Dipinti aborigeni contemporanei. 20 opere di natii dall'Australia indigena, molte delle quali provenienti dalla collezione di Anne de Wall.
La Galleria ISARTE prosegue nella sua ricerca di prospettive inedite nella lettura dell’arte contemporanea. Dopo la mostra dello scorso marzo dedicata agli artisti brut e outsider, che ha ricevuto un’eccezionale risposta da parte del pubblico e della stampa, la galleria milanese continua il suo programma con una mostra dedicata alla grande pittura aborigena.
Questo straordinario movimento artistico, fra i più interessanti degli ultimi decenni, continua a stupire per la sua inesauribile vitalità. Le crescenti acquisizioni dei musei e le grandi mostre tenute nelle maggiori capitali dell’arte (come la recente Australia alla Royal Academy di Londra, chiusa alla fine del 2013) ne confermano la costante ascesa.
In Italia e a Milano la Galleria ISARTE è un punto di riferimento del settore. A partire dal 2006, ha organizzato con successo diverse esposizioni dedicate a questo importante e ancora non abbastanza conosciuto settore dell’arte contemporanea. La filosofia di ISARTE è di puntare sulla qualità per contrastare la tendenza, purtroppo diffusa anche in Italia, a presentare questa forma d’arte attraverso la sua produzione “turistica” o minore.
I COLORI DEL DESERTO 2, che seguita sulla strada di ricerca e esposizione iniziata un anno fa, presenta un’accurata selezione di circa venti dipinti di qualità di natii dall’Australia indigena. Quasi tutte le opere sono esposte in Italia per la prima volta e per la maggior parte provengono dalla prestigiosa collezione di Anne de Wall, co-fondatrice del Museo di arte contemporanea aborigena di Utrecht (AAMU), uno dei più importanti in Europa.
Le opere presentate da ISARTE sono state eseguite tra la fine degli anni ottanta e il 2013 da una quindicina di artisti indigeni appartenenti a diverse comunità, fra cui Lajamanu, Yuendumu, Papunya, Kintore e Kanpi.
Oltre ai dipinti su tela nella mostra I COLORI DEL DESERTO 2 sono presenti anche opere di David Murruwarrda e Namyal Bopirri eseguite su corteccia di eucalipto.
Tutti i lavori mostrano una grande varietà di forme, colori e invenzioni, pur rimanendo all’interno di una visione comune del mondo; anche se possono sembrare astratte e vicine all’arte astratta occidentale, in realtà la maggior parte di queste opere si riferiscono a miti ancestrali e rappresentati mediante una sorta di stenografia visiva.
Mentre i dipinti su tela o su corteccia a base di ocre delle regioni del nord sono contraddistinti dal rigore stilistico e dall’uso di colori severi e più tradizionali, quelle ad acrilico eseguite nel Deserto centrale si distinguono per i colori brillanti, l’uso dei tipici “puntini” e per un accento quasi espressionistico.
Fra gli artisti presenti dal 22 maggio al 5 giugno da ISARTE è importante ricordare la presenza di nomi noti in ambito internazionale e già storicizzati come Ronnie Tjampitjinpa, Maureeen Baker, George Ward Tjungurrayi, Dorothy Napangardi, Ningura Napurrula, Lorna Brown Napanangka, Thomas Tjapaltjarri.
Fra i dipinti più interessanti esposti nella mostra citiamo Woman Cooking Sweet Damper (1989) e Tingari Cycle (2000) di Ronnie Tjampitjinpa, Salt on the Mina Mina di Dorothy Napangardi (2002), Tingari-Lake Mc Donald di George Ward Tjungurrayi (2013), Tingari di Thomas Tjapaltjarri (2013) e Senza titolo di Lorna Brown Napanangka (2004).
Tutte le opere sono provviste di certificato di provenienza.
Inaugurazione 22 maggio ore 18
Isarte
corso Garibaldi, 2 Milano
mar-sab 11-13 e 15-19
Ingresso libero