In forma di scrittura. Una selezione di lavori, alcuni di grande formato, realizzati su tela, legno, plexiglas, carta. Le opere fanno parte di un ciclo in cui e' presente dal 1993 un codice linguistico-visivo.
L'artista Franco Tripodi presenta per l'occasione una selezione di lavori, alcuni di grande
formato, realizzati con diverse tecniche e vari supporti, tela, legno, plexiglas, carta.
Le opere fanno parte di un ciclo in cui è presente dal 1993 un codice linguistico-visivo che
l'artista usa abitualmente. Inoltre presenta il progetto del libro In forma di scrittura, con testi
di Francesco Tedeschi, Giorgio Zanchetti e dell'artista che sarà pubblicato in copie numerate,
come il suo precedente libro-gemello del 1995 Sette piccoli giganti, che sarà presentato in un
secondo tempo in galleria .
...I segni ritornano, vanno ad adagiarsi nelle caselle loro destinate, moderno pittogramma lontano da
qualsiasi ideogramma; ne possiamo sentire e forse intuire il lato significante, ma la loro dimensione di
parola è solo il dato esterno, la superficie immediata di una strutturazione dove altri segni, non a caso,
rivelano appena la loro presenza sotto la pelle di un colore che si fa rumore, mormorio o disturbo di
ricezione, oltre che tessuto di relazione fra le parole e i suoni visibili.
Forse, per questa via, si manifesta
una naturale aspirazione alla “musicalità”, che si potrebbe intendere come medium fra il segno
linguistico e quello visivo. Che Tripodi si trovi a incontrare anche in questo campo la vocazione alla
scrittura nello spazio di autori come Melotti e Klee? Come loro, Tripodi a suo modo è un costruttore di
relazioni fra mondi diversi, ma affini, un traghettatore di segni e immagini che delicatamente vanno a
fondersi nel nuovo, segreto linguaggio, che non può fare a meno di essere forma.
Tratto dal testo di Francesco Tedeschi
...Semplicemente, l’operazione parascrittoria di Franco Tripodi non accetta di sottomettersi al vaglio di
una prova (sia essa ex motu, ex causa, ex contingentia, ex gradu perfectionis o ex fine), per preservare
nella propria gratuità la propria capacità d’ideazione e la propria forza propositiva sul piano disegnativo,
pittorico, compositivo; facendosi immagine (forma) originale del proprio senso e del richiamo antistorico
o sovrastorico (citazione) agli autori del passato intorno ai quali è svolta. Così, le sue pseudolettere —
che non si sono evolute graficamente nei quasi vent’anni che separano gli anagrammi dei Sette piccoli
giganti del libretto del 1995 dalle composizioni alfabetiche di questo In forma di scrittura — si
spogliano, come significanti, di ogni orpello esornativo per divenire, nella loro persistenza di fedeltà al
senso e di ossessione biografica individuale, quasi reali, quasi prove (tautologicamente non
comprovabili) della necessità di sé stesse...
Tratto dal testo di Giorgio Zanchetti
Inaugurazione: Mercoledì 22 Gennaio 2014 h.1830-21
10.2!Dieci.due! international research contemporary art
Via Volvinio 30, Milano
Orario: da martedì a venerdì dalle 15.30 alle 19
Ingresso libero