Oltrenatura. Vidoni con sculture, disegni, fotografia e installazioni invita l'osservatore nel terreno impervio e indeciso che si frappone tra due termini abusati e a rischio continuo di fraintendimento: natura e civilta'.
Questo è il titolo dell’esposizione che riunisce una ventina di brani appartenenti agli ultimi dieci anni di ricerca di Carlo Vidoni. Il titolo scelto invita nel territorio che, abbandonata la natura, introduce ai percorsi incerti e avventurosi che premono verso la cosiddetta civiltà. Tra natura e civiltà dunque si gioca l’arte di Vidoni, che con sculture, disegni, fotografia e installazioni invita l’osservatore nel terreno impervio e indeciso che si frappone tra due termini abusati e a rischio continuo di fraintendimento. In questo territorio difficile, difficilmente misurabile, quantificabile, per non dire identificabile, l’artista friulano discute, scava, percorre, rilancia. Per spingersi in modo ostinato in percorsi dal transito incerto, che nulla hanno di direzionale. Piuttosto di avvolgente, così da definire opere che trattengono, nell’antinomia che sta alla base di ciascuna di esse, radici profonde e voli pindarici, inghiottimenti, ritorni e slanci avventurosi. Nascono brani come Paroleradici, Pala, Tornarenatura_asce, Emigrante, che argomentano in modo convincente la propria sostanza di “oltrenatura”. Vivono di recupero, amano l’assemblaggio quanto il contrasto, conoscono la scultura come il valore del segno che rileva, costruisce, progetta.
Fanno dell’elemento naturale object trouvè sottoposto a dialogo serrato con il ready-made appartenente a una quotidiana e ordinaria civiltà. Tra le polarità interviene Vidoni a cucire scarti, individuare legami e prossimità quanto a visualizzare distanze e intolleranze prive di soluzione definitiva. Eppure tutto diventa esatto attraverso la tenuta formale precisa, dove l’antinomia diviene equilibrio delle parti e ogni brano è giocato sugli opposti, ma controllato con coerenza e rigore tecnico-formale. A rendere ancor più significativa l’esposizione è l’architettura ospitante, lo storico palazzo Caiselli, sede dell’Università di Udine, quindi luogo preposto al sapere. In un percorso discreto, che invita alla riflessione, s’incontrano opere che aprono a una serie di temi correlati, come la migrazione, lo sradicamento, la guerra, la volontà di conoscenza, la solitudine. Qui lo spazio tra natura e civiltà si fa territorio metaforico delle problematiche contemporanee e segna l’attualità di una ricerca che con fare solo apparentemente straniante, talvolta visionario, centra al contrario gli interrogativi e l’impegno di questo nostro essere nel mondo. Biografia È nato a Udine nel 1968, attualmente vive e lavora a Tarcento (Ud).
Ha frequentato l’Istituto d’Arte, specializzandosi in grafica e fotografia, per poi laurearsi in storia dell’arte contemporanea presso la Facoltà di Lettere e Filosofia a Udine.
La sua ricerca artistica da anni si muove nel territorio della sperimentazione scultorea, condotta attraverso l’uso di molteplici materiali. Il suo percorso di approfondimento artistico indaga la condizione esistenziale dell’uomo contemporaneo e il complesso rapporto tra natura e civiltà. Ha esposto i suoi lavori sia in mostre nazionali sia all’estero.
Inaugurazione 25 ottobre ore 18
Palazzo Antonini
Dipartimento di Storia e Tutela dei Beni Culturali Università degli studi Udine
Via petracco 4 - Udine
orario: lunedì e venerdì ore 8-18,30; martedì-giovedì ore 8-!9,30