La Sagrada Familia sara' terminata verosimilmente entro l'anno 2026, che coincide con il centenario della morte di Gaudi'. Nell'attesa la sua opera e' protagonista di una mostra itinerante internazionale, a carattere divulgativo, che prende il via Loreto.
a cura di Daniel Giralt Miracle
La Basilica della Sagrada Familìa di Barcellona, quale seguito all’ampio successo delle celebrazioni dedicate ad Antoni Gaudì in Vaticano e a Roma nel 2011, ha realizzato un’importante e significativa mostra itinerante internazionale che prende il via dal Palazzo Apostolico di Loreto. Dal 4 di dicembre 2013 al 12 gennaio 2014 sarà allestita nelle Cantine del Bramante l’esposizione “Gaudì e la Sagrada Famìlia”.
La scelta di Loreto ha una motivazione storica molto importante e una stringente connessione
architettonica e religiosa con il tempio gaudiniano. L’Associazione dei Devoti di San Giuseppe, fondata nel 1866 dal libraio Josep Maria Bocabella, Ente promotore della costruzione del Tempio Espiatorio della Sagrada Família, diede il via al cantiere della Basilica barcellonese con la premessa di costruire una copia della Basilica di Loreto, ispirandosi alla celebre reliquia della Santa Casa di Nazareth, dove secondo la tradizione vissero Giuseppe, Maria e Gesù, ossia la Sacra Famiglia. La storia dell’imponente opera ed il messaggio in essa contenuto ancora oggi non sono del tutto noti. L’immensa e attiva fabbrica della Basilica caratterizza il volto della città catalana e affascina milioni di turisti e fedeli di tutto il mondo. Al fine di far conoscere i valori artistici e storici della Basilica, l’originalità dei processi costruttivi dell’antico e dell’odierno cantiere e divulgare il profondo contenuto simbolico e religioso che il Tempio racchiude, la Basilica de la Sagrada Famìlia
ha concepito un’esposizione di carattere internazionale il cui primo appuntamento è a Loreto, il luogo da cui la Sagrada Famìlia trae la sua primaria ispirazione.
La rassegna, a carattere divulgativo e dedicata ad ogni tipo di pubblico, racconta in modo affascinante, pur se rigorosamente scientifico, l’essenza di tutti quegli elementi: religiosi,
architettonici ed artistici, che rendono la Sagrada Familìa uno fra i templi di maggiore interesse e curiosità del mondo.
La mostra, curata da Daniel Giralt Miracle, si suddivide in tre grandi sezioni, che consentono di
cogliere e capire la forma e il contenuto della Basilica: introduzione, Antoni Gaudí, la Sagrada
Família. Nel percorso dedicato ad Antoni Gaudì si illustra la vita dell’architetto, si ripercorrono le opere realizzate nei primi periodi della sua carriera e quelle che già evidenziavano il suo singolare stile. Al contempo si racconta il Gaudí uomo di fede, natura imprescindibile per il concepimento del lavoro dedicato alla Basilica, e se ne illustrano le principali fonti di ispirazione che diedero l’impulso alla costruzione della “Bibbia in pietra e Vangelo in luce”.
La rassegna racconta le origini della Sagrada Família, il contributo di Gaudí e quello dei suoi
prosecutori, oltre alle diverse fasi della costruzione della Basilica. Di particolare interesse è l’esposizione dei metodi di lavoro all’interno del tempio, un cantiere vivo e attivo tutti i giorni, le sue peculiarità nel lavoro architettonico e ingegneristico il cui fine è quello di terminare la costruzione della Basilica verosimilmente entro l’anno 2026, che coincide con il centenario della morte di Gaudì. Si illustrano, del Tempio, la spiritualità e il messaggio religioso in esso contenuto. Di sicuro richiamo l’esposizione del plastico che illustra il tempio a costruzione ultimata. Il materiale espositivo è composto da diversi pannelli che combinano testi, fotografie, grafici e piante, completati a loro volta da due audiovisivi. Fra gli oggetti di sicuro interesse, il busto di Antoni Gaudí realizzato dall’artista Josep M. Subirachs e un pezzo originale, la croce opera dello scultore Carles Mani, commissiona all’artista dallo stesso Gaudí. Il percorso espositivo termina con la possibilità di effettuare un tour virtuale all’interno del tempio e con una sala dedicata alla preghiera: uno spazio di meditazione che ricrea l’atmosfera interna della basilica barcellonese.
