Nicola Bolla
Carolyn Chambliss
Cristiano De Gaetano
Kendell Geers
Bartolomeo Migliore
Marica Moro
Roberto Morone
oranneg-eD
Anonymous art studio
Stefano Cagol
Sarah Ciraci'
Eva Marisaldi
Ottonella Mocellin
Nicola Pellegrini
Nordine Sajot
Lorenzo Scotto di Luzio
Anonymous art studio
Grazia De Palma
Aggiunte, preamboli, code, lezioni di metodo per arredamenti di puro consumo e fantasia. Dare un senso all'insensatezza delle cose quotidiane. Sentirsi liberi di creare cose apparentemente inutili: questo è l'intento surreale di una partitura di una finta mostra che di vero spalanca l'idea di un universo apparentemente poco organizzato.
Aggiunte, preamboli, code, lezioni di metodo per arredamenti di puro consumo e fantasia
direzione artistica: Grazia De Palma
'è un segreto tra il mio interprete e me'
Erik Satie
Mostra d'arte contemporanea
alla maniera di Erik Satie
'Nella vita, bisogna essere seri... è la mia unica regola... tutto ciò deve essere fatto con serietà ; se si è stupidi, bisogna farlo sul serio'. (Erik Satie)
Dare un senso all'insensatezza delle cose quotidiane. Sentirsi liberi di creare cose apparentemente inutili: questo è l'intento surreale di una partitura di una finta mostra che di vero spalanca l'idea di un universo apparentemente poco organizzato.
'Piccole Belve' è un progetto-esperimento che mette in opera il tempo di Erik Satie. Un tempo mentale. Un tempo musicale. Un tempo istantaneo. Il tempo che dà importanza all'estetica Dada. Il progetto invita gli artisti a realizzare opere all'insegna dell'Esprit Nouveau. L'uomo dell'Esprit nouveau non ha bisogno di riflettere, deve solo esistere.
L'approccio al senso di Piccole Belve è l'indiscusso modo di intendere l'arte per Satie: gioco, invito, sfida e beffa; aggiunte, preamboli e code, lezioni di metodo per arredamenti di puro consumo e fantasia; tutti espedienti per creare una vibrazione, quella che sorprende. Che materializza l'arte. L'alto contenuto dadaista della mostra 'Piccole Belve' offrirà la chance di un ritorno alla forma classica con sensibilità moderna. Ma come non cadere nell'effetto nostalgico del tema? L'effetto nostalgico si risolve togliendo l'essenzialità del soggetto, sfruttando un concetto del passato per ricreare l'effetto sorpresa, assumendo il carisma del concetto, e non il concetto in sé. Assimilando il metodo di pensiero e non la citazione.
In quell'epoca a cavallo tra il ready made ed il prodotto di serie, la sensibilità moderna era impressionista, si nutriva di impressioni. Oggi il carattere delle poetiche artistiche è tecnologico e mercantile. Allora cosa c'è di nuovo o di attualmente creativo che si potrebbe raccontare in questo 'istante' della sensibilità moderna? 'E' un segreto tra il mio interprete e me', suggerisce una frase di Satie. E' un po' come il vaso di Pandora, non si può aprire senza rischiare qualcosa.
Gli artisti racconteranno la loro esperienza attraverso un concetto matissiano di un arte non drammatica, non preoccupante, non angosciosa. Qualcosa di analogo ad una buona poltrona.
Erik Satie : un curioso signore della 'Belle Epoque'
Venuto al mondo molto giovane in un tempo molto vecchio, l'artista di Honfleur viveva a Parigi in una casa armadio in compagnia del suo pianoforte, della sua bombetta e del suo ombrello che non apriva mai per paura che si bagnasse. L'uomo di velluto dal panciotto tutto bianco, litigioso, dispotico, solitario ed umorista, amava le sette e le chiese, le congreghe e i satanismi, legandosi a Joseph Peladan, ai Rosa Croce e a Jules Bois.
