Il cuore, la citta', il mondo. La metafora del filo come valore di unione ma anche di fragilita'. Esposte stoffe provenienti da tutto il mondo come gli Shoowa, i Ntshak, i Nockshi Kantha indiani, le sete giapponesi e italiane.
“STORIE DI FILI. Il cuore, la città, il mondo” è il titolo della prossima mostra che verrà inaugurata c/o il Museo Gianetti sabato 22 marzo 2014. La mostra che viene presentata fa parte di un progetto più ampio che si intitola “FORTI FRAGILI BELLEZZE la cura del corpo e del sé nell’arte”.
La metafora del filo come valore di unione, di intreccio, ma anche di delicatezza, sottigliezza e fragilità del legame che da sempre accompagna la storia sia nell’arte che nella vita, riunisce i temi della nascita e della morte come nel tema illustrato nella mitologia greca delle Moire o conduce all’uscita del labirinto Teseo dopo aver ucciso il Minotauro, o filo come attesa come in Penelope.
Il filo è quindi elemento creatore di storie, di racconti e sarà proprio questo il filo conduttore che unirà cuore, città e mondo.
In mostra verranno esposte stoffe provenienti da tutto il mondo come gli Shoowa o "Velluti del Kasai", i Ntshak e le Tenture africane, i Nockshi Kantha indiani, le sete giapponesi e italiane, i tappeti e tessuti del Sud America oltre che attrezzature e telai per la lavorazione della lana, del cotone e della seta.
Si tratta di materiali appartenenti alle collezioni del COE con provenienze diverse che raccontano la storia di progetti della Fondazione della quale il Museo Gianetti fa parte, sia la diffusione del gesto del tessere nel mondo, non solo come attività di utilità pratica, ma anche sociale, simbolica e comunicativa.
Inoltre una sezione speciale verrà dedicata all’arte contemporanea con le opere della giovane artista Elisa Rossini dedicate al dolore, al ricamo e al filo come cura, la quale ha da sempre utilizzato il gesto rituale e ripetitivo del ricamare come strumento di analisi di sé stessa, degli altri o di determinati “spazi”. Uno strumento a volte utilizzato per rafforzare, marcare o sottolineare un dato già esistente, un dato oggettivo.
Storie di Fili. Il cuore, la città, il mondo non si limiterà solamente agli spazi espositivi del museo, infatti, attorno alla mostra saranno successivamente organizzati eventi/performance e laboratori attinenti al tema del filo e dei suoi contenuti proposti a differenti tipologie di pubblico e di spazio (interno/esterno, pubblico/privato): nelle giornate di sabato 29 e 30 marzo, all’interno del museo Gianetti, a porte chiuse, sarà proposto un laboratorio di ricamo con un gruppo di donne affette da fibromialgia. Il telo/coperta che verrà prodotto sarà poi donato all’AISF di Saronno come manifesto della fibromialgia e del suo diritto al riconoscimento come malattia invalidante.
Sabato 5 aprile, nel pomeriggio nella città di Saronno, avverrà una performance urbana dal titolo WRAPPING THE CULTURE. Avvolgere la cultura. Utilizzando lana, altri filati e strisce di tessuto, principalmente di recupero, l’azione performativa prevederà di avvolgere e “prendersi cura” simbolicamente di alcuni luoghi della cultura di Saronno. Ad attuarla un gruppo di ragazzi guidati dallo staff del museo.
L’evento si ispira agli interventi di yarn storming o guerrilla knitting, una forma recente di street art accumunata al graffitismo. I luoghi su cui si è deciso di intervenire, pur raccontando di diversi usi e forme della cultura, non vogliono essere esaustivi della realtà saronnese. Essi sono lo stesso Museo Gianetti, il complesso Teatro G. Pasta-Biblioteca, la Villa Gianetti e il MILS Museo delle Industrie e del Lavoro Saronnese anche per il loro valore di poli espositivi: luoghi in cui la cultura è conservata e rappresentata e dove può nelle nostre intenzioni anche essere agita.
Nel pomeriggio di giovedì 17 aprile verrà proposto, in collaborazione con UNICEF gruppo di Saronno un laboratorio per bambini e nonni sulle Pigotte, con fili, stoffe, strumenti per ricamo. Un laboratorio che ha come tema il diritto alla salute.
A conclusione della mostra, sabato 26 aprile, Elisa Rossini, in collaborazione e con l’aiuto delle volontarie della Croce Rossa Italiana sezione di Saronno e della Rete Rosa centro territoriale contro la violenza alle donne condurrà una performance intitolata “RICAMARE IL DOLORE”. Le volontarie faranno da “tramiti”, da “ponti” da “mediatori” nell’esternare, stendere “all’aria” il dolore nel senso ampio del termine: fisico, psichico ed emozionale.
Queste volontarie sono in continuo contatto con il dolore e sono tra le prime persone che aiutano gli individui feriti ed in difficoltà. Esse ricameranno su tela la parola “DOLORE”: non saranno referenti del proprio dolore ma del dolore comune, del dolore condiviso nell’arco della loro esperienza.
Una mostra con tanti eventi collaterali che come tanti fili su di una tela vogliono creare, ricamare un’unica storia che ne contenga tante altre. Una trama ed un ordito composta da un pubblico e dei collaboratori diversi, uniti per obiettivi comuni in modo da tessere insieme un opera che coinvolge non solo i singoli, ma anche la città e, nel senso più ampio, la cultura.
In collaborazione con: Comune di Saronno
Con il patrocinio di: AISF - ONLUS
Con la partecipazione di: Associazione Rete Rosa ONLUS Saronno, Croce Rossa Italiana comitato locale di Saronno, MILS Museo delle Industrie e del Lavoro Saronnese, UNICEF gruppo di Saronno.
Inaugurazione 22 marzo ore 18
Museo Giuseppe Gianetti
via Carcano, 9 - Saronno (VA)
Orario: martedì, giovedì, sabato dalle 15 alle 18