Trasfigurazioni e frammentazioni. Avanzi continua la sua ricerca pittorica orientata alla 'trasfigurazione della forma' attraverso lo specchio come strumento di frammentazione e deformazione dell'immagine.
Paolo Avanzi continua la sua ricerca pittorica orientata alla “trasfigurazione della forma”, una trasformazione cioè della forma nella sua essenza figurativa, attraverso lo specchio come strumento di frammentazione e deformazione dell’immagine.
Nelle opere dal 2013 ad oggi la “trasfigurazione” si compie secondo linee geometriche, come nel periodo iniziale avviato su questo filone; a differenza però delle opere precedenti in queste ultime il fattore distorsivo, all’interno del singolo frammento, è accentuato da una tensione quasi istintiva e gestuale. La razionalità dell’insieme (scomposto in una logica architettura) cede il passo all’impulso di scombinare la micro immagine (del singolo tassello) obbedendo ad una esigenza di ritorno all’informale, che è quello che aveva caratterizzato la iniziale produzione polimaterica dell’artista. In ciò ci sembra di leggere il tentativo di trovare un connubio fra razionalità (esteriore) e irrazionalità (interiore), fra logica (del generale) e instintualità (nel particolare).
Al di là di questa interpretazione estetica, è comunque sempre percepibile in Paolo Avanzi la volontà di cogliere una molteplicità di prospettive non solo visuali ma anche psicologiche nel soggetto rappresentato, e questa valenza psicologica la si può riscontrare anche nel particolare inanimato dello sfondo, sia esso oggetto di arredamento o scorcio di paese, come a voler ricreare una dimensione di esistenza autonoma anche per gli aspetti che fanno da corollario alla figura umana.
Come si può notare dalle opere in esposizione (che coprono il periodo dal 2006 ad oggi), emerge l’impronta inconfondibile dell’autore pur nella relativa variabilità delle operazioni di frammentazione e distorsione dell’immagine che hanno caratterizzato l’evoluzione dell’artista in questi anni.
Un’ultima considerazione, più generale, riguarda ciò che l’artista vede nella pittura, e senza il timore di essere banali, si potrebbe dire “un mezzo di espressione”, così come lo è la scrittura e la musica. Alla base dell’approccio di Paolo Avanzi con l’arte c’è questa voglia di mettersi in gioco, che si concretizza in una apertura alle più svariate espressioni dalla musica alla letteratura.
Ed è questa voglia di mettersi in gioco che lo ha portato cimentarsi nella produzione di romanzi e racconti e poesie che hanno riscosso apprezzamento di pubblico e di critica. Da citare a questo proposito le sillogi di poesie “Confessioni apocrife” e “Punti di vita diversi” e il recente monologo teatrale (edito da The Writer – Milano) “Penultimo atto di Manlio Z.” che sarà presentato durante il periodo espositivo.
Franca Doriguzzi
Inaugurazione 3 maggio
Spazio Intelvi 11
via Valle Intelvi, 8 Dizzasco (CO)
16-19, sab e su appuntamento
Ingresso libero