Anticipatore della musica minimalista ed esponente del movimento dada francese. Erik Satie raccontava quanto i pittori gli avessero insegnato l'energia del suono più dei musicisti. Fu amico di Picasso, Massine, Duchamp, Man Ray, Picabia, Cocteau, Debussy. Fu lui ad accendere le dispute più vivaci, oltre ad ispirare le opere dei suoi amici, come 'Cadeau' il ferro da stiro provvisto di una soletta con quattordici chiodi di Man Ray.
Un mondo che ci accoglie tra i ricordi di Parade, il balletto russo che scandalizzò tanto i parigini insieme ai costumi cubisti di Picasso e la coreografia di Massine (il balletto realista comprendeva la scenografia musicale di una sirena di una fabbrica, una pistola, la ruota di una lotteria, una macchina da scrivere). La mostra d'arte contemporanea 'Piccole belve' propone una partitura moderna rivisitata ed articolata nelle seguenti voci: il preambolo, Satie on the rock, le lezioni di metodo (le opere di otto artisti in forma di pera), gli occhielli, le video pensate, gli arredamenti (azioni urbane nel quadrilatero murattiano).
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Il programma
Conferenza stampa
Lunedì 10 novembre 2003 - ore 10.30
Palazzo della Provincia (Sala Giunta)
'Distruzioni per l'uso'
Interventi di: Ennio Triggiani (Assessore alla Cultura della Provincia di Bari), Domenico D'Oria (Assessore alle Politiche Educative e Giovanili del Comune di Bari), Mario Ferorelli (Presidente della IX Circoscrizione San Nicola Murat), Marco Renzi (Direttore del Conservatorio 'Piccinni'), Emanuele Arciuli (concertista e docente di pianoforte al Conservatorio 'Piccinni'), Dinko Fabris e Detty Bozzi (docente di storia della musica al Conservatorio 'Piccinni'), Cesare Nissirio (direttore del Museo Parigino di Roma), Enzo De Leonibus (direttore del Museo d'Arte Contemporanea di Città Sant'Angelo - Pescara), Grazia De Palma (critica d'arte e curatrice), Nico Bizzarro (traduttore simultaneo).
Ore 8.00 - 16.00
15 novembre 2003
Arredamenti:
Azioni urbane nel quadrilatero Murattiano
La città come musica d'arredamento. La città con i propri suoni finalmente creati. Satie produsse una musica dichiaratamente 'utilitaria': la 'Musique d'Ameublement' (composta per un'esposizione di disegni di bambini in una galleria d'arte, la Barbazanges). La musica d'arredamento crea una vibrazione, non ha altro scopo. Ha la stessa funzione della luce, del calore e del comfort in tutte le sue forme. In onore a questo concetto creato per gli 'ascoltatori che non sentono', la musique d'Ameublement è la musica creata dall'azione dieci performances urbane che dalle 8 alle 16 si snoderanno tra le vie del quartiere murattiano.
Ore 19.30
15 novembre 2003
Casa Piccinni - vico Fiscardi, 2 (piazza Mercantile) - Bari
Preambolo
Norontako Bagus Kentus, il danzatore ufficiale del sultano di Giava si snoderà tra le stanze di Casa Piccinni in abiti succinti e gimnopedici sulle note di Endorphin, e di Chris Coco. Opera lounge di Erik Satie.
