The Format Contemporary Culture
Sossella con "Sine Baculo" espone lavori inediti dalle serie Dergeist, Darkmatter-Sisifo's e Tiratela. Per la sua prima personale, Federica Cogo ha raccolto disegni, dipinti e video sul binomio uomo-animale.
Ivano Sossella USW
Sine Baculo
a cura di Guido Cabi
The Format – Contemporary Culture Gallery è lieta di presentare: “Sine Baculo”, solo show di IVANO SOSSELLA USW a Milano a cura di Guido Cabib. Opening 5 Marzo 2014 ore 18.00.
L'artista presenta una serie di lavori , gran parte dei quali inediti, facenti parte delle serie : "Dergeist" , "Darkmatter -Sisifo's e "Tiratela" , le ultime due serie per la prima volta esposte in Italia.
La prime volte che ho incontrato Ivano Sossella, sono rimasto colpito , da una sua affermazione sul concetto di arte , che non sentivo da parecchio tempo e che nei giovani artisti, devo dire , è quasi completamente assente : “l'arte è poesia”.
La poesia, per i più , è l’arte di esprimere e rappresentare fatti, sentimenti, con parole, poste in un certo ordine, secondo una certa logica, oppure totalmente libere, senza necessità di intrappolarle in un predefinito schema.
Per chi si occupa di arte, la poesia, poíesis (greco ποίησις), è l'agire diretto alla creazione di un oggetto che rimane autonomo e estraneo rispetto a chi l'ha prodotto , essa risiede ed emana dal cuore poiché il cuore è immaginazione e di conseguenza le opere d'arte sono testimonianza dell'immaginazione creativa del cuore , della capacità teofanica di portare a visibilità il volto del divino. Il rècit, il resoconto della vita immaginale intesa come viaggio tra essenze immaginali, un resoconto immaginale dell'essenziale.
In Ivano, e, specificatamente in tutta la sua produzione artistica, l'immaginazione è una presenza: siamo in presenza dell'immaginazione stessa, quell'immaginazione nella quale ed attraverso la quale lo spirito muove dal cuore verso l'ordine di tutte le cose.
Il pensiero del cuore come pensiero nobile e regale, gioioso,scaltro come un animale, ardito, coraggioso ed incoraggiante, capace di godere delle forme dell'intelletto e insieme di difenderle fieramente, equanimamente generoso nella sua compassione come nella sua potenza visionaria, creatore di bellezza nel linguaggio delle immagini.
La poesia oggi è prigioniera , dove il pensiero del cuore si è corrotto, trasformandosi in quelle che sono le malattie della società: la sentimentalità del personalismo, la brutalità dell'efficienza, il delirio della grandezza del potere e le facili effusività religiose. Anche l'arte, oggi, di conseguenza lo è, prigioniera del sistema che l'uomo contemporaneo ha mutuato da altro, dal concetto di impresa, dalla tecnologia fine a se stessa, dal desiderio psicotico del successo, dall'esigenza del materialsimo che deriva da una accezione di accumulo e da una confusione mercificante.
Inoltre, parlare, chiedere ascolto nel mondo, comporta oggi che si parli al mondo, perchè tra il nostro pubblico c'è anche il mondo: anch'esso ascolta quello che diciamo. Le opere di Ivano Sossella, sono rivolte al mondo, ai suoi problemi, alle sofferenza della sua anima. Ivano è figlio dell'anima ed esprime la sua arte attraverso il suo cuore, portandoci a confrontarci , per mezzo delle sue opere con la nostra essenza interiore, senza scampo , senza remore.
IVANO SOSSELLA , nasce a Genova nel 1963, attualmente vive e lavora tra Genova e Milano.
Nel suo percorso artistico è stato presente in numerosi ed importanti eventi di arte contemporanea in Italia ed all'estero, come la partecipazione ad APERTO 93, 93esima Biennale di Venezia curata da Achille Bonito Oliva; Documenta IX, 1991, Orangerie a Kassel curata da Banchina-Luigi Tazzi, Jean Hoet, Dennis Zazharoupulos ; Marathongespraech, Goethe Museum Weimar, curata da Pierluigi Tazzi Jean Hoet, Dennis Zazharoupulos; Ottovolante, Accademia Carrara, Bergamo, curata da Angela Vettese; Una scena che Emerge, Museo Luigi Pecci,Prato, curata da Elio Grazioli ed Amnon Barzel; Yuppara, Ospedale Psichiatrico, Genova, curata da Enrico Pedrini e Gabriele Perretta (1989). Fra i recenti progetti: Meridiani d'Oriente, Venezia Biennale, Venezia, curata da Gabriele Perretta; Metessi 2 , Fondazione Noesi, Martinafranca.
