La camicia bianca secondo me. Nata per condividere con le nuove generazioni tutte le declinazioni della sua creativita', la mostra e' un omaggio al lavoro e al talento dello "stilista architetto". Bozzetti, disegni, fotografie, video, e il capo icona presentato nelle sue piu' varie interpretazioni.
Una grande mostra a Prato racconterà la creatività e il genio
stilistico di un protagonista della moda contemporanea internazionale, attraverso il capo icona
della sua capacità progettuale: La camicia bianca secondo me. Gianfranco Ferrè (dal 1°
febbraio 2014).
Ideata e organizzata dalla Fondazione Museo del Tessuto di Prato - istituzione italiana per la
valorizzazione e la promozione del patrimonio tessile locale, nazionale ed internazionale – e dalla
Fondazione Gianfranco Ferré – nata per far conoscere e diffondere il messaggio dello stilista e
condividere con le nuove generazioni tutte le declinazioni della sua attività - la Mostra vuole
essere un omaggio al lavoro e al talento dello “stilista architetto”.
Gianfranco Ferré fin dagli esordi, si fece portavoce di un dialogo continuo tra architettura e
moda, rendendo possibile una contaminazione tra due linguaggi difficili e complessi.
“Direi che buona parte del mio iter creativo si spiega alla luce del mio background e della mia
formazione come architetto. Per me la moda è poesia, intuito, fantasia, ma è anche metodo e
atteggiamento progettuale che si fonda sulla concezione dell’abito come risultato di un
intervento programmato e consapevole sulle forme.“
In un gioco di leggerezze e luci, 27 camicie - selezionate tra le più straordinarie create in oltre
venti anni di attività - insieme ai suoi disegni, permetteranno di entrare a contatto con la poetica
sartoriale di Ferré e i suoi innovativi slanci progettuali.
Il percorso espositivo
La mostra sarà allestita nei suggestivi spazi del Museo del Tessuto di Prato: 3.000 mq recuperati
all’interno dell’ex Fabbrica Campolmi, uno tra i più monumentali esempi di archeologia
industriale di tutta la Toscana.
Il percorso espositivo si svilupperà nelle due ampie sale al primo piano, dove il visitatore scoprirà
l’approccio tecnico-progettuale dell’architetto Ferré nella costruzione del capo-camicia.
Grazie ad installazioni artistiche di grande suggestione sarà possibile approfondire la complessità
e l’ingegno insiti nella costruzione di alcune camicie più strutturate, individuando i passaggi
cruciali più originali dello sviluppo del capo.Nell’ambiente successivo il candore e la meraviglia delle camicie dal vero sorprenderanno per
trasparenza e volumi, per rigore ed enfasi delle forme come un piccolo esercito di capolavori
sartoriali suscitando grande emozione come in una dimensione onirica.
In mostra
Tra i capi:
Il bustier di seta che, aprendosi come una calla delicata, “svetta come una corolla,
incorniciando il viso” quasi sfidando le leggi della gravità.
La spettacolare camicia “rovesciata” in cui la logica di costruzione è talmente originale che
trasforma il capo in puro oggetto di design.
L’essenzialità e il genio di un solo macro collo che si fa camicia.
La leggera sontuosità della creazione “merveilleuse”.
In mostra anche un’ampia collezione di immagini e di disegni - materiali tecnici unici per
l’eccezionalità del tratto di Ferré, capace di raccontare in pochissimi lampi l’idea forte che vi è
dietro ogni progetto, evidenziando particolari preziosi come le tipologie di tessuto, i dettagli
teatrali o le rifiniture nascoste.
Completeranno l’allestimento macro proiezioni ed installazioni multimediali con immagini e
video di sfilate provenienti dall’Archivio della Fondazione Ferré. Un’ampia e puntuale
panoramica sul’evoluzione stilistica della sua camicia bianca nel corso degli anni.
Con la mostra “La camicia bianca secondo me. Gianfranco Ferré”, Il Museo del Tessuto di Prato
conferma la direzione strategica della propria offerta espositiva che dal 2005 propone, ormai a
cadenza annuale, mostre focalizzate sulla moda di livello internazionale.
Questa scelta di raccontare il tessuto anche attraverso la valorizzazione del sistema moda corre
parallela alla conferma del ruolo di Prato come protagonista nella produzione di moda
internazionale: come il distretto produce moda così il museo che rappresenta l’identità tessile del
territorio produce cultura della moda.
Andrea Cavicchi, presidente fondazione Museo del tessuto di Prato
La mostra che la Fondazione Gianfranco Ferré realizza in collaborazione con il Museo del
Tessuto di Prato rappresenta un momento di particolare importanza nel quadro delle attività della
Fondazione stessa, sulla base degli obiettivi stabiliti dal suo statuto.
