Un ciclo di quattro mostre monografiche di disegni realizzati da artiste italiane e internazionali il cui lavoro varia enormemente in tecnica, misura, temi e raffigurazioni. Con questa serie di esposizioni la Fondazione intende portare alla luce la rinnovata importanza del disegno nel discorso artistico contemporaneo che come tutti i mezzi espressivi si e' trasformato travalicando la sua definizione tradizionale. Oggi inaugura la mostra dell'artista americana Marguerite Karhl. I suoi disegni restano sospesi tra immagini reali e cartoni animati evocando la possibilita' di un mondo alternativo eco-friendly.
Durante l'anno dedicato alla donna, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta il progetto espositivo D-segni, a cura di Ilaria Bonacossa. Si tratta di un ciclo di quattro mostre monografiche di disegni realizzati da artiste italiane e internazionali. Ogni mostra si tiene nella project room della Fondazione, all'interno degli spazi di Via Modane 16 a Torino e ha la durata di un mese, secondo il seguente calendario:
15 gennaio -15 febbraio Marguerite Karhl (America)
19-29 febbraio e 8-14 marzo Micol Assael (Italia)
18 marzo - 18 aprile Tabaimo (Giappone)
22 aprile - 16 maggio Katrin Sigurdardottir (Islanda)
Con questa serie di mostre monografiche, la Fondazione intende portare alla luce la rinnovata importanza del disegno nel discorso artistico contemporaneo che come tutti i mezzi espressivi si è trasformato travalicando quella che era la definizione tradizionale di questa tecnica. Il visitatore avrà la possibilità di confrontarsi con quattro artiste contemporanee il cui lavoro varia enormemente in tecnica, misura, temi e raffigurazioni.
I lavori dell'artista americana Marguerite Kahrl restano sospesi tra immagini reali e cartoni animati, evocando la possibilità di un mondo alternativo eco-friendly in cui l'uomo e la natura lavorano in armonia per massimizzare le risorse e non per distruggerle. La riflessione dell'artista romana Micol Assael si concentra invece sul binomio assenza/esistenza. Nelle sue opere segni neri, macchie informi, invadono, o meglio, aggrediscono lo spazio delle pagine di libri scientifici, trasformandoli; l'arte invade così il mondo della scienza e lo spazio fisico delle cose.
La giovane artista giapponese Tabaimo esplora, attraverso i suoi video e i suoi disegni, le tensioni sociali e culturali del Giappone contemporaneo e tenta di sovvertire, in maniera ironica e vivace, gli stereotipi della sua cultura e delle sue tradizioni.
Il legame che si stabilisce tra i luoghi, la memoria, l'immaginazione e il senso di disorientamento sono le tematiche al centro dell'opera dell'artista islandese Katrin Siguardardottir. Entrare in un villaggio disegnato dalla Sidurdardottir significa perdersi nelle sue strade, confondersi tra il ricordo di un'immagine già vista in passato e la consapevolezza di essere per la prima volta in quel posto.
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D-Segni
Testo a cura di Ilaria Bonacossa
Ancora oggi, il disegno resta cruciale per gli artisti contemporanei sia come mezzo generativo di progetti più ampi e complessi sia come forma espressiva duttile, capace di cogliere velocemente stati di transizione. Nel nuovo secolo il disegno si distacca dalle forme di comunicazione di massa ed assume un carattere più intimista e personale, senza per questo perdere forza.