In seguito alla Cerimonia di dedicazione da parte del Santo Padre Benedetto XVI della Basilica,
evento che ha diffuso e proiettato internazionalmente la grandezza del tempio, questa chiesa rappresenta una storia unica al mondo. Le sue origini, l’intervento di un architetto eccezionale quale Antoni Gaudí (1852-1926) e il fatto che ancora oggi sia in costruzione, o sia divenuta – come si proponeva lo stesso Gaudí – un baluardo della fede cristiana nel cuore della città, sono i principali elementi di fascino, interesse e curiosità.
APPROFONDIMENTI ALLA MOSTRA / PRESS BOOK
Antoni Gaudì, La Sagrada Famìlia e le opere principali dell’architetto catalano Cenni storici e critici
La Sagrada Família di Barcellona è un fenomeno che può essere compreso soltanto nell’ottica della fede, in quanto ha dovuto affrontare innumerevoli vicissitudini: ha avuto molti oppositori, ha superato una guerra civile (1936-1939), è stata a corto di risorse, ecc., ma i suoi sostenitori sono riusciti a superare ogni ostacolo per far sì che il processo costruttivo andasse avanti. Pertanto quel progetto visionario di un tempio espiatorio, concepito nel XIX secolo dall’architetto Antoni Gaudí e allora considerato un’utopia, sta diventando realtà nel XXI secolo. La Sagrada Família è ormai divenuta un punto di incontro universale. L’intuizione dei promotori, il talento di un genio, le credenze e la tenacia di un popolo, e l’ammirazione di milioni di persone hanno permesso di costruire questo tempio mediante il quale Gaudí voleva proclamare l’essenza del messaggio cristiano. Cosa che fece adoperando un linguaggio tecnicamente e costruttivamente avanzato per il suo tempo, che affonda le radici nelle grandi cattedrali medievali, e che a sua volta ha aperto le porte all’architettura contemporanea più innovativa. Per capire la Sagrada Família e la sua storia, occorre conoscere la vita e le opere di colui che la definì una
«cattedrale del XX secolo», Antoni Gaudí, nonché il processo costruttivo seguito dal tempio, dal 1866 fino ad oggi. Verso la metà del XIX secolo Barcellona si trovava immersa in un processo di espansione, legato all’industrializzazione, che comportò un aumento della popolazione, la crescita dei suoi confini e la sua modernizzazione. Le tensioni sociali derivate da questa situazione spinsero l’Associazione di Devoti di San Giuseppe, un gruppo di cattolici guidati dal libraio Josep M. Bocabella, a promuovere l’edificazione di un
tempio che presentasse la Sacra Famiglia come un modello di vita familiare e sociale. Lo spazio che i cosiddetti josefins scelsero per costruire questo tempio fu una spianata della periferia barcellonese divenuta oggi uno dei centri nevralgici della città.
Architettura e geometria nella Sagrada Família e ispirazione alla natura
Gaudí è più di un autore di forme originali e stravaganti. La sua architettura ha fondamenti razionali e i suoi calcoli una base scientifica, come si è constatato grazie all’aiuto dell’informatica, risorsa di cui si avvale una
nuova generazione di architetti per portare avanti i lavori della Sagrada Família. I fondamenti razionali sono evidenti nella stessa struttura del tempio: una pianta basilicale a cinque navate, con crociera e abside, le cui dimensioni si adattano sempre a un modulo gaudiniano di 7,5 metri, che è pari alla separazione esistente tra le colonne delle navate laterali. Altre misure significative del tempio sono le seguenti:
• 15 metri: ampiezza della navata centrale e altezza interna del triforio del coro.
• 30 metri: altezza delle navate laterali e ampiezza del transetto e dell’abside.
• 45 metri: ampiezza totale della navata principale e altezza della navata centrale.
• 60 metri: lunghezza della crociera e del transetto e altezza delle volte della crociera.
• 75 metri: altezza della volta dell’abside, massima altezza dello spazio interno.
• 90 metri: lunghezza interna del tempio.
Volte iperboliche
La figura dell’iperboloide permise a Gaudí di costruire nel soffitto della Sagrada Família delle volte che assorbono la luce diurna e la diffondono all’interno della basilica, e al contempo trasferiscono gli impulsi direttamente alle colonne, distribuendo così il suono in tutto lo spazio.
Colonne
Oltre a evidenziare un grande valore estetico, le colonne che Gaudí disegnò per la navata centrale della Sagrada Família spiccano per la loro resistenza e singolare soluzione geometrica. Sebbene partano da una base poligonale e a forma di stella, man mano che crescono, nella parte superiore diventano rotonde. Gaudí inventò delle colonne a base poligonale che, man mano che crescono, si trasformano progressivamente in cerchio verso l’estremità superiore. Queste colonne, che sostengono le volte, si ramificano partendo dal quadrato.
