Impiegati, vil razza dannata. Pierri traccia un "tetrallegro" ricordo della gabbia del pane (cosi' definisce il suo periodo lavorativo presso un'azienda triestina), in cui per molti anni "fu lavorato".
“le mie realtà personali-sono giorni tutti uguali-fratelli gemelli viscerali-un capo che spacca- il capello in quattro-un direttore che fa finta di non vedere-ma per vederci meglio-usa lenti a specchio-uno specchio rotondo-dove servi e ruffiani specchiano-le loro facce di bronzo”
“Pittore inediale, poeta espressionista-crepuscolare, scrittore di racconti non più in voga, vive e lavora a Trieste.” Così si presenta agli altri Ugo Pierri, che spesso fa sua la frase vangoghiana: “dicono di noi soltanto le nostre opere”.
Predilige i temi sociali, politici e religiosi. Ma è pure favolista e illustratore di fiabe. Varie le tecniche utilizzate: dall’olio alla tempera, all’acquarello, e tecniche miste, come nelle tavole in esposizione. Ha pubblicato romanzi, racconti e anche raccolte di versi.
Nella mostra ospitata al Teatro della Cooperativa l’autore traccia un “tetrallegro” ricordo della gabbia del pane (così definisce il suo periodo lavorativo presso un’azienda triestina), in cui per molti anni “fu lavorato”. L’acqua lo aiuta a trasportare ritratti e normali situazioni di civile convivenza.
Ufficio stampa:
Maurizia Leonelli
347.5544357
maurizia.leonelli@alice.it
Inaugurazione: 5 aprile 2014 ore 19.00
Teatro della Cooperativa
via Hermada, 8, Milano
Orari: da lunedì a venerdì: dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19
sabato: dalle 18 alle 20 – domenica: dalle 12 alle 18
Ingresso libero