Dieci.due!
Milano
via Volvinio, 30 (passo carraio)
02 58306053
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Anna Lambardi
dal 1/5/2013 al 17/5/2013
mart-ven 16-19

Segnalato da

Anna Lambardi




 
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1/5/2013

Anna Lambardi

Dieci.due!, Milano

Mondi. Mondi esatti e persino maniacali nei singoli contorni e nei tratti grafici che li compongono, ma sfuggenti e sognanti per la saturnina bellezza degli infiniti luoghi possibili.


comunicato stampa

a cura di Maria Rosa Pividori

Ma la concisa attenzione data alle forme e alle maniere degli oggetti, è un sicuro rifugio.
Suoi fondamenti sono tutto il mondo, il suo amore è il placido Universo, sua ricchezza la vita.
(F. Pessoa, Una sola moltitudine, Odi, vol. II, Adelphi, Milano 1987)

Non so perché, ma quando ho visto i lavori di Anna Lambardi mi sono venuti in mente questi versi di Pessoa. Forse per quel suo stesso interrogarsi sulle cose, per quel suo segno così preciso nel registrare i dettagli più minuti, ma anche per quel suo dolce perdersi in orizzonti lontani e misteriosi. C'è una sorprendente affinità tra le parole di Pessoa e i segni di Anna, tra un'evocazione di cose fatte di nitidi confini e un'inafferrabile dimensione del cosmo, che impedisce di coglierlo fino in fondo, nonostante la ragione.

I Mondi che Anna Lambardi pensa e crea sono proprio così: esatti e persino maniacali nei singoli contorni e nei tratti grafici che li compongono, ma sfuggenti e sognanti per la saturnina bellezza degli infiniti luoghi possibili. In altre parole, due aspetti antitetici e contrapposti convivono: razionalità e sensibilità, che però si conciliano nella bellezza di orizzonti solcati da nuvole, abitati da uccelli e punteggiati da astri luminosi come scintille oppure neri come gli abissi. Il che mi fa pensare che, forse, lungo quegli orizzonti carichi di pathos aleggia anche un'anima vagamente schilleriana, quasi da Sturm und drang. E non è tutto. Spesso, su cirri e costellazioni si leggono scritte i cui messaggi restano arcani. Non sono alfabeti conosciuti, sono tracce di un idioma completamente inventato, ma dall'aria seria e sibillina. Sembrano nomi di stelle annotati, come si usava un tempo, su mappe astronomiche dalle coordinate empiriche oppure toponimi rinvenuti da zelanti cartografi nel corso di nuove esplorazioni. Di sicuro quelle iscrizioni conferiscono al tutto un aspetto rigoroso e autorevole, ma anche impenetrabile e trasognato.

Anna Lambardi è una viaggiatrice, circumnaviga il globo con gli occhi puntati appena sopra l'orizzonte, ma lo fa alla maniera di Salgari, usando l'immaginazione, i libri e le stampe dai quali trae ispirazione, ma anche materiale cartaceo con cui costruire gli arditi scorci. Dopo anni di lavoro certosino, di totale dedizione alla grafica e a un'abilità artigianale sorprendente (di cui padroneggiava ormai tutti i più sofisticati virtuosismi), Anna ha deciso di recidere quel cordone ombelicale preferendo alla matita e al pennello un approccio più meccanico e freddo attraverso stampe e elaborazioni computerizzate in total black and white. Il tentativo è quello di privare l'opera di una pericolosa narrazione artigianale, che per l'alta abilità acquisita andava a discapito del contenuto.

Il risultato è comunque sorprendente poiché le immagine che escono da questo bagno di modernità non indeboliscono il senso e lo stupore di quei mondi fantastici. Anzi, non dovendosi più occupare di un lungo e amanuense iter grafico, le opere acquistano un lato concettuale che non è da sottovalutare. Inoltre, sia nei collage (che trovo interessanti per la coesistenza di rigore e casualità, di forza narrativa e illusoria veridicità) che nelle stampe più pure, la bellezza di questa ricerca resta nel segreto, vagamente orientale, che sta oltre i segni e le forme. Quando, cioè, si scopre quel punto di non ritorno oltre il quale si cessa di vedere e si comincia a sognare.

Il resto passa, e teme la morte. non teme o soffre niente solo la visione chiara e inutile dell'Universo.
Essa basta a se stessa, niente pretende, se non l'orgoglio di veder sempre chiaro fino a cessar di vedere.
F. Pessoa

Testo critico di: Lorella Giudici

Inaugurazione: venerdì 2 maggio, ore 18

Dieci.due! international research contemporary art
Via Volvinio 30, Milano
Orario: da martedì a venerdì dalle 15.30 alle 19
Ingresso libero

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