La scienza e l'utopia del colore. La mostra ripercorre circa quarant'anni di attivita' dei maestri del Cinetismo. Entrambi di origine argentina parteciparono nel 1960 al ''Group de Recherche d'Art Visuel'' di Parigi. Essi sono rimasti fedeli nel tempo agli ideali cinetici; Demarco, fino alla sua scomparsa avvenuta nel 1995, Garcia Rossi che ancora oggi ottiene risultati in linea con le intenzioni originali, ma aggiornate all'attualita' secondo la realta' sociale e tecnologica
Venerdì 16 gennaio 2004 alle ore 18, presso la Sala Sant'Ignazio di Arezzo, si
inaugurerà un'importante mostra delle opere di Hugo Demarco e Horacio Garcia
Rossi, entrambi di origine argentina e stabilitosi a Parigi negli anni Sessanta.
La mostra ripercorre circa quarant'anni di attività dei Maestri del Cinetismo,
fondatori del GRAV, Avanguardia storica che ha saputo concentrare in sé tutte le
conquiste dell'arte del Novecento, i cui artisti hanno il merito di avere
portato reali innovazioni in ambito artistico attraverso proposizioni nuove sia
nel campo della ricerca, in cui l'Arte si avvale della scienza, che in quello
della fruizione, dove il pubblico viene coinvolto attivamente nella vita
dell'opera d'arte.
Demarco e Garcia Rossi sono tra i maggiori propulsori in questo straordinario
orizzonte espressivo, a cominciare dalla loro fertile partecipazione a partire
dal 1960 al ''Group de Recherche d'Art Visuel'' di Parigi.
Essi hanno saputo mantenersi fedeli nel tempo agli ideali cinetici; così per
Demarco, fino alla sua scomparsa avvenuta nel 1995, e per Garcia Rossi che
ancora oggi, con le sue opere, ottiene risultati in linea con le intenzioni
originali, ma aggiornate all'attualità , secondo la realtà sociale e tecnologica.
La mostra è composta da cinquanta opere per artista che ripercorrono tutto
l'arco della loro attività , sia per i lavori realizzati in ambito al GRAV, che
per quelli conseguiti da ricerche individuali.
Scrive, tra l'altro, Giovanni Faccenda, nella prefazione in catalogo: ''...GiÃ
allora, la peculiarità più marcata di Rossi e Demarco appare la volontà di
scandagliare, senza troppe mediazioni, le molteplici ragioni del vedere, del
percepire, dell'illuminare, attraverso un'estrosa sollecitazione del terminale
ottico, in un complesso processo strutturale utile, infine, a determinare la
creazione di opere, per così dire, aperte, tali, ovvero, da imporre un
comportamento integrativo e attivo da parte dello spettatore.
La partecipazione umana, in questo caso, diventa ovviamente essenziale, perché
il cinetismo non è algido meccanicismo, e il movimento, in quanto tale,
rappresenta un concetto, un'essenza, una categoria del pensiero, prima ancora di
tradursi in meccanismo, oggetto o altro. ...''
Immagine: Hugo Demarco, Atmosfair, 1990, acrilico su tela
Sala S. Ignazio
Via Carducci 7, 52100 Arezzo