Sacrificando la quiete perfetta. Tutto cio' che l'arte figurativa ha prodotto dal secondo Dopoguerra a oggi, filtrato attraverso un visibile amore per le avanguardie storiche.
Sacrificando la quiete perfetta dell’essere al marasma del divenire, l’immobilità dell’eterno al dilagare dei giorni, Dio ha impresso nel mondo il marchio infuocato della vanità, che è insieme nascita e morte, creazione e distruzione, incanto e follia, riso e tragedia, bellezza e orrore (Mario Andrea Rigoni, Vanità, edizione Aragno).
La vanità, al di là delle sue accezioni di superficialità, frivolezza o superbia, si colloca ai bordi dell’esistenza; essa è in bilico tra l’essere e il nulla, si pone cioè tra ciò che esiste e ciò che sta per dileguarsi. Ciò che esiste aspira ad esibirsi, ad essere accolto e riconosciuto; la vanità si insedia in ogni atto, in ogni gesto umano. Il mondo animale, ma anche quello vegetale e quello minerale, non sono in fondo che uno sfoggio di forme e colori, non sono che un allestimento abbacinante di sfumature e di figure con una sola vocazione: sconfiggere il nulla.
Nelle forme e nei colori di Mauro Nicolicchia si riconosce questa consapevolezza. I suoi quadri, gli oggetti, i fondamenti sono orientati alla spinta ambivalente dell’esistere e del manifestarsi e, allo stesso tempo, all'intuizione di uno sgretolamento che è già in atto: dentro il colore, dentro le forme distinte, dentro la “biologia” espressa dalle sue opere è già iniziata l’esperienza del nulla, è già sbocciata l’autodistruzione, nel marchio della creazione è già incisa la cifra quieta del silenzio.
Ha detto di Mauro Nicolicchia Pino Schifano: “Il suo percorso artistico è il frutto di un assaporamento culturale di quanto l’arte figurativa ha prodotto dal secondo Dopoguerra ad oggi, filtrato attraverso un visibile amore per le avanguardie storiche ed esplicitato in moduli espressivi la cui apparente astrazione tradisce invece pressanti istanze sociologiche. Se da un punto di vista stilistico in Nicolicchia è manifesta una rigorosa tecnica linguistica, non meno evidente è che la sua emblematica “figurazione” è cosciente posizione critica della realtà, dell’ambiente, della società in cui viviamo e, per ciò stesso, le sue tele sono pensiero che si fa colore, forma che si fa denuncia contro ogni omologazione, contro ogni emarginazione di tutto l’umano dell’umanità”.
Mauro Nicolicchia è nato nel maggio del 61 a Palermo, dove vive e opera. Autodidatta, ha iniziato la sua produzione da circa un ventennio. E’ impegnato professionalmente nel sociale. Ha esposto a Palermo dal 2001 in varie personali e collettive.
La mostra, che presenta una ventina di quadri e cinque installazioni, sarà inaugurata venerdì 7 febbraio 2014 alle ore 19.30 al PALAB (piazzetta del Fondaco, zona piazza Vittoria) e resterà allestita fino al 9 marzo 2014. E’ visitabile dal mercoledì alla domenica, dalle ore 19.30 alle 24.00. La mostra è stata promossa dall’Associazione Deva Culture di Palermo e allestita da Francesco Cutrona. Per informazioni: 333 2188325
Inaugurazione 7 febbraio ore 19.30
PaLab
via Fondaco (Albergheria, fra via dei Biscottari e via Porta di Castro) - Palermo
Ingresso riservato ai soci. Tessera annuale € 3,00
Pretesseramento on line sul sito www.palab.it