Ore 20.30 - 22.00
15 novembre 2003
Casa Piccinni
Satie on the rock
Introduzione a cura di Detty Bozzi
In collaborazione con il Conservatorio Piccinni di Bari
Ludions
(poemi di Léon Paul Fargue - musiche Erik Satie)
soprano: Rosa Sorice
pianoforte: Angelo De Marzo
Trois Morceaux en forme de poire
Pianoforte a quattro mani:
Giovanna Valente
Valfrido Ferrari
Trois Gnossiennes
Avant dernières pensées
Pianoforte : Mario Angiolelli
In punta di pensiero
Mostra di opere storiche a cura di Cesare Nissirio (direttore del Museo Parigino di Roma). Fotografie, spartiti, documenti, immagini di quella vita musicale all'ombra di quella Tour Eiffel, simbolo incontrastato di quel rinnovamento di cui Erik Satie è stato paladino e protagonista)
Ore 19.00 - 22.00
15 novembre 2003
Casa Piccinni
Lezioni di metodo
otto artisti in forma di pera
Nicola Bolla (Torino) - Carolyn Chambliss (Milano)- Cristiano De Gaetano (Taranto) - Kendell Geers (Johannesburg) - Bartolomeo Migliore (Torino) - Marica Moro (Milano) - Roberto Morone (Torino) - oranneg-eD (Bari).
VIDEO PENSATE
Anonymous art studio (Pescara) - Stefano Cagol (Trento) - Sarah Ciracì (Milano) - Eva Marisaldi (Bologna) - Ottonella Mocellin + Nicola Pellegrini (Milano) - Nordine Sajot (Pescara) - Lorenzo Scotto di Luzio (Napoli).
Ore 23.00
15 novembre 2003
ZenZERO - trav. Colletta, 12 (prol. viale Pasteur) - Bari
Festa futurista
dj set ALESSIO BERTALLOT
Conduttore di 'B-Side' su Radio Deejay, è uno dei precursori della club culture italiana.
VIDEO PENSATE
Anonymous art studio (Pescara) - Stefano Cagol (Trento) - Sarah Ciracì (Milano) - Eva Marisaldi (Bologna) - Ottonella Mocellin + Nicola Pellegrini (Milano) - Nordine Sajot (Pescara) - Lorenzo Scotto di Luzio (Napoli).
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Gli Artisti
KENDELL GEERS (Johannesburg)
'Masked-ball' 2002
maschera in lattice, pallone da calcio
courtesy galleria Continua (San Gimignano - Siena)
Dare un senso all'insensatezza delle cose quotidiane. Sentirsi liberi di creare cose apparentemente inutili e giochi fintamente ludici a grande spettro sociale. Il mondo è una collisione di immagini. Il privato ed il pubblico si specchiano l'uno dentro l'altro. Il presidente del Consiglio Berlusconi è anch'egli una piccola belva che si identifica in un pallone da lanciare in aria. 'Masked ball' (2002) maschera in lattice e pallone da calcio, è l'inversione delle relazioni di potere. Se l'ibrido può tradursi nel reale una maschera può diventare un fucile o un cucchiaio.
BARTOLOMEO MIGLIORE (Torino)
'Metal son' 2003
Acrilici e matita su tavola
Indizio numero uno: tre lavori di cm. 8 x 100 ma tutti e tre diversi, in uno c'è scritto 'lost at 2,31 pm', nell'altro 'mynamelikeveryone',nell'ultimo 'ichi bin ein berliner xx'. Ancora tre lavori di cm. 8 x 20, tutti e tre uguali ma diversi, con le scritte 'one by one', 'one by side', 'one by me'. Indizio numero due: Bartolomeo prende Bartolomeo e chiunque tenta di toccarlo si trasforma in un altro Bartolomeo. Due passanti, invece, hanno scelto di evolversi in una écriture per l'accoglimento del rumore quotidiano. E Bartolomeo ha domandato il tempo di sapere se il tempo di Bartolomeo era il tempo di Bartolomeo. Bartolomeo numero due ha risposto: il concetto prende il linguaggio, ci spia dal buco della serratura con una calligrafia arlecchinata e... se la ride.