Laboratorio. Il metodo gaudiniano
Gaudí anteponeva i plastici alle piante. Per questo motivo, accanto ad ognuna delle sue opere allestì un laboratorio, dove studiava e analizzava in maniera empirica e artigianale le forme e le strutture che avrebbe poi applicato ai suoi progetti. Lui stesso lo definì «il mio metodo sperimentale», un metodo che ancora oggi è valido e in uso presso il laboratorio della Sagrada Família. Tuttavia, questo processo è stato attualmente arricchito grazie alla più avanzata tecnologia, come ad esempio i programmi informatici che utilizza la NASA, i sistemi di disegno parametrico in 3D o le stampanti di solidi, oggi giorno adoperate pure nella progettazione di automobili e aeronavi.
“Per approfondire le cose, bisogna perseguirle pazientemente […] e si deve fare e rifare.”
Antonio GAUDì
Facciata della Gloria
Questa sarà la facciata principale del tempio per cui sarà destinata a spiegare la massima divinità di Gesù risorto. Sarà una invocazione alla lode che proclama «Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo» e una metafora dell’entrata nella Gerusalemme celeste. Il portone centrale di questa facciata, che è già stato collocato, rappresenta l’eucaristia e reca iscritto il Padre nostro in catalano e al centro la frase «Dacci oggi, o Signore, il nostro pane quotidiano» in cinquanta
lingue diverse.
La Sagrada Família: il Vangelo in luce
Secondo Gaudí, l’interno della Sagrada Família doveva essere uno spazio pieno di luce e colore, sempre al servizio della simbologia religiosa. A questo proposito rispondono le vetrate della basilica, che a partire dal 1999 vengono realizzate da Joan Vila i Grau, seguendo le indicazioni lasciateci dall’architetto. Vi troviamo, ad esempio, vetrate dedicate all’acqua, alla resurrezione e alla luce nel transetto della facciata della Passione ed altre dedicate alla povertà, alla nascita e alla vita nel transetto della Natività. Nelle navate laterali, le vetrate saranno di un colore intenso in basso e chiaro in alto mentre le vetrate che andranno collocate nella parte superiore dei finestroni della navata centrale non presenteranno alcun colore ma consistenze differenti per enfatizzare la geometria delle volte.
«Nei templi la luce deve essere solo quella necessaria e non oltre, dato che in un tempio deve esserci raccoglimento.»
Antonio Gaudì
Spiritualità e messaggio religioso
Gaudí non separò mai il sacro dal profano. In tutte le sue opere vi sono chiari riferimenti all’iconografia e alla simbologia cristiana, ma se nelle opere civili questi sono già integrati, nella Sagrada Família diventano espliciti e visibili ai visitatori. Tutti gli elementi architettonici e ornamentali presenti nella Sagrada Família, al di là della loro funzionalità,
fanno riferimento al messaggio cristiano, come si può constatare negli oggetti liturgici, la mobilia, le vetrate, le sculture e le iscrizioni di lode a Dio nelle pareti.
La Sagrada Família: la Bibbia in pietra
Tutta la Sagrada Família rimanda al racconto biblico e alla dottrina cattolica. Per questo, nel tempio ogni elemento ha un significato: le torri si identificano con gli apostoli, i vangeli, la Madonna e Gesù; le colonne e gli spazi interni alludono a santi, diocesi, sacramenti, ecc. Per quanto riguarda le facciate, Gaudí le concepì
come se fossero retablos, spiegando in ognuna di esse alcuni dei momenti più importanti della vita di Gesù.
«La facciata della Natività esprime l’entusiasmo e la gioia della vita. I campanili […] sono dedicati agli apostoli […].I portali sono dedicati alle virtù teologali
Antonio Gaudì
Facciata della Natività
Secondo il progetto dell’architetto, questa facciata doveva esprimere «l’entusiasmo e la gioia della vita», e di conseguenza doveva essere particolarmente ornata al fine di mostrare il movimento proprio dell’esistenza. Pertanto, i temi sviluppati in questa facciata si articolano attorno al Natale e all’infanzia di Gesù.
Facciata della Passione
Dovendola dedicare alla passione, morte e resurrezione di Cristo, questa facciata è essenzialmente drammatica in quanto intende esprimere il dolore per la morte di Cristo. Lo stesso Gaudí indicò esplicitamente che doveva essere «dura, scarna, come fatta di ossa».
