Opere dal 1930 al 1966. La mostra propone un ciclo di 32 opere di vario formato che accompagnano l'osservatore alla comprensione del "valore di liberazione del disegno e del colore..." (C. Malaparte, 1947).
a cura di Maurizio Siniscalco
L’esposizione è organizzata dall’Associazione Culturale ARTEAS in collaborazione con l’IVB – Instituto Vital Brazil di Rio de Janeiro e la UERJ – Universidade do Estado do Rio de Janeiro.
La mostra “opere dal 1930 al 1966” propone un ciclo di 32 opere di vario formato, in tempera su carta e olio su tela, che accompagnano l’osservatore alla comprensione del “valore di liberazione del disegno e del colore… educata alle prime esperienze astrattiste di Kandinsky attraverso Dufy, Delaunay, Klee e Mondrian” (C. Malaparte, 1947).
L’esposizione, accompagnata dall’elegante catalogo pubblicato da Massa Editore e a cura di Mario Franco, è stata già esposta nel 2008 al Museo della Casa Rossa di Anacapri in settembre e alla Reggia di Caserta in novembre.
«Dedicare oggi una mostra antologica a Raffaele Castello - scrive Mario Franco - significa non solo rendere omaggio ad un interessante pittore che partecipò ai fermenti delle avanguardie internazionali, anticipando soluzioni formali dell’astrattismo, ma anche all’ambiente culturale dell’isola di Capri nella prima metà del Novecento con i suoi eccezionali visitatori, da Otto Sohn-Rethel a Curzio Malaparte, da Enrico Prampolini ad Alberto Moravia, da Peyrefitte a Ungaretti.
“Che tempi erano quelli quando per la prima volta incontrai nella sua Capri, Raffaele Castello!” scriverà proprio Ungaretti, ricordando gli anni successivi alla prima guerra mondiale. Castello, nato nel 1905 a Capri, lasciò l’isola nel 1929 per studiare Belle Arti presso l’Accademia di Varsavia, dove incontrò Kandinsky, e poi si recò a Dusseldorf, frequentando i corsi di Paul Klee. A Parigi incontrò Mondrian e strinse amicizia con Prampolini. Tornato a Capri dopo l’avvento al potere di Hitler, entra in contatto con i futuristi e diviene amico di Malaparte e di Ungaretti.
Castello è stato un artista anomalo nel panorama italiano, attento alle realtà sperimentali, spesso colte nel loro momento aurorale, ma amorosamente nostalgico e fedele alla bellezza dell’isola di Capri alla quale non seppe rinunciare.
Capri si mostrava nella sua incredibile stratificazione di vite vissute e immaginate nella quale lavoravano, come ricorda Lea Vergine, “anarchici, socialisti, futuristi, poeti e ‘profeti’ russi e mitteleuropei in malattia e stravaganza”».
Castello in anni recenti è stato oggetto di una notevole riscoperta, dai contributi di Lea Vergine al bel volume di Antonella Basilico, alla ponderosa biografia dell'artista scritta dal fratello Giuseppe. Ora la mostra ideata da Maurizio Siniscalco, impreziosita da cinque opere provenienti dalla collezione di Giuseppe Morra (Napoli), ci restituisce il quadro di un'epoca piena di figure leggendarie che Castello, "indifeso poeta" ha attraversato senza rinunciare al legame profondo con la sua isola.
Con la partecipazione di IVB
Instituto Vital Brazil e UERJ
Universidade do Estado do Rio de Janeiro
Coordinamento generale di Marco Polito
Allestimento di Józef Czerw
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Inaugurazione: martedì 15 aprile, ore 19
Galleria Siniscalco
Via Carlo Poerio, 116 - Napoli