Tu mi sopporti ancora? Dalla nostalgia per quel mondo ormai al tramonto sono emerse figure bizzarre di animali umanizzati, volti stilizzati, colori naturali legati all'amore per la terra.
a cura di Chiara Adele De Michele
Cesare Viottini e Lorenzo Filardi si conoscono quattro anni fa al Primo Liceo Artistico. Insegnante e studente, maestro e allievo, sviluppano una collaborazione artistica che ben incarna l’Arte Plurale, che da vent’anni ha in Torino uno dei suoi centri più rappresentativi.
Cesare Viottini ha studiato grafica presso l’istituto Bodoni di Torino, città nella quale vive e lavora, ma fin da giovane ha sperimentato la pittura, soprattutto ad olio, per fermare sulla tela le immagini di quel mondo contadino che viveva durante le estati, negli anni Settanta, nella casa di famiglia a Cortazzone nel Monferrato, e che sentiva sfuggirgli.
Dalla nostalgia per quel mondo ormai al tramonto sono emerse, negli anni, figure bizzarre di animali umanizzati, volti stilizzati, colori naturali legati all’amore per la terra.
Sono questi i personaggi che hanno incontrato, al Primo Liceo Artistico, le figure “espressioniste” di Lorenzo Filardi.
Lorenzo Filardi è un artista irregolare che vive con intensità il rapporto con il mondo esterno. Rifinisce e cura il suo efficace lavoro grafico con un uso espressivo e fortemente suggestivo del colore. Ha una incredibile capacità di “fermare” con estrema rapidità l’immagine oggetto della sua osservazione, non solo nella sua completezza ed essenzialità, ma cogliendo particolari che vengono “estratti” e sviluppati, ingranditi. Da un fotogramma captato e fissato è in grado, attraverso un’impressione retinica infallibile, come su una pellicola fotografica, di trasformare la sua osservazione rapinosa in una immagine dove la restituzione dell’atto percettivo è completezza e ricchezza di particolari. Le sue figure richiamano l’espressionismo in generale e il muralismo messicano degli anni Quaranta in particolare, proprio per la forza dirompente delle immagini.
Gli artisti “irregolari”, appartenenti ad aree espressive che hanno diverse definizioni – outsider, borderline, arte dei margini, della diversità… - hanno maggior facilità comunicativa con la pratica del disegno, del modellato, della scultura assemblagista ottenuta con materiali poveri, di recupero, “avanzi” raccolti dalla strada, da accumuli di rifiuti, riciclati e reinterpretati, piuttosto che con la parola.
Forse la definizione che più ritengo adatta è quella di “arte sorgiva”, nel senso di una creatività primordiale, spontanea, proiezione dell’io interno e incondizionato, un flusso vitale naturale come lo sgorgare dell’acqua dalla terra, dall’ alma tellus, fonte di vita, nutrimento della natura. La sorgente è il momento aurorale del rigagnolo e del corso dell’acqua; non deve ancora adeguarsi ad un percorso e la sua “anima” è totalmente libera da condizionamenti.
Gli artisti irregolari sono spiriti liberi, autoreferenziali, che producono le loro opere senza fini “estetici”, senza la ricerca di conferma o di giudizio, in forma non meditata ma “automatica”.
Inaugurazione: venerdì 16 maggio, ore 18.30
Garignani Belle Arti
via Vanchiglia, 16/d - Torino
Apertura: lunedì 15.30 -19.30, martedì/venerdì 9.30-13.00 e 15.30-19.00
Ingresso libero