Il nostro impegno quotidiano nel conservare documenti e materiali, testimonianza della creatività
espressa da Gianfranco Ferré in tutte le declinazioni della sua attività, risponde a due istanze ben
precise che mi pare interessante sottolineare.
In primo luogo, far conoscere e diffondere il messaggio dello stilista - non certo un’operazione
riservata agli addetti ai lavori, né tantomeno a pochi eletti - nella convinzione che tale messaggio,
con tutto ciò che esso ha significato nella storia della moda contemporanea, debba e possa
diventare “di tutti”, in quanto manifestazione di valori assoluti, privi di confini: bellezza,
eleganza, cultura, amore per la tradizione, attenzione per il nuovo, per le dinamiche del vivere ed
il loro costante evolversi.
Inoltre, non vogliamo dimenticare che Gianfranco Ferré ha sempre amato condividere il suo
sapere, con i giovani innanzitutto. Così come sempre ha amato raccontarlo e spiegarlo. Non ha
mai disegnato abiti perché vivessero una sola stagione, o, peggio, perché finissero rinchiusi per
sempre in un archivio. Ha costantemente pensato ai suoi capi come “architetture tessili che il
corpo rende vive”. Capi indossati e presenti nelle strade delle città di tutto il mondo, oppure
oggetto di mostre ed esposizioni.
Non è stato certo difficile pensare alla “sua” camicia bianca come protagonista di questa nostra
prima esperienza museale. Si può forse parlare di scelta scontata, persino banale. Di sicuro, non
può essere dimenticato né ignorato che la camicia bianca ha rappresentato e continua a
rappresentare l’emblema per eccellenza, universalmente riconosciuto, dello stile di Gianfranco
Ferré.
Abbiamo subito e volentieri accettato l’invito del Museo del Tessuto di Prato. Un invito giunto da
un’istituzione di assoluto prestigio, radicata profondamente nella cultura e nell’etica del lavoro di
una città che ha nella sua anima più autentica, nel suo DNA l’universo incredibilmente intrigante
del tessile. Manifestazioni visibili e tangibili del ruolo che il museo riveste sono le sue
straordinarie dotazioni documentarie, non meno della sua sede, dove avrà luogo la mostra,
esempio d’eccellenza di architettura storica industriale.
Rita Airaghi, direttore Fondazione Gianfranco Ferrè
Siamo davvero molto onorati che la Fondazione Gianfranco Ferré abbia accolto la proposta della
Fondazione Museo del Tessuto per la realizzazione di questo evento espositivo che celebra il
talento di una personalità unica, in grado scrivere un capitolo importante nella storia della moda
italiana.
Una mostra che testimonia l’impegno congiunto delle due Istituzioni nel valorizzare la cultura
della moda, puntando sulla tutela e la promozione del Made in Italy, come raccontano per il
Museo del Tessuto di Prato, le mostre temporanee organizzate a cadenza annuale a partire dal
2005 fino alla bella mostra sul vintage dello scorso anno.
Il sostegno al Made in Italy, è del resto obbiettivo primario proprio del distretto tessile di Prato,
protagonista di primo piano nel panorama della produzione contemporanea della moda, dove la
salvaguardia delle eccellenze italiane viene interpretata come una risorsa vitale per la ripresa del
settore.
Il Museo del Tessuto, interfaccia culturale del distretto, si presenta dunque come luogo dinamico
e sensibile alle esigenze del sistema moda internazionale oltre che alla conservazione della
memoria tessile di Prato, forte anche del riconoscimento ottenuto, come dimostra l’inserimentodel museo nella tabella delle istituzioni culturali sostenute direttamente dal Ministero dei Beni e
delle Attività Culturali
Biografia
Gianfranco Ferrè nasce a Legnano (MI), il 15 agosto 1944.
Dopo la maturità scientifica, si iscrive alla facoltà di Architettura al Politecnico di Milano, dove
si laurea nel 1969, discutendo una tesi sulla “Metodologia dell’approccio alla composizione”,
relatore l’architetto Franco Albini.
Il casuale debutto nel mondo della moda avviene già in questo periodo: Ferré disegna bijoux ed
accessori che regala ad amiche e compagne di università. Le sue creazioni vengono notate da
Rosy Biffi,vero talent scout e titolare di una boutique d’avanguardia, che ne parla ad Ileana
Pareto Spinola e Anne Sophie Benazzo: conquistate dalla genialità di questi oggetti realizzati
ancora in modo artigianale, li ospitano nella loro show room e li propongono ai buyers. Capitati
quasi per caso sotto gli occhi di alcune redattrici di moda (Anna Piaggi ed Anna Riva, le prime)
sono fotografati dalle riviste di settore: nel 1971,uno di questi accessori è sulla copertina del
mensile “Arianna”, e poi nelle pagine di “Grazia”, di “Linea Italiana” e via dicendo.
