Galleria 291 est
Roma
viale dello Scalo San Lorenzo, 45
06 44360056 FAX
WEB
Se
dal 14/11/2013 al 21/11/2013
mart-ven 11-19.30, sab 16.30-22

Segnalato da

Galleria 291 Est




 
calendario eventi  :: 




14/11/2013

Se

Galleria 291 est, Roma

Roberto Atzori, Giulio Bensasson, Lele D'Alo'. Primo appuntamento del ciclo curato da Roberto D'Onorio e Vania Caruso riservato ad artisti emergenti volto a condividere l'esperienza quale terreno eterogeneo di confronto.


comunicato stampa

A cura di Roberto D’Onorio e Vania Caruso

Con Roberto Atzori, Giulio Bensasson, Lele D’Alo'

GALLERIA 291 EST prosegue il suo programma d’inaugurazioni parlando di Se, primo appuntamento curato e ideato da Roberto D’Onorio e Vania Caruso riservato ad artisti emergenti volti a condividere l’esperienza quale terreno eterogeneo di confronto. L’esposizione limitata a sette giorni rappresenta uno strumento analitico aperto all'indagine antinomica dell’arte presente, dando respiro alle possibilità che nascono dalla cooperazione e dallo scambio diretto tra diversi artisti.
Se rispecchia la volontà della Galleria 291 est di avere un occhio attento alle libere espressioni tuttora distanti dal peso e dalle convinzioni dell’attuale sistema.

A tal fine gli appuntamenti programmati aderiscono all'individuazione di possibili identità in cammino verso una progressiva ricerca di metodo e forma.

Ai tre giovani artisti scelti per il Se è stato chiesto di “competere”: secondo il suo etimo cum petere, camminare insieme, cercare insieme. Il processo spontaneo del confronto porta Lele D’Alò, Robberto Atzori e Giulio Bensasson all’atto di creare un racconto partendo dal proprio vissuto personale, attivato in un dialogo che riconosca una coscienza collettiva.
Le opere in mostra sono legate intimamente dall'indagine formale su sorte, natura e fato, che si fa strada tra l’interiorità e l’esteriorità, tra la profondità e la superficie della propria ricerca individuale.

Lele D’Alò parla di se attraverso il rimando ludico al giocattolo. La serie di cinque teche, contenenti la costruzione 3D di scheletri appartenenti a improbabili animali preistorici, apre la mostra suggerendo un nuovo sviluppo intellettivo. Il modellino di legno elevato a reliquia, chiuso e sigillato da un contenitore in vetro, si allontana dalla trasmissione di comportamenti culturalizzati, agendo sul rito del gioco quale messa in scena del conflitto edipico. L’elemento sessuale, suggerito in forma voyeuristica e aperto ai modelli di sviluppo, sottende la futura abitudine al trauma. I protagonisti di Lele D'Alò parlano alle spoglie in mutamento di Giulio Bensasson divenendo parte di un’archeologia del fantastico, in cui l’immaginario coinvolge i modelli naturali conosciuti: l’innesto di materiale organico diviene documentazione scientifica di possibili creature proveniente da universi futuri o passati. I resti scarnificati sono offerti all'osservatore che può studiarne l’anatomia come accadrebbe in laboratorio. L’evasione dalla realtà a favore di una possibile reinvenzione dell’estetica più consona alle tendenze del presente, non esula dal moto perpetuo che agisce sull'opera rendendola sempre diversa, come accade nell'aspetto delle diapositive che accompagnano i cinque lavori diventando paradigma di evoluzione. Le immagini retro illuminate vivono la trasformazione di un istante, una vera e propria metamorfosi, dovuta ad un lungo processo di alterazione in cui le tracce del tempo sotto forma di muffe, funghi e altri microorganismi permettono la visualizzazione delle energie sottostanti. L’opera di Giulio Bensasson domanda all'istallazione di Robberto Atzori di raccontare la memoria del suo passaggio. Nell’opera “Il Piccolo Principe” l’autore usa la traccia del proprio vissuto recuperando i resti della natura coltivata durante la permanenza a Roma. L’archivio vegetale pone in evidenza la radice quale misterioso filo di rinascita spirituale per giungere all'armonia finale con se stesso e con la natura. Atzori utilizza da sempre il gesto come rito apotropaico dove il tempo, la memoria e il dolore, così come la gioia, divengono espressioni libere, spontanee e a volte violente.

Vernissage 15 novembre 2013 alle 19 - 22

Galleria 291 est
viale dello Scalo San Lorenzo, 45 - Roma
martedì - venerdì dalle 11.00 alle 19.30 / sabato dalle 16.30 alle 22.00
Ingresso libero

IN ARCHIVIO [56]
Fabrizio Bellini
dal 8/12/2015 al 16/1/2016

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede