Cantiere Barche 14
Vicenza
Stradella delle Barche 14
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Idola Mentis
dal 25/1/2014 al 8/2/2014
lun-mar-giov 15-19, ven-sab 16-20, dom 10-12 e 16-18
340 9333345

Segnalato da

Francesca Arrigo




 
calendario eventi  :: 




25/1/2014

Idola Mentis

Cantiere Barche 14, Vicenza

La collettiva, organizzata da No Title Gallery, cerca di abbattere gli idola mentis, ovvero quei pregiudizi che affliggono la percezione dell'arte contemporanea.


comunicato stampa

Testo di Silvia Bignetti, curatrice
Gli Idola mentis sono errori o illusioni dello spirito, che il filosofo Francesco Bacone (1561-1626) cita nel suo testo “Nuovo Organo” come elementi disturbanti della mente umana, i quali dovrebbero essere debitamente eliminati per permettere all’essere umano di lavorare accedendo solo alla parte più pura del suo pensiero. Bacone individua quelli che sono i pregiudizi che impediscono agli uomini di costruire un nuovo sapere: complessi di dottrine erronee che ostacolano un nuovo commercio delle menti con le cose e che, di conseguenza, bloccano l’accesso alla filosofica “via della verità”. Questi pregiudizi, secondo il filosofo, sono di quattro tipi: Idola Tribus – pregiudizi della tribù, che nascono dalla pretesa dell’uomo di porsi come misura di tutte le cose travisando così ogni conoscenza; Idola Specus- della spelonca, propri dell’individuo singolo sono quelle impressioni che condizionano lo spirito di ciascuno; Idola Fori- del mercato, che nascono dal rapporto con gli altri uomini e dal linguaggio spesso di natura ingannevole; e Idola Theatri- del teatro, derivanti da varie filosofie, come favole che danno vita a modi fittizi accolti come reali.
Con questa premessa desidero, attraverso Idola Mentis, analizzare la predisposizione della mente dello spettatore verso l'arte contemporanea.
Lo scopo è studiare quanto il pensiero di chi guarda un’opera è influenzato dal pregiudizio come giudizio imposto dall'opinione comune e dalla società; e quanto lo è dal pre-giudizio, cioè dal giudizio che lo stesso spettatore produce ancora prima di vedere l'opera sulla base delle sue convinzioni personali e o conoscenze tecniche. Sull’analisi di questo argomento esistono due correnti di pensiero che dividono il pubblico fruitore in due parti: quelli che, senza possedere troppe nozioni tecniche e artistiche, pensano che l'arte contemporanea sia più facilmente comprensibile perché diretta e vicina all'esperienza umana; e quelli che invece la considerano irraggiungibile e incomprensibile se non attraverso la conoscenza della vera natura della sua evoluzione.
Inevitabilmente oggi ci troviamo in un’epoca in cui il pregiudizio verso l’arte crea un pubblico amante appassionato ed uno pesantemente critico.
Le nuove correnti contemporanee esaltano maggiormente questa divisione e sfidando lo spettatore alla comprensione profonda di opere che a volte risultano di elementare interpretazione ed altre rappresentanti di un indecifrabile linguaggio.
Per andare oltre l’aspetto meramente tecnico e materiale è necessario lasciarsi guidare dall’intelligenza emotiva che si nasconde dentro ognuno di noi: quella capacità di decodificare il linguaggio criptato dell’arte contemporanea attraverso un approccio emozionale e non solo puramente estetico.
La fruizione pertanto può essere risultare superficiale o profonda, e profonda a diversi livelli.
L’arte è da sempre una vera e propria forma di comunicazione: il contenuto dei suoi messaggi viene raccontato attraverso poliedrici modi di rappresentazione che utilizzano infinite tecniche di realizzazione.
La moderna concezione dell’arte è libera dai quei vincoli formali imposti dalla storia, che servivano per classificare un’opera come vera e propria arte nel senso aulico del termine.
L’arte è contemporanea perché trasmette un messaggio nuovo, un concetto mai esistito prima, che nasce dal pensiero dell’artista.
Un’idea viscerale e appassionata che racchiude un mondo di sensazioni ed emozioni personali che trovano la loro via di fuga nella creazione di una forma, nella potenza di un colore, nell’unione di più materiali, nella manipolazione del già esistente, nel mistero di una necessità interiore.
Quanto, quindi, i pregiudizi sull’arte contemporanea distolgono lo spettatore da una fruizione pura e senza contaminazioni?
L’estetica dell’arte si presenta come la lettura di un libro attraverso le immagini: la vista è, infatti, il senso maggiormente stimolato dalle opere, il pubblico è invitato ad osservare con prudenza inizialmente e a guardare più intensamente poi ciò che ha davanti.
Il semplice gesto del guardare implica un impegno personale che, attraverso gli occhi, coinvolge anche gli altri organi sensoriali: significa andare al di là di ciò che appare, soffermarsi sui dettagli, cercare un significato interiore o riconoscere se stessi nell’opera, aprendo la mente a quella realtà alternativa che l’arte contemporanea rappresenta.
Ciò che il cervello elabora matematicamente e razionalmente di fronte ad un’opera è immediatamente trasmesso ad un altro organo, che di razionale ha solo la sua esistenza.
Bisogno saper accettare che la moderna bellezza si traduce in con-fusione di contenuti e stili, nella quale l’artista ha il compito di trasformare il contenuto in forma e la forma in emozione.
L’arte si muove come si muove il tempo, le tecniche d’espressione variano a seconda del periodo e delle possibilità che il presente offre. Le nuove tendenze cercano di avvicinarsi a quell’arte che eleva ogni materiale all’astrazione concettuale, l’idea è protagonista di un contesto contemporaneo in cui l’artista si trova a lottare con il già visto o il già fatto.
La mostra Idola Mentis desidera comunicare un messaggio di chiara visione e pura comprensione dell’arte, attraverso le opere presenti in mostra gli artisti si divincolano dai pregiudizi legati alla pittura, alla fotografia, all’installazione e presentano la loro concezione di libertà artistica.
Idola Mentis come strumento di visione altra, per una nuova chiave di lettura dell’arte contemporanea che indica, per ogni spettatore, il suo intimo e personale accesso verso la beconiana via dell’indiscutibile verità.

Artisti:
Giulia Bersani
Milano, 1992
http://giuliabersani.com
/ Nata in Italia nel 1992, studia patrimonio culturale presso "Università degli Studi" di Milano. Nel 2012/13 ha frequentato il corso di fotografia analogica e digitale presso il CFP Bauer di Milano. Nella primavera 2013 ha fatto uno stage a Napoli con il fotografo Mario Spada.
“Ho sempre avuto paura della morte. Dall’altro lato però sono sempre stata innamorata della vita e tenacemente attaccata a questa e ad ogni suo aspetto; è come se non volessi lasciare andare nulla. La fotografia diventa così spontaneamente il mio modo per trattenere. Per stringere ogni cosa, compresa me stessa, che vedo riflessa negli istanti degli altri, nelle loro solitudini e nella loro meraviglia.
Mi sazio fotografando le sensazioni del quotidiano di adulti/bambini come me, le loro contraddizioni, i loro desideri e le loro paure. La loro semplicità, la ricerca di un abbraccio.. La loro confusione, l’ inadeguatezza e a volte la pace, ritrovata per qualche istante, in un equilibrio traballante con la luce e con lo spazio in cui si muovono. Le mie foto sono sporche e ruvide, uso macchine analogiche (spesso Zenit) comprate ai mercatini per poco o trovate in giro, e ad ognuna mi ci affeziono. Non m’importa tanto mostrare i soggetti che scelgo nel dettaglio, quanto seminare suggestioni.”

Massimiliano Boschini
Mantova, 1973
http://www.maxboschini.com/
Massimiliano Boschini nasce nel 1973 a Mantova. Lavora come artista, ricercatore e curatore sempre in attività, spostandosi rapidamente tra arte, fotografia, identità umana e società. I suoi lavori sono stati esposti in numerose esposizioni sia nazionali che internazionali, comprese biennali e festival.
Massimiliano Boschini si è avvicinato alle arti visive a partire dai primissimi anni novanta, da autodidatta, con prime esperienze artistiche riconducibili al digitale. da sempre affascinato ed attratto dalle entità plurime, nel corso degli anni ha trovato riparo sotto le insegne di Dollydesign, di Design Radar, del collettivo berlinese DEstructed.info e soprattutto di Pommefritz Crew, da lui fondata con il collega ed amico Mauro Manuni nel 2004, anno questo che sposta il suo interesse dal digitale all'analogico. Boschini diventa un fotografo capace di combinare tradizione ed innovazione, spaziando dal decadentismo al surrealismo, mediante l'uso del colore che utilizza per porre un particolare accento sullo stato psicologico delle cose. Dal 2005 inizia un percorso espositivo continuo tra biennali e festival. Nel 2007 sviluppa quella che lui definisce un'autentica corrente artistica: prende corpo il concetto di affective imaging, ovvero il campo di investigazione che si occupa del trattamento visivo delle emozioni, proponendosi di realizzare fotografie in grado di esprimere, in alcuni casi, di favorire emozioni rendendo possibile implementare alcuni aspetti dei processi emotivi. l'intento è quello di creare una sorta di interazione tra fruitore ed immagine, al fine di migliorarne la stabilità mentale, in taluni casi arrivando a spostarsi sull'installativo- performativo.

Pio Francesco Chierici
Vicenza, 1981
http://piochierici.blogspot.it/
Pio Francesco Chierici nasce nel 1981 a Vicenza. Nel 2000 si diploma al Liceo Artistico “A. Martini” di Vicenza e per sette anni lavora in ambito scultoreo, come scalpellino e ornatista scultore. Nel 2011 si diploma col massimo dei voti all’Accademia di Belle Arti di Urbino, sezione pittura e nel 2013 completa gli studi presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, specializzandosi in scultura. A maggio 2013 lavora per la Fondazione Sonnabend al wall drawing “Arcs from four corners” su progetto di dell’artista Sol Lewitt presso il Museo Ca’Pesaro di Venezia.
Negli anni lavorativi Chierici ha sviluppato un grande senso per la materia, una ottima conoscenza delle pietre e degli strumenti riuscendo anche ad intagliare e plasmare sculture a tutto tondo di gusto neo-classico.
Tornato ultimamente grazie al corso di studi all’amore per la forma ed il tratto, pur continuando il suo lavoro con le pietre,il Chierici ricostruisce il rapporto tra corpo in posa ed innovazione del libero segno. Corpi, particolari e colori inondano la carta veloci e decisi aggredendo la forma senza deformarla.
Diversi anche i lavori realizzati con silicone e gessi che hanno dato vita ad un personale percorso sull’idea di autoritratto e materiali di nuovo utilizzo.

Roberta Feoli
Benevento, 1987
http://robertafeoli.blogspot.it/
Roberta nasce nel 1987 a Benevento. Dopo il diploma al Liceo Artistico della sua città natale, si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Urbino, laureandosi in Pittura e successivamente specializzandosi col massimo dei voti in Grafica d’arte. Nel 2012 ha frequentato il corso in Grafica Contemporanea alla Scuola Internazionale di Grafica, dove ora ricopre il ruolo di insegnante e Manager della Stamperia.
Roberta Feoli attraverso i disegni, le incisioni ed ogni altra forma grafica che possa rappresentarla, racconta le sorti del mondo,attraverso personaggi domestici, epici e storici, attribuendo ad ogni opera una componente sacra.
“Ho mille storie di antiche famiglie da raccontare, morti legami tra parenti - teschi che durano oltre il tempo fondendosi tra un culto del cranio dal sapore piccante come quello del Centro America all'umido di una oscura Napoli Sotterranea. Cerco foto antiche di donne e sposalizi del sud del mondo. Le rielaboro graficamente o ne prendo spunto per stampe che accompagneranno le gesta dei protagonisti rivestiti di simboli. lavori su carta come le vecchie lettere che si ritrovano in soffitta. Volti sfigurati dal tempo. un filo conduttore tra le tradizioni, le chiese e la colonizzazione spagnola. I miei lavori da sempre lasciano immaginare le storie dietro i teschi da ricordare alle pareti come foto di lontani parenti.