Il disegno che Gaudí lasciò di questa facciata definiva molto bene tutti i suoi dettagli ed ispirò l’opera di Josep Maria Subirachs, artista a cui nel 1986 fu dato l’incarico di realizzare i diversi gruppi scultorei che la configurano.
Antoni Gaudì, una breve biografia
Gaudí nacque nel 1852 a Reus o Riudoms, all’epoca un importante centro agricolo e commerciale della
Catalogna, sito vicino Tarragona e a due passi dal Mediterrano. Lì frequentò le Scuole Pie dove ricevette una formazione tradizionale sul piano religioso ed umanistico, e si cimentò con i primi lavori artigianali nella bottega del padre, un calderaio. Nel 1869 si trasferì a Barcellona, e iniziò a prepararsi per entrare nella Scuola di Architettura, dove venne ammesso nel 1873. Mentre studiava, imparò diversi mestieri lavorando come assistente presso studi di architettura, falegnamerie, vetrerie e botteghe di fabbri.
Fu uno studente d’architettura poco costante ma eccelse in materie quali progettazione, disegno e calcolo matematico. Nel 1878 si diplomò e presto iniziò a lavorare. Dapprima cominciò con opere minori e man mano che si affermava come architetto, ricevette incarichi e proposte più complesse da abbienti esponenti della borghesia. Realizzò così diverse opere importanti fino a quando decise di concentrarsi soltanto sul progetto della Sagrada Família, al quale dedicò quarantatre anni, fino alla sua morte, nel 1926, a causa di un incidente. Il suo funerale e la sepoltura nella cripta della Sagrada Família furono un evento di grande partecipazione cittadina.
“I metodi di Gaudí, un secolo dopo, continuano ad essere rivoluzionari.”
Sir Norman Foster, 1985
Opere del primo periodo
Tra il 1883 e il 1900 Gaudí andò alla ricerca di uno stile proprio, per questo si allontanò dall’imperante formazione neoclassica ricevuta presso la Scuola di Architettura e progettò opere sperimentali con riferimenti arabeggianti, neogotici e barocchi, come ad esempio la Casa Vicens a Barcellona, El Capricho de Comillas a Santander (1883), il Palazzo Güell (1886) e il Collegio delle Teresiane (1888), anch’essi nel
capoluogo catalano.
Lo stile Gaudí
A partire dal 1900 e fino alla sua morte, nel 1926, Gaudí seguì un processo di sperimentazione costante nella costruzione delle sue opere che riguardava sia la forma sia i sistemi costruttivi e strutturali degli edifici. Tale processo si materializzò in un’architettura innovativa che sconcertò i suoi contemporanei provocando opinioni favorevoli e al contempo critiche. Gaudí lavorò, principalmente, in tre aree:
• L’architettura religiosa, che sviluppò nella chiesa della Colònia Güell e culminò nel progetto e impostazione della Sagrada Família.
• La costruzione di abitazioni urbane, tra cui 3 importanti dimore, tutte realizzate a Barcellona: Casa Calvet (1900), Casa Batlló (1904-1906) e Casa Milà (1906-1912).
• L’urbanistica, con in primo piano il Park Güell (1900-1914), una moderna città giardino di 15 ettari che doveva ospitare 60 villette con giardino privato e servizi comuni, rimasta incompleta e trasformata oggi in un parco di Barcellona.
Dal punto di vista sperimentale, su tutte spiccano due opere in quanto evidenziano il carattere empirico dell’architettura di Gaudí: l’incompleta chiesa della Colònia Güell (1898-1918), definita a partire da un plastico stereofunicolare, e le Scuole provvisorie della Sagrada Família (1909), realizzate sviluppando variabili della geometria rigata.
Uomo di fede
Man mano che entrava nell’età matura, Gaudí si avvicinò al mondo della Chiesa e strinse amicizie con preti e vescovi. Divenne molto devoto e adempiva ai precetti religiosi in maniera scrupolosa, mentre studiava a fondo le possibilità di rinnovamento degli spazi destinati al culto e di modernizzazione della liturgia. Possibilità che applicò nella chiesa della Colònia Güell, nel restauro della cattedrale di Palma di Maiorca, nel
Collegio delle Teresiane e nel complesso della Sagrada Família. Per la sua vita pia e dedita al lavoro, è stata promossa la beatificazione di Gaudí. Dal 2003 è stato aperto a Roma il processo canonico all’esame della Congregazione per le Cause dei Santi.
