Galerie Nota Bene
Geneve
Place de la Synagogue
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ZERO-ZERO
dal 2/2/2000 al 3/3/2000
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Segnalato da

Massimo Catalani



 
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2/2/2000

ZERO-ZERO

Galerie Nota Bene, Geneve


comunicato stampa

Pitture e una scultura di Massimo Catalani.
L'uno diventa due e il nove diventa zero.

Prodotti mediterranei, frutta e verdura col marchio doc. italiano; un doppio filo tiene insieme tutti i dipinti di Massimo
Catalani e li rende immediatamente riconoscibili. Da un parte il materiale utilizzato, la sabbia e dall'altro i soggetti
raffigurati, tanta frutta e verdura da primato, per dimensione e qualità. I quadri di Massimo Catalani, ci piace
chiamarli quadri, sono in realtà superfici di legno su cui viene steso, con la spatola, un magma di sabbia, fina o
grossa, bruna o nera o rosata, proveniente dai luoghi più disparati; spiagge africane, isole tropicali o dune di casa
nostra. Già il materiale avrebbe molto da raccontare; la sua provenienza, chi lo ha portato fino allo studio dell'artista,
tanti ricordi legati a quei pugni di sabbia. Andando indietro nel tempo, sarebbe interessante scoprire l'età della
sabbia e le sue componenti geologiche. Già, curioso, ma anche la sabbia, quei milioni di grani di sabbia che si
affollano sulla superficie, hanno una lunga lunghissima storia che però passa in secondo piano. Perché l'artista
spesso, colora quei milioni, forse miliardi di granelli e ci fa dimenticare che si tratta di sabbia, la stessa che
calpestiamo quando siamo su una spiaggia e che ci scrolliamo di dosso, con fastidio, quando ci rimettiamo le
scarpe. Proprio quella sabbia si addensa sulle superfici di legno e da vita ad affascinanti composizioni, si lascia
trasformare e assume altri significati ma sotto sotto è sempre sabbia, morbida, fastidiosa e seducente sabbia.
Massimo la manipola, la mescola, la colora, sperimenta con essa soluzioni di grande effetto e alla fine di un breve
processo di traformazione eccoci in un altro mondo. Come Alice nel paese delle meraviglie ci troviamo di fronte
qualcosa di completamente diverso. Siamo entrati in un universo che è insieme colto e schietto, ingenuo e raffinato,
insomma ci sentiamo attratti da qualcosa che conosciamo ma che è al tempo stesso distante da noi. Le forme sono
quelle quotidiane esposte sui banchi dei mercati: pomodori rossi sammarzano o pachino, zucche gialle , una da
tavola o zibibbo, peperoncini piccanti, fichi d'india, cipolle rosate, verze e carciofi . Una grande varietà di frutta e
verdura e di piatti saporiti e invitanti , spesso ingigantiti come se un mago li avesse toccati con la bacchetta magica
è fatti crescere a dismusura . Questo particolare ci affascina e ci intriga: sarà frutto di una magia o di manipolazione
genetica? Di questi tempi non si può mai dire. Dopo il primo dubbio andiamo avanti e ci lasciamo sedurre dalla
tattilità dei quadri. Nell'era del virtuale infatti è bello poter toccare superfici ruvide e aspre, sentire sotto le dita
qualcosa che fa resistenza ed e poroso e increspato, perché ci ricorda le scoperte fatte con le mani, le prime
esperienze tattili avute da bambini quando tutto è sorpresa e scoperta. E in fondo, se la bellezza dei quadri di
Massimo risiede nella loro immediatezza, nella riconoscibilità del soggetto e nel ricordarci qualcosa di antico e di
quotidiano, la loro forza sta proprio nella materia, quella sabbia antica di milioni di anni che ora ci troviamo a
toccare pieni di stupore. Sembra strano ma ormai quando passeggio su una spiaggia o gioco con la sabbia
penso ai quadri di Massimo, e viceversa, le sabbie di Massimo mi riportano alla natura.
Ed è bello che un opera d'arte ci faccia pensare alla natura e al gioco; due parole chiave , due stati d'animo che ci
riconducono a sensazioni di piacevolezza, benessere, felicità e gioia. E cosa altro vogliamo da legno, sabbia e
colore?
Marco Bartolucci

Galerie Nota Bene
Ginevra, Place de la Synagogue
ore 18,00

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