È in questa occasione che verrà proposto un excursus attraverso i disegni di alcune artiste italiane ed internazionali capaci di comunicare qualcosa di particolare sul nostro tempo. Il panorama artistico femminile negli anni Novanta muta notevolmente in relazione al contesto sociale. L'esigenza che portava la donna ad esprimere se stessa negli anni Settanta è forse la stessa di oggi, ma se prima questo assumeva un carattere politico, oggi la produzione artistica femminile, più disinvolta nello spaziare attraverso diversi mezzi espressivi, è legata ad un'esperienza di vita più libera, priva di apparenti condizionamenti e senza più la volontà di infrangere ad ogni costo. L'individualismo che percorre come un filo rosso gli aspetti sociali del vivere in questi ultimi anni si manifesta nella necessità di raccontarsi attraverso delle microstorie che cercano di emergere da quel magma ribollente, che è l'arte contemporanea. Il disegno si pone ancora come il metodo più diretto e immediato per catturare il processo creativo nel suo divenire. Il disegno ancora al giorno d'oggi mantiene alcuni aspetti di non finito che sembrano riflettere in modo diretto la mano dell'artista nel suo movimento creativo.
In una società dove la velocità con cui passano le informazioni è sempre più alta si sente la necessità di fermarsi ad osservare il mondo, analizzarlo e rappresentarlo nelle sue diverse forme attraverso sottili metafore. Il forte bisogno di comunicare si scontra molto spesso con l'ostilità dell'esserci e non voler udire, da questo nasce l'esigenza di trasferire i propri sentimenti ad un contesto capace di raccontare attraverso le immagini disegnate storie ed emozioni. Il disegno diviene il pretesto per esprimersi facendo emergere dai singoli dettagli una visione personale del mondo. Un'esplorazione interiore, viscerale, in costante evoluzione che permette al lavoro di queste artiste di trasmetterci un'esperienza nuova di tutto ciò che vediamo ogni giorno.
I disegni di queste artiste variano enormemente in tecnica, misura, temi e raffigurazioni. I disegni possono essere fatti a carboncino, a matita, ad acquerello, a mano ma anche con i materiali più vari purché lascino un marchio. Contraddicendo il loro aspetto spontaneo la maggior parte di questi lavori non nasce di getto ma sono opere complete frutto di un complesso processo creativo. Hanno un carattere descrittivo e narrativo mostrando affinità con l'illustrazione, con il disegno architettonico, con il design ornamentale o l'immagine pubblicitaria. Questa serie di mostre monografiche porta alla luce la rinnovata importanza di questa tecnica nel discorso artistico contemporaneo che come tutti i mezzi espressivi si è trasformato travalicando quelle che era la definizione tradizionale di disegno, diventando puro segno.
Il 22 aprile verrà presentato un catalogo a colori che riunisce i quattro progetti con testi e interviste alle artiste a cura di Ilaria Bonacossa.
L'intero progetto espositivo e il catalogo sono realizzati grazie al contributo di Burgo Distribuzioni.
Orari: da martedì a domenica dalle 12 alle 20. Giovedì dalle 12 alle 23.
L'ingresso esclusivo alle mostre di D-segni è libero.
Info: 011 19831600
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MARGUERITE KAHRL (New York 1966)
Vive e lavora a Ivrea (TO)
Il lavoro dell'artista americana si riferisce alla 'storia, ai prodotti, ai processi': immagini ricorrenti dal mondo contemporaneo vengono usate per creare un legame tra le tecnologie più sofisticate e la sua espressione artistica. I suoi disegni sono caratterizzati dall'uso di diverse tecniche, quali inchiostro, acquerello, gouache e olio su carta, ottenuta anch'essa da materiali di riuso e poltiglie di carta e cotone. Dai suoi disegni nascono anche le sue sculture e le ultime macchine telecomandate: queste, a loro volta, sono ispirazione per le sue 'marionette', fragili e umili personaggi dei video; mentre i disegni a diagramma tracciano il loro percorso con immagini dal mondo. Dai suoi disegni, dunque, sembra nascere tutta la sua opera. Dice la Karhl: 'In my chart-like drawings, I integrate image, line, text, and color. These large-scale mystical landscapes illustrate dreamy confusion and the organization of thought.'
