Un progetto dedicato alle donne di Kabul: una serie di elaborazioni digitali realizzate dall'artista sulla base di fotografie analogiche scattate nella capitale afghana tra il 2002 e il 2005.
a cura di Paola Paleari
Galleria Tricromia ospita, per la prima volta presso i suoi spazi, una mostra di fotografia. La scelta di aprirsi a una diversa forma espressiva intende sposarsi alla vocazione tradizionalmente grafica della galleria; tale combinazione è magistralmente incarnata da Pino Settanni, artista sfaccettato e poliedrico che è stato definito “un pittore con la macchina fotografica”. Della vasta produzione del fotografo pugliese, Tricromia ha deciso di presentare il progetto dedicato alle donne di Kabul: una serie di elaborazioni digitali realizzate dall’artista stesso sulla base di fotografie analogiche scattate nella capitale afghana tra il 2002 e il 2005.
In questo lavoro, Settanni insiste sulle caratteristiche cromatiche e materiali del burqa, il capo d’abbigliamento tipico delle donne del luogo, amplificando le pieghe del tessuto in lunghe code e larghi vortici di colori. Grazie alla preziosa combinazione tra sensibilità artistica e sapienza tecnica, il fotografo riesce a scardinare la visione comune di questo elemento tradizionale - assunto a simbolo negativo della condizione femminile sotto il regime talebano - trasformandolo in un’esplosione di energia vitale.
La condanna all’invisibilità imposta dall’uomo viene ribaltata e la donna diventa assoluta protagonista dell’immagine: fiera erede delle antiche tradizioni, figlia della terra, del sole e del vento e a sua volta portatrice di vita. Negli stessi anni in cui i media ci restituivano solo immagini di soprusi e violenza, Settanni decide di non concentrarsi sulla guerra, operando una vera rivoluzione dello sguardo – e dunque del messaggio. Assumendosi il compito e la responsabilità di utilizzare l’arte quale reale strumento di salvezza, il fotografo cerca e trova la luce dove tutti vedono il buio e ci comunica in modo inequivocabile che la bellezza risiede negli occhi di guarda.
Biografia
Pino Settanni nasce a Grottaglie il 21 marzo 1949. L’amore per la fotografia comincia da ragazzo: a 16 anni compone il suo primo ritratto, una bellissima immagine di un collega con la figlia che vince premi e riconoscimenti e che si rivela essere la spinta per lasciare l’impiego presso la Italfer di Taranto e trasferirsi a Roma. È il 1973 e per Pino Settanni inizia la gavetta, fatta di ricerca, di esplorazione e di prime collaborazioni con i giornali. Due anni dopo conosce Monique Gregory, sua futura moglie, che possiede una galleria d’arte in via del Babbuino e lo inserisce nel mondo artistico: incontra in questo modo Renato Guttuso a cui propone di reinterpretare fotograficamente in bianco e nero la Sicilia alla quale lui si era ispirato per i suoi quadri. Il pittore accetta e rilancia: invita Settanni a diventare suo assistente e fotografo personale.
Nel 1986 partecipa al Mois de la Photo a Parigi, dove resta per un anno. Rientrando a Roma, affitta e trasforma una portineria di Via Ripetta in sala di posa, dove ritrae alcuni fra i più importanti personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo: Moravia, Fellini, Mastroianni, Baj, Wertmuller, Benigni, Troisi, Morricone, Leone, Manzù, Bolognini, Cucchi. Questa strepitosa raccolta di ritratti confluisce in un progetto di 77 immagini che venne esposto alla galleria Rondanini e pubblicato nel 1989.
Incline di natura alla sperimentazione, nel 1994 decide di produrre delle serie fotografiche ispirate ai Tarocchi e allo Zodiaco; quest’ultima viene acquistata dalla Maisone Européenne de la Photographie che gli commissiona L’Alfabeto dei francesi a Roma, interpretazione fotografica di professioni e protagonisti di nazionalità francese nella nostra capitale.
Dal 1998 al 2005, Pino Settanni fotografa città colpite dalla guerra come Mostar, Sarajevo, Kabul, realizzando sia immagini istituzionali che progetti personali. Da questa attività di reporter nasce una riflessione sulla condizione di questi popoli senza patria e soprattutto sulla condizione femminile che compone le sue ultime mostre. La lunga esperienza artistica è guidata dall’interesse instancabile per l’animo umano e per l’energia del colore e la sua inesauribile e sperimentale ricerca gli è valsa numerosi premi e riconoscimenti, tra cui il Pericle D’Oro per la Fotografia e il Premio Pisa per la Fotografia. Pino Settanni ci ha lasciato il 31 agosto 2010. E’ di prossima apertura il museo a lui dedicato presso il Palazzo Viceconte a Matera.
Opening giovedì 10 aprile 2014, dalle ore 18.00
Sarà presente Monique Gregory, moglie dell’artista
Galleria Tricromia
via della barchetta, 13 (via Giulia), Roma
Orari: dal martedì al venerdì 14.00 - 20.00 | sabato 10.00 - 19.00
Ingresso libero