Un debutto che è già un successo, supportato da una citazione di Camilla Cederna, che ne parla
nella rubrica “Il lato debole” che teneva allora sul settimanale “L’Espresso”.
Nel 1973 Gianfranco Ferré intraprende il primo dei suoi numerosi viaggi in India, dove trascorre
lunghi periodi di lavoro sino al 1977: per conto di un’azienda genovese di abbigliamento, la “San
Giorgio Impermeabili”, di proprietà della famiglia Borelli, disegna e fa produrre in loco la
collezione “Ketch”. E’ l’occasione per visitare ogni parte del Paese, studiandone l’artigianato e le
potenzialità produttive, anche su incarico del Governo indiano.
Ferré viene letteralmente sedotto dall’India, dove si consolida la sua formazione e prende avvio il
suo percorso creativo: l’India, una lezione fondamentale di vita, fatta di emozioni e sensazioni
legate ai colori, ai profumi, alle forme, che Ferré trasferirà nelle sue collezioni, attraverso il suo
particolare modo di ricordare.
Nello stesso periodo, nelle sue soste in Italia, mantiene una serie di rapporti di collaborazione per
gli accessori con nomi già affermati, come Walter Albini e Christiane Bailly e rapporti di
consulenza stilistica con Aziende di maglieria e costumi da bagno, che sfilano per la prima volta
nell’ambito di “MareModa Capri” e gli fanno meritare il premio che inaugura la serie dei
riconoscimenti ottenuti nella sua carriera.
Da 1974, le prime collezioni di prêt à porter e le prime sfilate : “Courlande” e “Baila”,
quest’ultima affidatagli da Franco Mattioli, un imprenditore bolognese che, nel 1978, sarebbe
diventato suo socio.
Al maggio del 1978, risale infatti la fondazione della società “Gianfranco Ferré,”con sede a
Milano in Via San Damiano prima, ed in Via della Spiga, poi.
Nell’ottobre dello stesso anno, la prima, emozionante sfilata di prêt à porter femminile, che si
svolge all’Hotel “Principe di Savoia” di Milano.
Al lancio dell'abbigliamento maschile, nel 1982, ed alla creazione di una gamma articolata di
accessori e di prodotti realizzati su licenza in collaborazione con numerose aziende leader nei
rispettivi settori merceologici, si aggiunge poi,nel 1986, l'esperienza dell'Alta Moda, con sfilate a
Roma, per sei stagioni.
Nel 1983 partecipa alla elaborazione del piano didattico della nascente “Domus Academy”,
Scuola post-universitaria di Design,Design management e Fashion Design dove, fino al 1989,
dirige il corso “Design dell’abito”: analisi delle problematiche di progettazione dell’abito e delle
connessioni con i mutamenti della moda e analisi dell’iter progettuale.
Nel maggio del 1989 inizia la straordinaria avventura nel nome di Christian Dior: Gianfranco
Ferré è nominato Direttore Artistico della Maison più prestigiosa e carica di storia della couturefrancese per le linee femminili di Haute Couture, Prêt à Porter e Fourrure. L’incarico presso Dior
viene riconfermato nel 1993 sino al 1996.
Nell’autunno del 1998 la ricorrenza dei vent’anni di attività della griffe si riassume in un insieme
di eventi determinanti per il futuro della Società, che culminano con l’inaugurazione a Milano
della nuova sede negli spazi completamente rinnovati dell’ex Palazzo Gondrand di Via
Pontaccio, su progetto iniziale di Marco Zanuso, completato poi da Franco Raggi a livello di
progetto esecutivo e di architettura degli interni.
Nel 2002 la Società Gianfranco Ferré viene acquisita dalla IT Holding di Tonino Perna e
Gianfranco Ferré ne diventa il Direttore Artistico.
Nel marzo 2007 Gianfranco Ferré è nominato Presidente dell’Accademia di Belle Arti di Brera.
Il 17 giugno 2007, Gianfranco Ferré muore a seguito di un’emorragia cerebrale.
Info:
www.fondazionegianfrancoferre.com - info@fondazioneferre.com
Ufficio Stampa
Studio Maddalena Torricelli ph 02.76280433 studio@maddalenatorricelli.com
Museo del Tessuto
via Puccetti 3 Prato
Orario martedì - giovedì 10 -15; venerdì-domenica 10 -18. Giorno di chiusura: lunedì