Cio' che resta. Un gigantesco cranio, realizzato in tubo corrugato e ferro richiama l'idea del 'memento mori' accostato ad altre opere che paiono non avere diretti riferimenti all'allegoria sulla morte.
Ciò che resta è il titolo dell’ultimo grande lavoro di Paolo Grassino: un gigantesco cranio, realizzato in tubo corrugato e ferro. L’idea del“memento mori” sembra percorrere tutta la nuova mostra da Eduardo Secci, anche se le altre opere paiono non avere diretti riferimenti all’allegoria sulla morte,che è una delle costanti dell’arte occidentale da duemila anni a questa parte. Di fatto, si tratta di residui di fusione, di concrezioni metalliche, di “ciò che resta”, appunto, una volta che “ciò che conta” se n’è andato…
Il mondo ostile che Grassino ci ha abituato a considerare – si veda ad esempio la grande installazione “Analgesia” del 2012 – ritorna con uno dei tabù, forse l’ultimo, dell’Occidente: la morte. Uno sguardo per molti impaurito sulle realtà ultime dell’esistenza (ancora “ciò che resta”…), ma anche un’esortazione per quei pochi – stoici, credenti, o semplicemente forti - a considerare il cuore della vita e non solo il suo colorato contesto.
(dal testo in catalogo di Marco Meneguzzo)
Paolo Grassino (Torino 1967) vive e lavora a Torino, con le sue opere propone una riflessione sulle derive della società attuale, sospesa sul crinale tra naturale e artificiale, tra precarietà e mutazione. Il suo lavoro è sopratutto una ricerca che recupera in pieno il senso della manualità: lavorando con gomma sintetica, legno, polistirolo e cera ma anche con tecniche più avanzate quali fusioni in alluminio o calchi in cemento, porta le sue opere scultoree ad un alto grado di spettacolarità. Tra le esposizioni di maggior prestigio la recentissima presentazione dell’opera Madre, al MACRO di Roma e la partecipazione alla Quarta Biennale di Mosca (entrambe del 2011). Dello stesso anno la partecipazione a mostre in musei pubblici internazionali come il Frost Art Museum di Miami e il Loft Project ETAGI di San Pietroburgo. Del 2010 è la mostra antologica al Castello di Rivalta (TO) mentre l’anno precedente partecipa alla mostra Essential Experience al museo RISO di Palermo (2009). Nel 2008 fondamentale la mostra personale in Francia al Museo di Saint-Etienne e nello stesso anno l’invito alla XV Quadriennale d’Arte a Roma. Del 2005 è la grande installazione sulla facciata della Fondazione Palazzo Bricherasio a Torino, mentre nel 2000 la GAM di Torino gli dedica una mostra personale.
[Catalogo con testi di Marco Meneguzzo e Daniele Capra]
Inaugurazione 12 aprile 18-20
Eduardo Secci Contemporary
via Fra' Giovanni Angelico, 5r Firenze
mar-sab 10-13.30 e 15:30-19 e su appuntamento
ingresso libero