The Architecture of Empathy. Una grande scultura in marmo di Carrara, di impatto, che apre a letture e suggestioni che catturano per la bellezza intrinseca del materiale e la perfezione delle forme.
Per la sua prima mostra in Italia John Isaacs presenta nella sala principale
della galleria un solo nuovo lavoro, una grande scultura in marmo di Carrara,
realizzata con una tecnica tradizionale che riporta alla mente una celebre
opera del passato.
Una presenza molto fisica, di impatto, che apre a letture e suggestioni che
catturano il visitatore per la bellezza intrinseca del materiale e la perfezione
delle forme.
E' così quel pezzo di montagna scolpito diventa un pezzo
d'anima, ci parla del nostro desiderio che la vita continui, della nostra
possibilità di inventarla come un'opera d'arte, di quanto
è inutile l'arte che parla solo di se stessa e non è capace di
trasformare il marmo in carne, di come la vita sia un sogno da vivere tanto nella
luce quanto al buio e di come l'arte possa rivelarla, anche coprendola con
un velo.
Così racconta Didi Bozzini nel testo in catalogo. In questa
mostra Isaacs guarda al passato in una citazione che allude subito a possibilità di nuove interpretazioni e riflessioni, sull' arte, la bellezza,
la vita.
Pathos e stupore ancora una volta emergono dal lavoro, oggi in modo più
raffinato e sottile, rispetto ad alcune opere dissacranti degli anni precedenti.
Forma e contenuto sono completamente legati.
Se la scultura è qualcosa, essa è la relazione tra il corpo umano e lo
spazio circostante.
L'atto di abitare lo spazio è già di per se stesso una forma di
comunicazione con l'ambiente nel quale ci si trova - per me non è
possibile separare l'uno dall'altro. Afferma Isaacs. Artista
eclettico, John Isaacs lavora da oltre quindici anni utilizzando i materiali
più diversi - cera, tessuto, bronzo, neon, ceramica, pittura, collage,
fotografia - indagando tematiche legate alla complessità del vivere moderno,
ai paradossi della quotidianità, all' identità dell' uomo.
Le sculture spesso grottesche, ma assolutamente affascinanti e tecnicamente
perfette, sono una critica verso la nostra società, con i suoi eccessi e
sprechi, il consumismo, l'inquinamento.
In occasione della mostra sarà presentato il nuovo libro John Isaacs - The
Architecture of Empathy, con testi di Didi Bozzini e Massimo Minini.
Inaugurazione 18 Gennaio alle 18.00
Galleria Massimo Minini
via Apollonio 68 – Brescia
Orario: lunedì-venerdì 10am-7.30pm sab 3.30-7.30 pm
Ingresso libero