Fonti di ispirazione
Gaudí ebbe tre fonti di ispirazione: il messaggio cristiano, la liturgia e la natura. Le prime due, direttamente legate alla storia della Chiesa, alle sacre scritture, alla tradizione e invocazione dei santi, alla dottrina e al culto cristiano. La terza, scaturita dall’osservazione della natura, praticata sin da piccolo, gli fornì una base concettuale e metodologica. Gaudí non copiava la natura, bensì analizzava il funzionamento dei suoi elementi e delle sue forme (piante, animali e minerali) per trarne spunti strutturali e formali che applicava poi all’architettura. Tre fonti di
ispirazione incentrate in qualche modo sul suo convincimento che l’opera del Creatore era inimitabile.
Gli inizi della costruzione
Nel 1882 si gettò la prima pietra della basilica secondo il progetto dell’architetto diocesano Francisco de Paula del Villar. Ma nel 1883 l’Associazione di Devoti di San Giuseppe decise di rescindergli il contratto e affidare il proseguimento dei lavori ad Antoni Gaudí, che propose un progetto molto più ambizioso.
Una volta completata la costruzione della cripta nel 1889, Gaudi presentò la prima soluzione per l’intero tempio; a partire dal 1891 si concentrò sulla facciata della Natività, completò poi la facciata dell’abside, e il portale del Rosario nel chiostro della Natività. A partire dal 1917 si dedicò alla facciata della Passione. Nel 1923 lasciò definite in alcuni plastici le soluzioni delle navate e delle coperture. Nel 1925, un anno prima di morire, completò il primo campanile, dedicato a San Barnaba.
Continuazione della Sagrada Família, il dopo Gaudí
Antoni Gaudí lasciò materiale sufficiente per poter portare avanti la costruzione del tempio. Fino agli anni ’80 la direzione dei lavori è andata a carico dei suoi discepoli: Francesc de Paula Quintana i Vidal, Isidre Puig i Boada e Lluís Bonet i Garí. In questo periodo sono stati completati i campanili della facciata della Natività, è stata ristrutturata la cripta e sono stati ricomposti i plastici, distrutti a causa della guerra civile (1936-1939). Negli anni ’50, quando si poté riprendere i lavori, si iniziò a costruire la facciata della Passione e le sue torri campanarie. Nel 1983, Francesc de Paula Cardoner assunse per un anno la direzione dei lavori; nel 1984 venne sostituito da Jordi Bonet i Armengol, che rimase alla guida del progetto fino al 2012, prima di essere rilevato da Jordi Faulí i Oller.
L’impulso definitivo
Nel 1986 ha inizio una fase molto attiva che ha permesso, in primo luogo, di gettare le fondamenta delle navate e costruire i cori e le volte delle navate laterali; a partire dal 2000, si sono susseguite la costruzione delle volte della navata centrale e del transetto, e delle fondamenta della facciata della Gloria. Nel 2003 è stato realizzato il chiostro della Misericordia e tra il 2004 e il 2005 le volte su cui poggeranno le torri centrali
del tempio. Tra il 2006 e il 2009, inoltre, è stata ultimata la costruzione delle volte del deambulatorio, della crociera e dell’abside, permettendo così di chiudere la navata centrale nel 2010. Il 7 novembre dello stesso anno Papa Benedetto XVI ha dedicato il tempio dichiarandolo basilica minore.
Organizzazione e Patrocinio: Basilica de la Sagrada Família, Barcelona
Progetto e montaggio: © Connecta
Testi: Daniel Giralt-Miracle
Correzione testi e traduzioni: Caplletra
Fotografia: Archivio della Basilica della Sagrada Familia; Pep Daudé; Triangle Postals
Audiovisivi Cerimonia di dedicazione della Basilica: Archivio della Basilica della Sagrada Familia
Ufficio Stampa: Rosi Fontana, Press & Public Relations
info@rosifontana.it – www.rosifontana.it
t. +39 0509711343 – m. +39 3355623246
Press Preview: 3 dicembre ore 11,30
Inaugurazione: 3 dicembre ore 18,00
Museo Antico Tesoro del Santuario di Loreto (Palazzo Apostolico)
P.zza della Madonna Loreto (AN)
Orari: martedì pomeriggio: 15.00/18.00
dal mercoledì al venerdì: 10.00/13.00 - 15.00/18.00
sabato e domenica: 10.00/13.00-15.00/19.00
Chiusura: il lunedì e il martedì mattina