ROBERTO MORONE (Torino)
'CINEMATICO' 2003
Acrilici su tela
Mi chiedo se esiste un continuo tra immaginario e reale; Satie mi scruta dietro le sue lenti, il suo occhio ripetuto e' come una battuta, una nota infinita. Immagino x 840 volte ma in realtà è x 9 (3x3) e ho quasi voglia di sezionarlo quell'occhio, magari con una lametta tagliente. Sara' mai salito Satie sul veliero di cui parla? Quante volte nella casa di Marcel Duchamp avrà attraversato quella porta? L'altra notte l'ho fatto a pezzi. Suonava fino alle prime luci dell'alba ripetendo decine e decine di volte la stessa melodia; al risveglio tutto era più chiaro, libero e vendicato dall'ossessione. Spero non se ne abbia a male sig. Satie se ora si sente un po' diviso, se mi sono burlato di lei. In fondo vorrei che qualche anima gentile abbia il buon cuore di ricomporla, e non si preccupi del suo coniglio, quello senza pelo che portava sempre appresso. L'ho tenuto con me.
Il Suo pittore della porta accanto.
oraneg-ed (Bari)
'Dietro le quinte la settima' 2003
Installazioni
Un cast di sette trottole d'argento: sette soffi delicati, sette piccolissime danze (dietro le quinte la settima). Ho ammaestrato queste trottole tra luglio e settembre, apposta per questa mostra. Ho insegnato loro le cinque posizioni classiche fondamentali della danza. Loro ubbidienti ed attente hanno concordato per l'adesione alla mostra e si esibiranno per la data stabilita. Il voltarsi, il suonare o l'atto che si prolunga nella loro staticità saranno fasi di questo movimento espresso in sette piccolissime danze. Nell'immobilità esse attuano la sospensione possibile (il relache) e ruotando saranno involucri di un ritmo e di un rapporto di ritmi. Non ubbidiranno unicamente a esigenze di grazia e di melodia. Per meglio esprimere il loro messaggio ricercheranno sistematicamente disordini, opposizioni, manifestazioni spontanee.
Lorenzo Scotto di Luzio
'I will survive' 2002
video
courtesy galleria Antonio Colombo arte contemporanea ( Milano)
Se un artista resta chiuso nel suo studio troppo a lungo per non impazzire deve inventarsi qualcosa di stupido, magari due passi di una ginnastica inventata. Faccio due smorfie davanti allo specchio come un attore che si estranea senza partecipare alle azioni che fa. Mi libero con un pliè, aiuta a sopravvivere alla danza del comportamento. Provo con una flessione malfatta: aggiusta una pantomima inventata. Uso pacchetti di sigarette, tappi di bottiglia e monete incastrati a turno tra l'arco sopraccigliare e lo zigomo. Tra il labbro inferiore ed il mento. Non coopero e non aderisco a me stesso. La ginnastica dell'artista va fatta così, in silenzio, avvolti dall'ombra dell'escamotage tecnico del corpo che si spinge in avanti mentre la propria immagine prosegue il movimento. 'I will survive' esorcizza il corpo in allungamenti irregolari ed imprevedibili, tortura talvolta e non fa sviluppare i muscoli ma serve a strumentalizzare gli atteggiamenti fisici privandoli della normale modalità motoria che all'occasione si trasforma in una sequenza elastica-estetizzante.
NORDINE SAJOT (Pescara)
'Cantine & Co.' 1998
video
courtesy Unimovie (Pescara)
A partire dal dopoguerra, gli oggetti della tavola, nelle scuole materne francesi, (ed in particolare, quelli delle mense scolastiche siglati Duralex-Degrenne) raccontano un atto di predazione, poi di buona creanza in seno ad un galateo dalle 'forbici a punta'. Mi piacerebbe tanto avere delle forbici con delle belle punte e magari appoggiare un bicchiere alla rovescia sulla tovaglia. Masticare al contrario nella fodera di un piatto. Chi mi serve il pranzo? Distinguo la mensa come luogo di apprendimento e di felicità legata alla vita domestica. Le posate sono un mobilio che ci aiuta a nutrirci. Il piatto ed il bicchiere riempiono le angolazioni della mia fame. Mi interrogo sul significato del gesto mangiare e digerisco un ordine mondiale che mi aiuta a consumare l'ambiente attraverso il cibo. Il cibo e la sua percezione delle forme.
