L'effimero colto dal velo d'organza. L'artista si propone attraverso il suo alter ego: il velo d'organza, la pelle dell'opera. Le installazioni raccontano di mondi fantastici, ricchi di intimi ricordi che la memoria conserva.
a cura di Adriana M. Soldini
Nell’ambito di “Giovani idee in transito” in Sala Dogana di Palazzo Ducale a Genova, venerdì 8
novembre 2013, alle ore 18, inaugura L’effimero colto dal velo d’organza, personale di Federica
Gonnelli, a cura della narratrice d’arte Adriana M. Soldini, in mostra fino al 24 novembre 2013.
L’artista si propone attraverso il suo alter ego: il velo d’organza, la pelle dell’opera. La sua
interposizione non è di ostacolo, ma è il tramite che porta alla conoscenza e all’archiviazione del
sapere. Attraverso il medium espressivo che predilige e in cui eccelle, l’installazione, lo spettatore
vedrà mondi fantastici dettagli intimi di ricordi che la memoria conserva; tracce di vissuto annidate
nei meandri dell’inconscio che l’arte di Federica fa emergere e rende visibili all’interno di
contenitori-case-rifugi, come tesori da preservare. Spesso non tangibili, per la loro fragilità e perché
lo spettatore non si fermi alla loro corporeità. Non solo immagini, ma ci sono parole riferite a
emozioni o a riflessioni intime in cerca di eternità. È tangibile come il rapporto tra corpo e natura
costituisca uno dei fili conduttori della sua arte. Il linguaggio artistico di Federica Gonnelli si sviluppa
in una molteplicità di significati e di varianti di significato. È al contempo raffinato e ironicamente
pop. Sa essere maestoso senza essere urlato e sa essere convincente anche nell’infinitamente
piccolo.
“È come una trasmutazione continua dello stato della materia e dell’antimateria, della sostanza e
dell’essenza, dove sono rilevanti i luoghi dal confine sfumato e dalla natura labile che si pongono
nei punti di contatto tra diversi stadi e tra stati” – afferma la curatrice Adriana M. Soldini.
L’artista offre l’invito a compiere un viaggio iniziatico verso una maggiore consapevolezza di sé,
per il riconoscimento dell’ identità personale e collettiva. Dalla luce al buio. Dal corpo in terracotta
di L’Orna-mento/L’Orna-mente, alla richiesta di esito positivo dell’impresa fatta con gli ex voto, fino
al momento del passaggio della cortina spazio-temporale con Effimeri Parati. E così giungere nella
stanza centrale dove il Tempo – passato/presente/futuro – si svolge in un’atmosfera evanescente.
Nel labirinto dei percorsi offerti dalla memoria, come il ricordo di un amore perduto in Louise &
Herbert, e dalla natura, come il bosco di Insonne Dormire Ri(S)Veglia o l’albero di Cristallidi, l’artista
si affida alla luce artificiale delle opere per fare strada allo spettatore tra le finissime trame del
tessuto. Una guida mai definibile che si avvale della collaborazione dell’ombra, che esiste perché
proviene da lei, la luce. Mentre con la proiezione, l’artista sottolinea il concetto di transizione e la
possibilità di presenza dei corpi.
Il progetto è presentato dal collettivo Arts Factory (di cui fa parte l’artista con la curatrice e la
poetessa Francesca Del Moro) e dal gruppo neRo POP. Nato nel 2011 da un’idea dell’artista
Roberto Messina e presentato a Berlino nel 2012 dalla curatrice del gruppo Adriana M. Soldini,
intende rappresentare la vena dark del corpo Neo Pop, senza costituire una corrente, ma
muovendosi tra le correnti. Si confronta principalmente con i temi caldi dell’attualità, con la
letteratura e la musica, che costituiscono il punto di partenza per raffigurare un immaginario spesso
malato, metafora di una società in crisi di valori, ipocrita e dall’inquietante lato oscuro, su cui il
gruppo tiene alta l’attenzione. L’elemento distintivo è l’ex voto, inteso come fonte che testimonia
una situazione e racconta una storia: omaggio a qualcosa o a qualcuno per una
corrispondenza di ideali o di azioni; celebrazione di un evento; espressione visiva di un desiderio o
di una promessa. Oltre ad Arts Factory e a Roberto Messina, il gruppo è composto da: Anonymous
Art (Elena Bertoni, Simone Romano), Loredana Catania, Massimo Festi, Shanti Ranchetti e
Francesca Randi.
