Vistamare
Pescara
largo dei Frentani, 13
085 694570 FAX 085 694570
WEB
Getulio Alviani e Anna Franceschini
dal 9/1/2014 al 10/3/2014
mar-ven 10-13 e 16.30-19.30; sab 16.30-19.30

Segnalato da

Vistamare




 
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9/1/2014

Getulio Alviani e Anna Franceschini

Vistamare, Pescara

Il legame tra una giovane rappresentante della video arte e uno degli esponenti piu' incisivi della cultura artistica della seconda meta' del XX secolo, si mostra nell'interminabile ricerca su movimento e dinamicita' che accomuna le opere di entrambi.


comunicato stampa

La Galleria Vistamare inaugura l’11 gennaio 2014 una mostra di Getulio Alviani e Anna Franceschini.

Il legame tra una giovane rappresentante della video arte e uno degli esponenti più incisivi di tutta la cultura artistica della seconda metà del XX secolo, si cela nell’interminabile ricerca su movimento e dinamicità che accomuna le opere di entrambi.

Getulio Alviani (Udine, 1939) è uno dei massimi protagonisti di quelle correnti che, a partire dagli anni ‘60, hanno dato vita alle vicende dell’arte programmata e ghestaltica.

Le idee primigenie di luce ed energia sono le matrici di un pensiero che si esplica attraverso un perseguito ordinamento della realtà, che a sua volta genera costruzioni visive basate sui rapporti della geometria elementare. Nasce l’arte ottico-cinetica. La ricerca delle possibilità e i modi di riprodurre il movimento grazie a effetti ottico-pittorici o tecnico-meccanici si rintraccia nell’arte figurativa già a partire dalla metà dell’800, ma è dalla fine degli anni ‘50 del secolo scorso che tale ricerca pone lo spettatore in primo piano, permettendogli di modificare con la propria persona quanto proposto dall’artista. Il rapporto tra opera d’arte e spettatore si fa attivo, grazie all’immagine che si modifica o allo spostarsi nello spazio di chi guarda. Assieme ad Alviani i maggiori esponenti di questa corrente furono Bruno Munari, Alberto Biasi e Gianni Colombo.

Alviani, che coltiva e realizza l’idea di una connessione tra arte, architettura design e ingegneria, proseguendo quella ricerca di rigore critico già iniziata da Max Bill, avvia sin da subito una collaborazione con gli studi tecnici. Esordendo con un disegno di fili della luce, giunge alla scoperta di materiali, acciaio e alluminio in primis, che caratterizzano tutta la sua produzione. Alle lamine industriali viene poi ad affiancarsi il gioco contrastato del bianco e nero e negli anni ‘70 l’uso del colore, legato anch’esso a un’utopica progressione geometrica e all’idea di energia.

La forza generatrice di Alviani non si limita all’ambito artistico, perseguendo modi espressivi assai diversi come quello della moda, vedi la fortunata collaborazione per il disegno di tessuti con la stilista milanese Germana Marucelli (zia di Paolo Scheggi), della progettazione di barche, fino ai progetti ingegneristici e di design industriale e pubblicitario. Il tutto condotto con uno spirito nuovo, in un arco illimitato di ricerche che promuove inusitate modalità espressive.

Le opere esposte rappresentano il lungo percorso artistico che dagli inizi degli anni ‘60 giunge al 2000.

Si tratta di una selezione di lavori che svela appieno i concetti base della ricerca di Alviani: luce, forma e movimento. La luce, fattore dinamico in sé, si riflette nelle lamiere che compongono le superfici a testura vibratile in mostra, dando vita a distanze illusorie e a una rinnovata percezione della realtà, che rimanda l’immagine di un ambiente trasformabile. L’alluminio, modulato in infinite varianti, è per Alviani “più luminoso del sole”, simile allo specchio, senza possederne la fragilità. Questa ricerca è oltre la pittura e oltre la scultura, come mostra l’opera intitolata “Rilievi speculari ed elementi curvi” (1962), in cui diversi piani di alluminio si incrociano fornendo punti di vista inusuali e giocando con la luce riflessa dalla molteplicità dei livelli. Le inversioni e i rovesciamenti della superficie contribuiscono alla creazione dinamica. Nel lavoro “Cerchi progressivi” (1967), gli otto anelli in acciaio si incastrano l’uno nell’altro a formare una spirale che gioca con i concetti di vuoto e pieno. L’inanellamento genera la tridimensionalità dell’opera.

Il colore e le forme matematiche sono alla base di molti lavori degli anni ’70, come la serie di acrilici intitolata “Poligoni a lati progressivi inscritti nel cerchio” (1978), in cui il valore cromatico della campitura fa eco a un corrispettivo numerico.

