S-fiorata / Dammi una mano. Rubinacci dedica un'installazione all'anatomia della mano e alle sue diverse professionalita'. Pan Wang ha saputo individuare un'area iconografica trasversale tra la tradizione e l'attualita'.
Pan Wang
La giovane artista cinese, il suo radicamento nella vita e nell'attività
espositiva italiana, rappresenta un valore prezioso che si è consolidato
lungo gli anni didattici di Brera ed oggi con un'attività espressiva al cui
interno il patrimonio culturale delle sue origini, le tecniche e i sistemi
di sensibilità, sono significativamente presenti e si collegano in termini
stringenti anche al concetto di contemporaneità. Pan ha saputo individuare
un'area iconografica in grado di testimoniare lo spessore profondo e
trasversale tra la tradizione e l'attualità, tra il giudizio e l'analisi,
tra la riservatezza e la dichiarazione, tra la delicatezza e la forza del
dettaglio, tra ripiegamento e affermazione. La successione e lo scandire
delle immagini, dove la tecnica appare in bilico tra la leggerezza e
l'energia, tra la tensione e il contrasto, ma anche la dialettica
cromatica, articolata tra la l'estensione del nero-bianco-rosso,
introducono quelle forme di comunicazione visiva in cui appare sfiorata la
sensualità, appena accennata l'intimità e suggerito l'erotismo. Cosi
all'interno dei grandi formati e degli studi preparatori, nell'estensione
monocroma dei fondi - contrassegnati dal rosso, dal nero - si colloca e si
dettaglia la consistenza della materia cartacea nella definizione
protettiva di una delicata fisicità femminile, arricchita dalla
sottolineatura del frammento floreale aggettante.
Pan Wang nasce in Cina a Liaoning Shenyang nel 1984. Vive e lavora a Milano
e Pechino. Ha studiato presso l'Accademia di Luxun in Cina e si è laureata presso
l’Accademia di Belle Arti di Brera.
Emiliano Rubinacci
L'istallazione dedicata da Rubinacci all'anatomia della mano e alle sue
diverse professionalità dimostra con estrema chiarezza la contaminazione in
atto nella creatività contemporanea tra le forme simbolico-culturali del
patrimonio storico con i valori di un'estetica dell'esperienza sociale.
Centrale nel lavoro del giovane scultore italo-argentino è la citazione
insistita della mano, colta nella storica tradizione didattica e
conservativa delle gipsoteche, significativamente presente anche a Brera;
un processo di osservazione che si specifica, anche attraverso il
contributo della tecniche in atto, ponendosi in relazione con la cultura
medica tra Cinque e Seicento ed in particolar modo con le cere anatomiche
presenti nei Gabinetti (la Specola di Firenze) e nei Musei scientifici (Le
Raccolte Spallanzani di Reggio Emilia) e delle prime Università. Su questo
patrimonio umano, ma che si allarga con diversi lavori all'intero mondo
animale, Rubinacci predispone, evitando le diffuse forme degenerative
nell'autoreferenzialità dell'eredità pop, un sistema estetico-plastico
socio-antropologico, un caleidoscopio delle funzioni simboliche d'uso degli
strumenti e delle tecniche, una classificazione iconografica dei gesti. Un
evento creativo che si qualifica in quello espositivo attraverso una
successione di 'opere-mani' che parlano di lavoro e di pensiero;
un'istallazione 'omaggio' a questi preziosi e intelligentissimi strumenti
osservati lungo la storia dell'arte e presenti nella nostra stessa
quotidiana esistenza.
Emiliano Rubinacci è nato a Buenos Aires, in Argentina, nel 1979. Ha frequentato l’Accedemia I.U.N.A (Instituto Universitario Nacional de Arte) di Buenos Aires per un anno e nel 2002 si è trasferito a Milano dove
si è iscritto presso l’Accademia di Belle Arti di Brera per poi laurearsi nel 2007 in Scultura.
Nel 2004 è entrato a far parte del progetto The Bag Art Factory e dal 2007
al 2010 ha lavorato per lo studio del maestro Giuseppe Spagnulo.
Inaugurazione giovedì 7 Novembre 2013 alle 18
Offbrera - Accademia Contemporanea
via San Calocero 27, Milano
Ingresso libero