CRISTIANO DE GAETANO (Taranto)
'Incubo' 2003
video
'il favoloso mondo di satie'
'Rosette'
Nel buco della serratura mi mangio le mani. Non so se posso dipingere come il Louvre o lasciare a Dufayel l'origine dei miei pensieri. Ci penserò due istanti, alla barese. L'unica risposta me la dà il tempo, scoccando l'ora della buona notte. Le lancette dell'orologio non segnano né i minuti e né le ore, semmai gli anni. Sono nella mia stanza. Un letto ed io, mutato in un Hitler sconvolto con il baffo disgraziatamente famoso e la riga al lato. L'incubo di Adolph, spettatore disgustato di un'arte degenerata. Di un film in cui Pablo Picasso fa il cubista e balla al ritmo discotecaro una versione house della gimnopedie. Ma Pablo Picasso, deve pregare prima dei pasti, come chiunque, e come Dufayel deve organizzare il lavoro della mente nascondendo le sue mani dentro due panini. Due rosette made in Sèlavy. Le mani sono mostruose, inutilizzabili, gli è preclusa la possibilità di creare. Ci penserò io... a farlo per lui!
ANONYMOUS ART STUDIO (Livorno)
(Elena Bertoni e Simone Romano)
'Sugar free' - performance 2003
Avevamo pensato di rimanere seduti sul leone l'uno di fronte all'altra per l'intera durata della performance, imboccandoci a vicenda da piatti ottenuti usando specchi rotondi. Il gesto viene usato per richiamare la restituzione di un debito, sotto forma di cibo. Per terra, in un perimetro di alcuni metri, verranno sistemati i frammenti di uno specchio, alcune specchiere e sentieri di zucchero. Questo serve a "riflettere" i culi dei passanti ed allo stesso tempo richiama la forma dei piatti nei quali mangiamo. Con la stessa voluttà di una scena della "Salomè" di Carmelo Bene dove il cibo viene associato ad un atto erotico ed il tutto si svolge con uno sfondo fortemente barocco, con giochi di riflessi e di riflessioni. Alla fine della performance verranno distribuiti degli anonimi presenti sotto forma di bustine di zucchero marchiate.
Carolyn Chambliss (Milano)
lavoro intermediale
'TexasTea' 2003
Set di té fucilato con mini dipinti pixelizzati che provengono da una ricerca su internet della parola "strada". Questo lavoro si riferisce al petrolio nello slang Texano: "Texas Tea". Il completo in style "Grande Baroque", è un oggetto emblematico delle classe ricca e principalmente Repubblicana che governa attualmente il "Grande Sovrano stato del Texas" e, purtroppo, anche la grande unica superpotenza del mondo. Attualmente, con l'aiuto di un appassionato cacciatore Bresciano, sto fucilando il delicato e gentile completo con uno Smith & Wesson. Questo lavoro inter-mediale comprende ready-mades, dipinti classici, scrittura, e l'installazione dell'armadio della distruzione. E' un tipo di armadio in cui potete buttare tutto ciò che non volete. A più non posso.
'La Baracca della distruzione' 2003
Un armadio per appendere gli scheletri del mondo sviluppato. Performance accompagnato da una lettura simultanea del testo, "Storia di un ventriloquo, scritture per la stanza di un beone" di Grazia De Palma.
Questo lavoro inter-mediale è un "Luogo di sfogo', un posto dove il visitatore è invitato a distruggere gli oggetti odiati, insopportabili e statici, che hanno smarrito la loro utilità , battendoli contro i muri e il pavimento dentro la baracca. Invitato a scatenare la sua rabbia verso qualsiasi fastidio, fracassando un elettrodomestico fuori uso, creando un "ground zero" fatto di tutte le cose non-sense e fastidiose. All'interno della struttura sono appesi "gli scheletri", affari sporchi tratti da articoli dalla cronaca internazionale. Il concetto di base è di creare un'esperienza violentemente libidinosa e liberatoria che scatena un potere magico e trascendentale.