Getulio Alviani partecipa nel 1962 alla mostra Arte Programmata a Venezia, Roma, Dusseldorf, Leverkusen e alla mostra Zero nella Galleria Diogenes di Berlino. Prima personale all'estero presso la Galerie Denise Renè di Parigi nel 1963 seguita da una seconda, nello stesso anno, al Museo di Leverkusen. Nel 1964 è invitato alla Biennale di Venezia ed espone nella mostra Nouvelles Tendences al Palazzo del Louvre di Parigi. Nel 1965 partecipa alla mostra The Responsive Eye al MOMA di New York e crea le prime stanze-ambienti con pareti a superficie vibrante. Nel 1968 partecipa a Documenta 4 di Kassel. Dal 1971 al 2003 tiene mostre personali in vari paesi. Dal 1981 al 1985 dirige il Museo d'Arte Moderna di Ciudad Bolivar, Venezuela. E’ nuovamente invitato alla Biennale di Venezia nel 1986 e nel 1993. Nel 2004 la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo gli dedica una retrospettiva.

Anna Franceschini è un'artista italiana che vive e lavora tra Amsterdam e Milano.

Attraverso i mezzi privilegiati del film e del video, l'artista fa uso delle immagini in movimento e della diffusa conoscenza del linguaggio cinematografico per sottoporre a scrutinio luoghi e oggetti: grazie alla camera fissa e a un soggetto mobile, l'atto del filmare sembra ripetersi infinitamente, come soggiogato da un incantesimo che non consente risveglio dalla bellezza sospesa dell'atto che si ripete.

La ricerca di Anna Franceschini tende verso un cinema puro e si avvale delle strutture e dei linguaggi dell'arte per esprimere un omaggio al cinema delle origini e a quello sperimentale, nelle sue principali linee espressive e teoriche: arte dell'immagine, scrittura visiva astratta e concettuale, libertà dai vincoli narrativi. Impiegato come un dispositivo simbolico ed evocativo, il mezzo cinematografico diventa per Anna Franceschini lo strumento attraverso cui definire una poetica cristallina dell'immagine in movimento.

Per l'occasione l'artista presenterà la sua più recente produzione di opere video, tra cui degli inediti.

Il corpus delle opere esposte, trasferito digitalmente da pellicola, viene concepito dall'artista alla stregua di un repertorio ornamentale, un catalogo di motivi decorativi applicato alle superfici della galleria come fosse un ulteriore stucco od ornato: trompe l'oeil, illusione ottica barocca e rendering; amore per l'inanimato, l'artificio e la maschera, si combinano in una trama visiva di immagini in costante cangianza.

“Before they break, before they die e Before they break, before they die, Movement II” (2013), girati in pellicola 16 mm, sono il puro manifestarsi di un virtuosismo, l'accadere di un movimento steadicam, il volteggiare della macchina da presa elegante e fluido. Il gesto filmico disvela il continuum di uno spazio altrettanto omogeneo, il susseguirsi di campioni di carte da parati, finiture murarie e rivestimenti, nell'originario display del dehors di un negozio milanese. La perfezione dell'illusione ottica è spezzata dall'apparire dell'artificio, dal mostrarsi dei supporti temporanei, dei cartongessi, degli stucchi non finiti, delle stoffe tagliate a vivo.

“Splendid” (2013), filmato in pellicola Super8 nei saloni dell'Hôtel de Galliffet , hôtel particulier parigino, sede dell'Istituto Italiano di Cultura, è un frammento cristallino, un tourbillon di riflessi e trasparenze provocato dal movimento, a tratti fluido e a tratti sincopato, di uno chandelier di gusto settecentesco.

Il film “A Siberian Girl” (2012) nasce come assemblaggio di pezzi e volti di bambole, carillon e automi, a ricordare l’inquietudine di una ragazza siberiana di fronte alla visione del cinematografo. Nel frammento filmato da Franceschini, la finzione della narrazione viene continuamente svelata dalla presenza di agenti atmosferici, da elementi come l’aria e la luce, che restituiscono all’opera una duplice dimensione temporale: il tempo reale e il tempo della narrazione filmica.

Anna Franceschini nel 2011 ha ottenuto la menzione speciale del premio Ariane de Rothschild - Milano, e nel 2012 è la vincitrice del Premio Fondazione Casoli - Fabriano (IT).

Residenze a cui ha preso parte includono la Rijksakademie van beeldende kunsten - Amsterdam (NL), VIR/ViafariniInResidence - Milano (IT) e la ISCP a New York.

Il suo lavoro fa parte di importanti collezioni museali e private come la collezione del Museé National d'art Moderne/Centre Georges Pompidou, Paris, FR, Museo MACRO - Roma, IT, Dommering Collection, Amsterdam - NL e Nicoletta Fiorucci Collection – Londra, IT.

Inaugurazione 11 gennaio

Vistamare
largo dei Frentani, 13 Pescara
Dal 1 ottobre 2013 al 30 novembre 2013: dal martedì al venerdì 10.00/13.00 e 16.30/19.30; sabato16.30/19.30
Ingresso libero

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