E' interessante come nel suo lavoro la Kahrl oltre ad evocare preoccupazioni ambientaliste vi è una freschezza nell'immagine che resta fortemente ironica oltre che politica. I lavori restano sospesi tra immagini reali e cartoni animati, evocando la possibilità di un mondo alternativo eco-friendly in cui l'uomo e la natura lavorano in armonia per massimizzare le risorse e non per distruggerle.
Mostre individuali
2001 Derek Eller Gallery, New York City
1997 'Magnetic Oracles', Thread Waxing Space, New York City
Mostre collettive
2002 'Modern Living', Paint Gallery, Brooklyn
'New Projects', Dieu Donné Papermill, New York
2001 'Fresch Kills: Artists respond to the Closure of the Staten Island Landfill', New
House Center for Contemporary Art, Staten Island, New York
2000 'Gyrations', Show World, New York City
'Meat Market Art Fair', New York City
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MICOL ASSAËL (Roma 1979)
Vive e lavora a Roma
I lavori di questa giovane artista romana consistono in prevalenza di disegni e installazioni. Le installazioni, costituite da diversi elementi, si inseriscono nell'ambiente creando un rapporto intenso tra pubblico e spazio; sono interventi minimali intorno al problema dell'assenza. Anche nei disegni è evidente la riflessione tra assenza/esistenza: una serie di disegni in cui le forme bianche, interagendo con la luce, definiscono dimensioni percettive diverse. Segni neri, macchie informi, invadono, o meglio, aggrediscono lo spazio delle pagine di libri scientifici, trasformandoli; l'arte invade così il mondo della scienza e lo spazio fisico delle cose.
Micol Assael lavora sullo spazio fisico inteso nella sua dimensione scientifica. I suoi lavori creano rapporti intensi e inaspettati tra il pubblico e gli spazi espositivi che la giovane artista trasforma, spesso aggredendoli. I suoi interventi restano però esteticamente minimali, come se l'assenza diventasse, attraverso quel senso di vuoto, una forte asserzione di presenza. Quasi come se l'assenza fosse la versione distillata dell'esistenza.
Mostre individuali
2001 Galleria Studio 34, Salerno
Mostre collettive
2002 'Prototipi', Fondazione A. Olivetti, Ivrea
'Affinités Electives 2, Galerie du jour - Agnes B, Parigi
' Offered spaces / Spazi Offerti ', S. Casciano dei Bagni (SI)
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TABAIMO ( Hyogo 1975, Giappone)
Vive e lavora a Tokyo
La giovane artista giapponese esplora, attraverso i suoi video e i suoi disegni, le tensioni sociali e culturali del Giappone contemporaneo e tenta di sovvertire, in maniera ironica e vivace, gli stereotipi della sua cultura e delle sue tradizioni. I video sono meglio descrivibili come disegni animati poichè mettono in relazione i disegni di gusto familiare, della tradizione nipponica con le più alte tecnologie. Le sue immagini tratte dalla vita quotidiana svolgono una critica pungente; la sua visione 'normale' e la sua profonda appartenenza al mondo giapponese è capace di dare vita ad una visione globale e informata del mondo contemporaneo.
L'artista giapponese sostiene di esplicitare nei suoi lavori il concetto di normalità . Afferma che ciò che lei ritiene normale, ciò che pensa e riversa nel suo lavoro è ciò che molti pensano. A partire da questa dichiarazione Tabaimo propone le icone della cultura giapponese che arrivano in Occidente e che spesso sono luoghi comuni, stereotipi che accogliamo come caratteristiche predominanti della cultura nipponica: il sushi, i tatuaggi, il suicidio, gli impiegati forzati del lavoro, la bandiera nazionale, la divisa delle studentesse e i luoghi quotidiani come la cucina o la metropolitana. La scelta del disegno animato stempera la provocazione dell'immagine e gli conferisce un'aura surreale. La grafica e il tratto dei fumetti rimandano ai disegni tradizionali che risalgono ai primi secoli della cultura giapponese; le sue animazioni invece sono high-tech creando uno strano ibrido ipertecnologico e antico allo stesso tempo; un tentativo di connessione tra la velocità del mondo globalizzato e la lentezza della tradizione orientale.
