Lunarie e altri tafferugli. "Per quanto riguarda la mia ricerca artistica, lavoro con l'intento di dar 'corpo fisico' alla parola, esplorandone la natura materica, gestuale, oggettuale". (A. Lentini)
A cura della Colophonarte di Egidio Fiorin, con un intervento di presentazione di Michele Tison, alle ore 18. 15 di venerdì 21 marzo 2014, sarà inaugurata a Belluno negli spazi espositivi di via Torricelle n. 1, la mostra personale di Alfonso Lentini “Lunarie e altri tafferugli”.
Su Lentini così si è espresso Emilio Isgrò, figura storica delle neoavanguardie italiane: «Ogni artista è un mondo, e in quello di Alfonso Lentini io entro volentieri, affascinato da un linguaggio prensile e vivo che non conosce banalità».
«Nelle sue opere – scrive Serena Dal Borgo - assistiamo all’uccisione della lingua dell’incomprensione, dell’esaltazione, dell’isolamento per dar vita a una nuova lingua fatta di poesia e colori, di carte e “insulae” che l’artista sa donarci, così come si dona un frutto rosso e carnoso...» (Serena Dal Borgo)
E così, in un’intervista pubblicata sul sito del progetto californiano “Naked Truths” l’autore parla della sua ricerca artistica: «Le cose “mordono” le parole, incalzano dietro la scrittura e noi umani le percepiamo attribuendo ad esse una sostanza alfabetica. In particolare per quanto riguarda la mia ricerca artistica, lavoro con l’intento di dar “corpo fisico” alla parola, esplorandone la natura materica, gestuale, oggettuale. Le mie sperimentazioni tendono allo sbilanciamento, ricercano un diverso equilibrio fra la parola e i corpi e intendono rappresentare la parola come oggetto fra gli oggetti. Ma questo insistere sulla scrittura come azione fisica non ha mai voluto essere, nel mio caso, una pura esaltazione della forma o della crosta esteriore della parola. Al contrario, ho voluto avviare una riflessione sulla “forza”, ma anche sulla “debolezza” della parola, senza mai perderne di vista la centralità».
Alfonso Lentini, nato in Sicilia nel 1951, vive a Belluno dalla fine degli anni Settanta.
Laureato in filosofia, si è formato nel clima delle neoavanguardie del Secondo Novecento. Ha insegnato letteratura italiana e storia. Si occupa di scrittura e di arti visive, sconfinando talvolta nei territori della poesia.
La sua prima personale risale al 1976. Nelle sue mostre e installazioni tenute in Italia e all’estero propone opere basate sulla valorizzazione della parola nella sua dimensione materiale e gestuale. Fra il 2013 e il 2014 ha allestito personali nelle Biblioteca Civica di Ponte nelle Alpi, a Susegana (nell’ambito di “Libri in Cantina”, a cura di Roberto Giustiniani da Re) e nella Biblioteca Civica di Feltre (a cura di Giovanni Trimeri). Insieme ad Aurelio Fort è autore del progetto artistico internazionale “Resistere per Ri/esistere” culminato il 25 aprile 2013 con un’installazione urbana per le vie e le piazze di Belluno.
Fra i suoi libri, due sono stati pubblicati dalle edizioni Stampa Alternativa (“Piccolo inventario degli specchi” e “Un bellunese di Patagonia”). Con il romanzo “Cento madri” (Foschi, 2009) ha vinto il premio letterario “Città di Forlì”. Il suo volume più recente è “Luminosa signora, lettera veneziana d’amore e d’eresia” (Pagliai, 2011).
Inaugurazione 21 marzo ore 18.15
Colophonarte di Egidio Fiorin
via Torricelle n. 1, Belluno
Orari: martedì, mercoledì e giovedì dalle ore 16.00 alle 17.00 o su appuntamento telefonando al 347 4801328 – 349 2134562.
Ingresso libero