Breve biografia e CV di Federica Gonnelli
Federica Gonnelli nasce a Firenze nel 1981, dove a partire dal 1995 frequenta il Liceo Artistico e
successivamente l’Accademia di Belle Arti.
In Accademia sviluppa una profonda ricerca sul rapporto contenuto-contenitore, “giocando” con
gli oggetti più disparati che ripone in scatole di legno e con immagini alle quali sovrappone, grazie
alla trasparenza dell’organza altre immagini. Sul velo d’organza appaiono immagini e figure che si
sovrappongono ed instaurano un dialogo con gli oggetti contenuti. Il velo d’organza è un abito,
una pelle, una protezione, un confine sottilissimo, una membrana osmotica che mette in
comunicazione le varie parti. Il velo d’organza è un abito per un’opera d’arte-corpo. Il velo è
quindi l’abito che veste questo corpo e che gli da voce, un’apparenza, un’identità sempre
diversa, attraverso le immagini che su di esso sono realizzate, per questo non deve essere
considerato come un mero supporto, ma come un determinante mezzo espressivo che concorre
nel significato dell’opera. Un velo che ogni volta mostra, racconta qualcosa di diverso, ma che
allo stesso tempo impone uno slancio agli osservatori che vogliono scoprire cosa vi si cela dietro. Il
telaio in questo percorso si è evoluto diventando un corpo, un corpo che muta nella forma ma
che resta sempre tale, un corpo che contiene al suo interno qualcosa. L’organza si adatta ai
contenitori di legno delle opere tridimensionali come un abito sul corpo, assumendone le stesse
caratteristiche. Un percorso che si snoda intorno al rapporto tra opera d’arte e corpo e tra corpo e
natura. Contemporaneamente, attraverso questa ricerca amplia i suoi progetti affiancando alla
realizzazione delle opere tridimensionali anche installazioni e video-installazioni. Il video supera il
concetto di contenitore reale, acquisendo un contenitore virtuale (il video stesso), nel quale le
immagini scorrono fluide, elastiche, pulsanti, vitali, leggere e semitrasparenti; mantenendo così gli
aspetti più tipici del lavoro. In questa dialettica tra contenitore-contenuto, velo-opera d’arte,
abito-corpo si inserisce il tema della presenza-assenza del corpo stesso.
Nel 2006 consegue il diploma di Alta Cultura Artistica, in Pittura, con tesi in Storia dell’Arte dal titolo
“L’Arte & L’Abito” e nel 2013 il diploma di Specializzazione in Arti Visive Multimediali e Discipline
dello Spettacolo, con tesi dal titolo “Videoinstallazioni tra Corpo-Spazio-Tempo”, entrambe presso
l’Accademia di Belle Arti di Firenze.
Dal 2003, propone le sue opere in mostre collettive, personali e vincendo vari concorsi sia in Italia
sia all’estero.
Estetica del Biancomangiare / Firenze; Il Cibo nell’Arte, L’Arte del Cibo / Lucca; Locus Animae /
Jesolo; Look At Me! / Gaeta; La Natura delle Cose / Gradisca d’Isonzo; Spettro / Prato; Think Pink -
Uno Sguardo (Positivo) Verso il Futuro / Bologna; Di Punto in Bianco, Tutto d’un Tratto,
Improvvisamente / Firenze, Into the Darkness / Berlino; Collaudo Statico / Milano; 500 Oggi Le Vite
dell’Arte in Contemporanea / Firenze; Acuto - Grave - Mettere in Armonia il Discorde / Lugano; La
Materia della Memoria / Torino; Vincitrice Assoluta XXI Edizione del Porticato Gaetano, Medaglia
d’Oro del Presidente della Repubblica; Generation ’80 / Pistoia - Venezia; I Luoghi di Giovanni
Fattori nell’Accademia di Belle Arti di Firenze. Passato e Presente / Firenze; Vincitrice Primo Premio
Scultura Accademia, Arte Mondadori Milano; Mulhouse 008 / Mulhouse; Demone Meridiano /
Torino; (S)Velate / Albissola Marina; Le Corps Dans Tous Ses E’tats / Parigi; Come la Grazia investe
gli oggetti / Tours; Quando al Memoria finisce nelle Scatole / Montevarchi; Vincitrice Primo Premio
Arte Donna, Livorno.
Inaugurazione 8 Novembre 2013 alle 18
Palazzo Ducale - Sala Dogana
piazza Matteotti 9, Genova
Dal martedì alla domenica ore 15 - 20
Ingresso libero