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FEDERICA COGO
The day after the fifth
a cura di Daniele De Luigi
Sembra ragionevole, siccome l’arte copia la natura, e l’uomo può creare diversi automi che si muovono senza pensare, che la natura debba produrre i propri automi, molto più perfetti di quelli artificiali. Questi automi naturali sono gli animali. (Cartesio) The Format – Contemporary Culture Gallery è lieta di presentare: The day after the fifth, la prima personale di Federica Cogo a Milano, a cura di Daniele De Luigi. Federica Cogo presenta una selezione di opere su carta, dipinti e video. Opening 5 marzo 2014 ore 18.00. Gran parte della ricerca recente della giovane artista Federica Cogo è focalizzata sul rapporto tra l’uomo e l’animale. Tra i vari tratti di schizofrenia che caratterizzano la società contemporanea, questo è senza dubbio uno dei più evidenti, e il breve e ironico video realizzato come promo della mostra, in cui un piccolo cane viene premurosamente lavato con il bagnoschiuma, ne fa da efficace introduzione. Senza il minimo senso di contraddizione, come fa notare l’esperta di bioetica animale Barbara De Mori, facciamo coesistere le macellazioni e gli xenotrapianti con le pet therapy e i centri benessere per gli amici a quattro zampe. È quella che Paul Taylor ha chiamato l’era della biocultura, in cui l'animale viene utilizzato dall'uomo per i suoi scopi, che in alcuni casi comportano affezione e cura, in altri prevedono la sofferenza e la morte, ma sempre dal nostro punto di vista e applicando gerarchie del tutto soggettive. Il nodo problematico è l’incapacità dell’uomo di concepire l’animale come essere senziente con i suoi specifici bisogni, e di interrogarsi sulle proprie responsabilità nell’esercizio unilaterale della propria superiorità.
Federica Cogo affronta esattamente questo nodo, e lo fa con un lavoro sottile e raffinato che fa emergere, dalla stanza buia e insonorizzata in cui viene tenuta nascosta dalla società dei consumi, tutta la crudeltà di cui siamo capaci. Il suo lavoro muove da immagini preesistenti, siano esse illustrazioni da manuale oppure video vernacolari presenti in rete. Gli artisti hanno iniziato da tempo a fare i conti con l'accumulo di immagini che caratterizza il mondo contemporaneo, sentendo la necessità di interrogarlo per capire, attraverso riflessioni visive, in che modo esse costruiscono il nostro modo di pensare. La dialettica che ne nasce, caratteristica dell'agire artistico contemporaneo, è tra la conservazione dei modelli di giudizio, l'imbalsamazione della memoria, la preservazione degli stereotipi propagate dalla maggior parte delle immagini, e il tentativo di scardinare il sistema del significato alterando la percezione delle immagini e rivelandone i meccanismi. Federica Cogo edulcora fredde illustrazioni tecniche, tratte da libri di zootecnia, e ce le rende piacevolmente decorative; oppure, trovati dei video in cui l’uomo perpetra ad animali inutili sofferenze, utilizza una paziente tecnica di traduzione del filmato in animazione al tratto – ma mantenendo il sonoro originale – per conferirgli un aspetto ludico, apparentemente innocente. In tal modo, ci induce a guardare con attenzione immagini che ci lascerebbero indifferenti per la loro banalità, o che al contrario respingeremmo con senso di fastidio o ribrezzo. Il suo scopo è di palesare il lato oscuro dell’antropomorfizzazione dell’animale: la sua reificazione. Interrogarsi su questo processo, che ha attraversato la storia della civiltà occidentale da Aristotele, a San Tommaso d’Aquino, a Cartesio, significa in realtà interrogarsi sull’uomo: su chi siamo e sulla nostra immagine, sulla nostra specie e sul presunto "insuperabile confine" (Jeremy Bentham) che ci separa dalle altre. Perché come ha scritto Milan Kundera, “il vero esame morale dell'umanità, l'esame fondamentale, è il rapporto con coloro che sono alla sua mercé: gli animali. E qui sta il fondamentale fallimento dell'uomo, tanto fondamentale che da esso derivano tutti gli altri”.
Federica Cogo (1985) si è diplomata in pittura all’Accademia di Belle Arti di Verona, città dove tuttora vive e lavora. Nel 2011 ha esposto presso la galleria Ph neutro di Verona. Nel 2012 è stata tra i finalisti del Premio Celeste vincendo il secondo premio nella sezione video con Untitled #1. Nel 2013, l'artista ha vinto il Premio Speciale Art Residence a Pechino di Arte Laguna in collaborazione con Lab-‐Yit. Durante la residenza ha esposto nella mostra collettiva From painting to animation presso il Sichuan Fine Art Institute di Chongqing e nella personale Pollution a cura di Cecilia Freschini. Nello stesso anno è stata selezionata da JCE – Jeune Création Européenne per rappresentare il suo paese alla Biennale d'Arte Contemporanea a Montrouge (F) e successivamente in diverse città europee fino al 2015, come talento artistico emergente italiano.
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Opening 5 marzo 2014 alle 18
The Format Contemporary Culture Gallery
Via G.E.pestalozzi 10, Milano
Orario: martedi al venerdì ore 15 / 19 o su appuntamento
Ingresso libero