazione delle interfacce tecnologiche; l'uomo come strumento per la diffusione di immagini; lo statuto delle opere d'arte digitalizzate e archiviate online e gli aspetti legali connessi alla loro diffusione e utilizzo.
La selezione dei dieci curatori ha incluso senza distinzione estratti di film, video e brani musicali caricati su Youtube e Vimeo, siti e pagine web creati da artisti e progetti pensati appositamente per la rete. Così da una web chat con Andy Warhol attraverso un medium si passa a Tom Waits, Roberto Benigni e John Lurie che si sgolano in prigione per un gelato, idealmente seguiti da riprese di lavoratori che escono dalle grandi fabbriche della prima metà del secolo.
Il lato “in chiaro” del web, quello ipercontrollato di Google e dei suoi algoritmi di ricerca diventa così il contenuto di un gioco di perdita di controllo: ogni nuova risposta è un’interpretazione personale del link che l’ha preceduta e modifica il percorso di A Linking Park nel suo complesso.
Alla mostra A Linking Park si affianca la pubblicazione A Linking Book, un libro la cui dimensione tascabile ricalca quella di uno smartphone. La pubblicazione si avvale di contributi teorici commissionati ad artisti, scrittori e professionisti della rete quali Riccardo Benassi, Joseph Nechvatal, Alessandra Donati ed Emilio Vavarella.
CAMPO12, che si è svolto da novembre 2012 a giugno 2013, è una iniziativa della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo in collaborazione con Fondazione per l'Arte Moderna e Contemporanea CRT, che sostiene il progetto nell'ambito di RESÒ, il programma di residenze internazionali per la produzione di interventi con e sul territorio, nato dal tavolo di co-progettazione tra le diverse istituzioni per l’arte contemporanea in Piemonte che si occupano di formazione.
Curatori:
Marta Barbieri (Piacenza, 1984), Bruno Barsanti (Bari, 1982), Lucrezia Calabrò (Desenzano del Garda, 1990), Sara Dolfi Agostini (Viareggio, 1983), Alessandra Ferlito (Catania, 1978), Valeria Mancinelli (Senigallia, 1986), Chiara Nuzzi (Napoli, 1986), Marta Papini (Reggio Emilia, 1985), Stefania Rispoli (Napoli, 1985), Gabriele Tosi (Pistoia, 1987).
Inaugurazione: mercoledì 23 ottobre 2013, dalle 19.00 alle 21.00
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
via Modane, 16 - Torino
Orario: Gio 20-23, Ven-Sab-Dom 12-19
Ingresso libero