MARICA MORO (Milano)
'Che effetto farebbe trasformarsi in pera?' 2003
pittura, fotografia e installazione in resina
Sono nati in tal senso 'Autoritratto in forma di pera' , 'Ho una pera in testa', 'Succo di pera', 'Palloncino' e 'Casco-pera', progettato per essere indossato da chiunque, in un viaggio di fantasia nell'orto delle meraviglie e in omaggio al più irriverente degli artisti, Satie, curiosamente somigliante a Daumier, altro artista insofferente alle regole, che, meno di un secolo prima, ebbe addirittura l'ardire di trasformare re Luigi Filippo, appunto in una pera.
SARAH CIRACI' (Milano)
'Trebbiatori celesti' 2001
video
courtesy VITAMIN Arte Contemporanea (Torino)
Un uomo con i capelli rasati a forma di stella regala la propria fragilità ad una sensazione di incompiuta attesa. E' una macchina misteriosa. L'amore impossibile tra la sposa e gli scapoli ansiosi, simboli dell'incomunicabilità tra il mondo femminile e quello maschile svaniscono diventando i segni geografici di un paesaggio irreale dove la luce giunge al di là del campo visivo. Dove il vuoto materializzato da una navicella spaziale si posa al suolo. Il grande vetro di Duchamp si spacca e senza alcun rimedio il mondo parallelo cerca tracce di se in un campo di grano. Dopo una genesi oscura, l'estasi delle cose create infonde un senso di pace. L'uomo con la stella generosamente tentacolata sulla sua testa sa che qualcosa di tremendo è accaduto un nanosecondo prima. La soluzione spaziale si allontana e come per sfida in quel nulla creato domina il fascino dell'azzeramento, dell'assenza zen. Della monade.
EVA MARISALDI (Bologna)
'virdo' 2002
courtesy galleria Massimo Minini (Brescia)
Un fondale di alberi si muove nella notte, illuminato da luci da concerto. C'e' un sonoro registrato in presa diretta. Si tratta della performance di un batterista e di due tecnici luci ai quali e' stata richiesta un'azione in funzione degli alberi. In post produzione e' stato sovrapposto il movimento rotante di un bastone. E' una sceneggiatura essenziale sulle possibilità umane di astrazione.
(VIRDO è il nome d'arte del batterista, e suona un po' come verde...)
NICOLA BOLLA (Torino)
dalla serie lusso-truffa: 'objects devertus' 2003
scultura & pittura
Lusso-truffa è l'installazione di oggetti d'arredamento per falsificare i racconti di tutti i tempi. Il lusso è truffa e il vero è falso. Ho viaggiato nella ricostruzione parallela dell'universo degli occhi di un bambino. Ho inventato una wunderkammer-zoo del mago di Oz, in cui Oz diventa una testa d'orso con falsi diamanti, annegata in un pianoforte, e Dorothy osserva il pappagallo in carte da gioco muovere il suo becco prima in basso, poi in alto e dunque verso sinistra e spalanca la coda. La sua sagoma sembra quella di un uomo che dondola. Satie chiede come mai la scimmia è la settima meraviglia del mondo. Nicola Bolla si mette a piangere perché l'Arca di Noè è sparita. Le sue lacrime non escono dagli occhi ma dalle sopracciglia, dissetando gli animali del suo zoo. L'aria sonnecchia in una leggiadria dell'inutile dove l'effimero domina qualsiasi momento della creazione. Siamo ricchi fino a quando siamo in grado di produrre l'inganno. Siamo più ricchi se il lusso che possediamo è l'evidente risposta dell'uomo di lasciare tracce del suo passaggio. L'effimero della ricchezza ci educa al superfluo, elogia ninnoli e martingale, e scruta il significato attribuito alle cose desideranti.