Mostre individuali
1999 'Japanese Kitchen - Tabaimo Ten', Plastic Gallery, Kyoto
2000 'Japanese Zebra crossing', 'Gallery 16, Kyoto
Mostre collettive
1999 Gran Premio Kirin Contemporary Art, Kirin Plaz
2001 Biennale di Valencia, Valencia
Yokohama Triennale, Kanagawa, Giappone
2002 Biennale di San Paolo, Brasile
2003 'How latitides become forms', Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino
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KATRIN SIGURDARDOTTIR (Reykjavik, Islanda 1967)
Vive e lavora tra Reykjavik e New York.
Katrin Sigurdardottir divide il proprio tempo tra New York e Reykjavik. Ogni volta che l'artista si trasferisce da una città all'altra, ritrova luoghi familiari e sensazioni che durante il periodo di lontananza si erano assopite, e al contempo sente di portare dentro di sé il ricordo dei posti che ha abbandonato e delle esperienze a essi legati. Sulla base di queste considerazioni, l'artista analizza e illustra, attraverso le proprie opere, il legame che si stabilisce tra i luoghi, la memoria, l'immaginazione e il senso di disorientamento. Trovandosi di fronte ai disegni e alle installazioni di Katrin Sigurdardottir, lo spettatore prova la stessa sensazione che avverte quando, in un sogno, riconosce un luogo come familiare, anche se in realtà , quando si sveglia, si rende conto che quel luogo non ha nulla di conosciuto. I villaggi disegnati dall'artista islandese sono cinti da montagne la cui forma allude ai grafici utilizzati dagli scienziati per studiare le reazioni cerebrali durante i processi mentali; gli edifici sono disposti secondo gli schemi dei circuiti elettrici, e le strade che li separano seguono la logica dei labirinti, dove unica è l'entrata e l'uscita dal paese. Entrare in un villaggio disegnato dalla Sigurdardottir significa perdersi nelle sue strade, confondersi tra il ricordo di un'immagine già vista in passato e la consapevolezza di essere per la prima volta in quel posto. Transitare per un luogo è, per l'artista islandese, una metafora della vita stessa, che è un passaggio, e non un punto di arrivo o di partenza.
Mostre individuali
2003 Galleria Maze, Torino, Italia
2001 Gallerì Sævars Karls, Reykjavik, Islanda
2000 'Veg(g)ir / Walls-Ways', Kjarvalsstadir, Reykjavik Museum of Art, Islanda
1999 'Floating Garden' Jensbua Foundation, Flekkefjord, Norvegia
Mostre collettive
2003 'Cities without Citizens', Slought Networks, Philadelphia, USA
'Not to Scale', Dorsky Gallery, New York, USA
'Recession 2003', Cynthia Broan Gallery, New York, USA
2002 'Reactions', Exit Art, New York, USA
'Man and City', Reykjavik Museum of Art, Islanda
Carnegie Art Award - Hafnarhus Museum, Reykjavik, Kunstnarnes Hus, Oslo,
Kunstforeningen, Copenhagen
2001 'Confronting Nature', The Corcoran Gallery, Washington DC
2000. 'En dehors des Cartes', Centre d'Art Contemporaine a Séte, Francia
'Inventing Iceland' Galerie Articule, Montréal, Canada
'Park' Momentum - Nordic Art Biennale, Moss, Norvegia
'Models of Resistance', Globe - Overgaden, Copenhagen, Denmark
Immagine: Tabaimo. Disegno su carta
Ufficio Stampa Fondazione Sandretto Re Rebaudengo:
Angiola Maria Gili 011/19831610
Roberta Balma Mion 011/19831632
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
Via Modane 16
Torino