Maurizio L’Altrella
Sesto San Giovanni, 1972
www.mauriziolaltrella.it
Maurizio L’Altrella nasce nel 1972 a Sesto San Giovanni, Milano dove attualmente vive e lavora.
E’ il mondo delle luci e delle ombre interiori che mi porta ad avere un rapporto con dimensioni altre. Dove il giudizio e la presa di posizione non esistono ma conta solo l’osservazione consapevole.
Consapevole che sogno e realtà convivono: come luce ed ombra, bene e male, alto e basso, dentro e fuori. E l’equilibrio tra il tutto è fondamentale, un ambito punto d’arrivo.
Perché gli animali?
Gli animali mi riportano a dimensioni pure, sconosciute, o meglio, per quanto mi riguarda abbandonate.
Istinti necessari più o meno sopiti.
Animali che fanno da ponte tra noi e le diverse dimensioni o dimore, le abitano e si spostano in più di una avendo uno sguardo libero da pensieri e interpretazioni vincolanti.
Animali sacerdoti o guardiani, messaggeri per alcune filosofie.
Reincarnazioni di vite lontane per filosofie altre.
Anima-li fautori di prodigi.
Prodigi solo per chi attua una certa estensione di pensiero.Mi interessa rapportarmi con animali della simbologia religiosa, qualsiasi essa sia, credo ci sia un filo comune che le collega tutte. L’unica cosa che non m’interessa è dare un giudizio o prendere una posizione: la meraviglia è la mia miglior compagna d’avventura. Non credo in un’unica verità. La mia ricerca attraverso le diverse filosofie spirituali ora mi porta ad avere come soggetti principalmente gli animali ma non posso pormi limiti e non so dove la mia ricerca mi stia realmente conducendo.

Christian Palazzo
Venezia, 1980
Nasce a Venezia 26 gennaio 1980, frequenta il Liceo Artistico poi si specializza in Grafica Editoriale, da 12 anni lavora come fotografo di opere d'arte collaborando con musei, fondazioni e gallerie, nel suo attivo ha varie pubblicazioni con case editrici le quali Mondadori, Marsilio, Electa, Giunti, il suo percorso formativo inizia con la pittura e prosegue con l'arte digitale, l'installazione e fotografia, ha partecipato a varie esposizioni tra le quali:
Giovane e poliedrico artista di formazione autodidatta, dimostra negli anni della sua carriera la capacità di esprimere la propria “vocazione” come una prova della sua autonomia e libertà creativa. Legato all’idea romantica e poi d’avanguardia dell’artista che sfugge alle regole e ai canoni accademici, la sua ricerca si sviluppa attraverso la pittura, la fotografia e le istallazioni, come pura espressione attraverso le immagini e il colore. L’ artista cerca attraverso le sue opere di sottolineare il legame profondo che lega l’uomo allo stato primordiale che lo circonda. Le sue scelte, quindi, non sono casuali, ma frutto di una ricerca mistico-simbolica avvenuta nel tempo in modo spontaneo e quasi involontario.

Progetti collaterali
Da grande sarò un...
Laboratorio didattico ispirato all’opera di Maurizio L’Altrella
A cura di Ester Baruffaldi
In occasione della mostra Idola Mentis verrà proposto un laboratorio didattico aperto a tutti i bambini della scuola primaria, avente come punto di partenza e ispirazione l’opera di Maurizio L’Altrella.
Lo scopo del laboratorio è riuscire ad avvicinare un pubblico giovanissimo ed estremamente perspicace a delle opere di arte contemporanea attraverso l’ausilio di strumenti come favole e lavori manuali.
I bambini verranno accompagnati alla conoscenza e al confronto con le opere di Maurizio L’Altrella in tre fasi: la prima prevede una breve e semplificata spiegazione delle opere in mostra; la seconda si svilupperà attraverso la lettura di una favola o di una fiaba legata al tema della trasformazione o del viaggio onirico, avente come protagonisti degli animali. La terza fase è prevede l’azione diretta dei bambini nel creare un loro animale, trasformando un calzino che porteranno da casa in un animale a loro scelta, applicando diversi materiali di scarto (stoffe, lana, bottoni, carta, cartone ecc.).
In questo modo i bambini potranno, anche solo per qualche ora, trasformarsi in un animale e avvicinarsi così alla poetica che anima le opere di Maurizio L’Altrella.

Inaugurazione Domenica 26 gennaio 2014

Cantiere Barche 14
Stradella della Barche 14, Vicenza
Orari di apertura: lunedì - martedì - giovedì 15 - 19, venerdì e sabato 16 - 20, domenica 10 - 12 e 16 - 18
Ingresso libero

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