STEFANO CAGOL (Trento)
'Goldfish' 2001
Video
courtesy Artcore gallery (Toronto)
Il pesciolino di Rosengarten abitava nel mio studio, in via dei Paho e, guardava fuori dalla finestra gli alberi. Sembrava volasse perché la sua vasca appoggiata contro il vetro si smaterializzava nella sagoma dell'aria. L'ittico, spariva nel centro, saliva, girava nel suo colore rosso. Lo comprai come cavia per l'esperimento dei ponti d'artista a Bolzano, era un attore perfetto per un set senza via di fuga. Non era lui che doveva stupire me bensì io stesso a stupirmi della sua presenza. Con le sue lontane parentele Ming era millenario. Per la metamorfosi di Kafka era più che adeguato. Potevo imbalsamarlo... invece lo liberai nel fiume Talvera ma lui morì perché era inverno inoltrato. Da piccolo 'Goldfish' voleva diventare enorme ed io lo avevo accontentato donandogli un mese di gloria tra i cieli di Bolzano. Adesso la mia vasca è vuota e l'acqua è verde. Ci farò un formicaio. Il mio pesce di Rorschach ne sarà felice.
Ottonella Mocellin+Nicola Pellegrini (Milano)
'Il gioco delle verità ' 2001
video
courtesy Lia Rumma (Milano)
N no bisogna fare come gli elefanti che quando sono infelici (o il contrario) spariscono
O se potessi fare un buco per terra per non farmi vedere da nessuno lo farei
N quando una ragazza fa l'indifferente e non riesce ad accendersi la sigaretta vuol dire che ha paura di qualcosa, non so di cosa, ma ha paura.
O tu dicevi che avevo paura, è vero ho paura perché vorrei che tu mi amassi e poi non so più, allo stesso tempo vorrei che tu non mi amassi sono una ragazza molto indipendente, sai
N quando hai paura e sei meravigliata allo stesso tempo hai uno strano riflesso negli occhi
O si sono eccezionale, tutte le donne sono eccezionali, ognuna a modo suo...anche lei è eccezionale, le sue impronte digitali sono uniche, lo sapeva? siamo tutti e due unici, unici e insostituibili
N diventi brutta a fare le smorfie
O ha ha ha....non ho più voglia di giocare oggi...
N da vicino hai una faccia da marziana
O si, è perché sono sulla luna
N hai paura?
O paura, dappertutto in cantina, in camera...
N di cosa?
O di non vederti più, mai più....mai.....
N continuiamo così, facciamoci del male
O separarsi è una pena così dolce che vorrei dire addio fino a domani
N quando parli mi chiedo se mentisci o se dici la veritÃ
O mentisco e dico la veritÃ
N sei come mille donne insieme
O perché non mi conosci, perciò
N posso solamente cominciare a conoscerti
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Ore 19.30
Ouverture
15 novembre - Casa Piccinni - Bari
dal 16 novembre al 1 dicembre 2003 - Casa Piccinni - Bari
vico Fiscardi, 2 (piazza Mercantile)
Info: 080/5214561 - 347/5317695 -368/7601376
Orari
Lunedì 10.00 - 13.00 - pomeriggio su appuntamento
da Martedì a Venerdì 10.00 - 13.00 e 18.00 - 21.30
Sabato e Domenica 10.00 - 13.00 e 19.00 - 22.00
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Rewind
dal 2 dicembre al 7 dicembre 2003 - Zenzero - Bari
traversa Colletta, 12 (prol. viale Pasteur)
Info: 080/5793145 - 347/5317695 -368/7601376
Orari
dal Martedì alla Domenica 21.00 - 2.00
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Forward
dal 13 dicembre 2003 al 15 gennaio 2004 - Museolab (Museo d'arte contemporanea) - Città Sant'Angelo (Pescara)