Gli artisti che partecipano alla collettiva (Luisa Elia, Joanpere Massana, Paolo Peroni, TTozoi) lavorano per cicli, concettuali e produttivi, legati tra loro.
La Galleria Raffaella De Chirico è lieta di annunciare l’ultima mostra in calendario del 2013, Mater una collettiva di quattro artisti: Luisa Elia, Joanpere Massana, Paolo Peroni, TTozoi. MATER è un’idea, una linea concettuale che lega i quattro artisti, espressione della Natura non nella sua veste più immediata e figurativa ma nelle sue emozioni cromatiche, materiche e simboliche. La mostra è l’espressione della multiformità dei significati insiti nella natura che si esprimono con la ricerca materica, con la scelta di materiali naturali, con una figurazione stilizzata ed emozionale.
Gli artisti che partecipano alla collettiva MATER lavorano per cicli, concettuali e produttivi, legati tra di loro. È per questo che per Elia, Massana, Peroni e TTozoi ogni ciclo di lavoro è matrice di quello successivo.
Luisa Elia (Lecce, 1960) ama i materiali naturali, li studia, li sperimenta, li mescola, li trasforma. Il lavoro di Elia si forma e rigenera attraverso la ricerca sul vuoto e sullo spazio. Talvolta, guardando i suoi lavori, si ha l’impressione di trovarsi di fronte a formazioni naturali, in cui non vi è stata “manipolazione”. La maggior parte delle sue opere si colloca in una dimensione al di là del tempo e della storia. Talvolta le sue opere sembrano fioriture, efflorescenze marine, eventi organici ed alludono ad architetture naturali, al fluido susseguirsi di forme modulari che la natura stessa produce nel suo infinito svolgersi.
Joanpere Massana (Ponts, Lérida, 1968) realizza cicli di lavori che si ispirano a elementi naturali. Le sue opere sono caratterizzate da una forte componente istintiva e sensoriale dovuta alla natura tattile dei materiali impiegati.
La sua è una pittura densa di stratificazioni materiche, segniche e chiaroscurali, una moltitudine di forme espressive, che attingono al passato esistenziale dell’artista, ma che diventano figure simboliche e archetipiche, allusive a tutta la condizione umana. Nei lavori di Massana ciascun segno crea atmosfere, situazioni che non si vedono ma che si percepiscono, perché è lo stesso corpo fisico dell’osservatore che ne ha bisogno ispirato dalle vibrazioni delle opere.
Paolo Peroni (Cuggiono, 1984) lavora per cicli tematici - Morfogenesi, Bios, Genotipo & Fenotipo, Sudari da caccia - i cui titoli ci confermano l’interesse dell’artista per la dimensione profonda, pulsante e metamorfica della materia organica, per quei territori inesplorati dell’inconscio della realtà ambientale in cui siamo immersi.
Anche se da un lato è evidente che questi rilievi e queste sculture nascono da una ben controllata elaborazione formale, e da un uso accorto di procedure tecniche che enfatizzano l’espressività diretta dei materiali, dall’altro lato l’apparenza è quella di configurazioni informi che sembrano il risultato di sconosciuti processi biologici o meglio fasi sospese e bloccate di processi organici in atto.
I TTozoi (Stefano Forgione, 1968 e Giuseppe Rossi 1972, Avellino) attuano una ricerca artistica che consiste nella realizzazione delle opere attraverso la proliferazione di muffe su tela, lasciando che queste divengano 'naturalmente' evento artistico. "Le spore - spiegano gli artisti - prive di qualsiasi memoria formale e tecnica, non determinano più un'esecuzione, ma un atto che si esaurisce con la creazione naturale. Non creiamo nuovi eventi ma sappiamo farli accadere, lasciando il racconto delle opere ad un automatismo naturale slegato da qualsiasi intento descrittivo". Se consideriamo che storicamente l'arte concettuale ha da sempre cercato di sottrarre l'arte stessa a vincoli formali e culturali della tradizione, tanto da giungere al ripudio di prospettiva, storia, forma e soprattutto della natura, con TTozoi si ha una violentissima torsione prospettica, grazie alla quale è proprio da quella natura così mortificata, che rinasce il nuovo concettualismo "naturalmente informale". Essi reinterpretano quindi la magia creativa non più come 'gesto', ma come 'non gesto', un 'vuoto' d'intervento' che cristallizzata per sempre la spontanea ed imprevedibile generazione naturale in quella dimensione lirica che essi definiscono 'informale naturalmente assoluto'.
PROJECT ROOM
Proroga SCRAPS. Quello che resta, di Francesco Cabras
Opening: sabato 30 novembre, 6.30-9.30 PM
Galleria Raffaella De Chirico
via Vanchiglia 11/A 10124 Torino
mart-ven 14.30-20, sab 11-19.30, aperture straordinarie: 1-8-15-22-29 dicembre 2013