Codici trascendentali. Rava' dal 1998 ha avviato una ricerca inerente le correnti mistiche dell'ebraismo proponendo un nuovo approccio simbolico attraverso le infinite possibilita' combinatorie dei numeri.
a cura di Maria Luisa Trevisan e Sirio Luginbühl
Giovedì 15 maggio, dalle ore 18.30, la Ermanno Tedeschi Gallery di Roma ospita la mostra di Tobia Ravà dal
titolo Codici Trascendentali. Questo è il terzo appuntamento di un progetto itinerante che ha visto la mostra
prima a Padova, nel Centro culturale Altinate San Gaetano, e poi alla Ermanno Tedeschi Gallery di Tel Aviv, in
Israele.
Tobia Ravà, dopo aver sperimentato molti percorsi creativi inerenti al rapporto arte e scienza, dal 1998 ha
avviato una ricerca inerente le correnti mistiche dell’ebraismo: dalla kabbalah al chassidismo, proponendo un
nuovo approccio simbolico attraverso le infinite possibilità combinatorie dei numeri. La sua ricerca non si deve
intendere affatto come riduzione del mistico all'esoterico, ma come visualizzazione di una profonda
consapevolezza che la mistica è, secondo la definizione di Platone e nel suo senso originario e autentico,
saggezza e conoscenza di ciò che è universale.
In mostra saranno presentati i lavori più recenti di Tobia Ravà, realizzati con tecniche e materiali eterogenei: dai
lavori su alluminio specchiante alle sculture in bronzo, dai dipinti su raso ai light box. Si tratta di lavori che
riportano elementi archetipali della cultura ebraica e si sviluppano attraverso sequenze numeriche riferite ad un
linguaggio cosmologico universale che si basa sui concetti della kabbalah. Partendo da studiosi di mistica
come Itzachq Luria, l’artista prende in considerazione alcune parole chiave del nostro linguaggio di cui spesso
non si percepisce più, o non si riconosce, il significato più profondo. Illustrandone il loro uso nella tradizione
mistica, Ravà indica la possibilità di percorrere in prima persona il cammino dell’interiorità, dimostrando così
che la mistica è di tutti ed è capace di attraversare epoche e culture diverse.
Sia le composizioni architettoniche, sia quelle a soggetto naturalistico si legano strettamente al contesto
culturale italiano. Le opere sono costruite con un fitto tracciato di numeri e concetti fondamentali della cultura
ebraica, concernenti l’etica e la riqualificazione dell’uomo e dell’ambiente, attraverso un processo di
permutazione (ghematrià). Anche le ultime sperimentazioni dell’artista, che riprendono una tecnica
antichissima quale la fusione in bronzo a cera persa, si collegano alla tradizione del bronzetto e suggellano
una particolare unione tra capacità tecnica e contenuto, nonché l’estensione di questo suo particolare
linguaggio ad oggetti e a superfici in alluminio, con cui il fruitore può interagire, specchiarsi ed immergersi
totalmente.
Tobia Ravà (Padova, 1959), lavora a Venezia e a Mirano. Ha frequentato la Scuola Internazionale di Grafica di Venezia
ed Urbino. Si è laureato in Semiologia delle Arti all’Università di Bologna, dove è stato allievo di Umberto Eco, Renato
Barilli, Omar Calabrese e Flavio Caroli. Ha iniziato a dipingere nel 1971 ed espone dal 1977 in mostre personali e
collettive in Italia, Belgio, Croazia, Francia, Germania, Spagna, Brasile, Argentina, Cina, Israele, Giappone, Stati Uniti.
È presente in collezioni sia private che pubbliche, in Europa, Stati Uniti, America Latina e in Estremo Oriente. Dal
1988 si occupa di iconografia ebraica. Dal 1999 ha avviato un ciclo di conferenze, invitato da università e istituti
superiori d’arte, sulla sua attività nel contesto della cultura ebraica, della logica matematica e dell’arte
contemporanea. Nel 2010 un suo lavoro è stato donato al Papa Benedetto XVI dal Rabbino Capo della Comunità
Ebraica di Roma.
Inaugurazione: giovedì 15 maggio, dalle ore 18.30
Ermanno Tedeschi Gallery
via Pomba 14 – 10123 Torino
Orari: martedí - sabato 11:00 - 13:00 e 15:30 - 19:30
Ingresso libero