Rassegna di sculture che vanno dalla Dinastia Han all'epoca Ming, accompagnate da alcuni dipinti del periodo Qing
Ma dao cheng gong e' una frase dell'antica tradizione cinese che augurava prosperita' e benessere con l'arrivo dell'anno del Cavallo; da qui l'occasione di presentare una rassegna di sculture che vanno dalla Dinastia Han (II sec. a.C.) all'epoca Ming (XVII sec d.C.), accompagnate da alcuni dipinti del periodo Qing (XVIII-XIX sec). Il Cavallo, vitale, potente, energico, impulsivo e vagamente testardo, con lo sguardo fiero di chi non ha padroni se non la liberta', e' il settimo segno dello zodiaco cinese; con il drago e' l'animale piu' simbolico perche' l'unico in grado di volare per trasportare l'uomo verso l'immortalita'. Dal regno dell'Imperatore Wudi, che importo' la famosa razza persiana che 'sudava sangue' e per la quale si mitizzava una discendenza celeste, i cavalli divennero uno status symbol tanto che nelle tombe di nobili e generali sono state ritrovate molte statuette in terracotta e bronzo di imponenti cavalli con le narici dilatate, le orecchie tese, i colli forti e le zampe robuste, poi destrieri eleganti come quelli da parata delle sei Dinastie, altri pieni di fascino come i cavalli danzanti di epoca Tang. Durante l'Impero di mezzo il corredo funebre si arricchi' di bronzi, giade e terrecotte, delineando, in seguito al loro ritrovamento, i contorni, gli usi, le abitudini, i gusti e i fasti della vita di corte, dei dignitari e dei nobili. Come disse Kenneth Clark: I cavalli abitano i due mondi dell'immaginazione umana. Uno e' il mondo ordinato della vita quotidiana dove essi sono al servizio degli uomini, rispettati e ammirati, ma comunque sottomessi. L'altro e' il mondo della bellezza e dell'energia dove il cavallo e' una forza della natura ribelle e selvaggia.