Spazio Pedraglio
Como
piazza Alessandro Volta, 48
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Pablo Bermudez
dal 21/5/2014 al 21/6/2014
lun-ven ore 15.30-19 o su appuntamento

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Pablo Bermudez



 
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21/5/2014

Pablo Bermudez

Spazio Pedraglio, Como

Senza Fiato. "Nel caso delle opere in mostra e' chiaro che, in luogo dei tubetti di tinte a olio, c'e' un altro materiale cromatico costituito dalle pagine delle riviste glamour...".


comunicato stampa

“Un sabotaggio creativo”

Non sempre le creazioni di un artista hanno bisogno di essere classificate, cioè ricondotte a un preciso genere espressivo, per essere comprese. Se però dovessi definire quelle di Pablo Bermudez non esiterei a considerarle delle opere pittoriche. Sì, mi sto proprio riferendo ai lavori realizzati con pagine di riviste impilate o confezionate sottovuoto, e se vi state chiedendo dov’è la pittura devo rispondere che in esse effettivamente non c’è, perché al suo posto c’è invece “la pittorica”. La pittura pura, la cara, vecchia pittura, alla quale anch’io sono tanto affezionato, per buona parte degli artisti della generazione di Pablo ha ceduto il posto a una sua estensione, a una sorta di applicazione dei suoi modelli compositivi a immagini fotografiche, elaborazioni digitali, assemblaggi di materiale massmediatico …

Nel caso delle opere in mostra è chiaro che, in luogo dei tubetti di tinte a olio, c’è un altro materiale cromatico costituito dalle pagine delle riviste glamour, ma l’esito dell’utilizzo di questo materiale è pur sempre un effetto-dipinto, una superficie in cui la centralità della figura e la potenzialità del colore (accentuata dalle increspature, dai rigurgiti della carta) si impongono allo sguardo dell’osservatore. Credo si tratti di un indizio da non sottovalutare: il suo significato sta forse in una diffusa consapevolezza che, per gli artisti oggi ventenni (e non solo), gli elementi-base del processo creativo sono forniti dal mondo dei media e corrispondono a immagini-base riconoscibili più o meno da tutti. Le pubblicità di moda sulle quali agisce Pablo non solo appartengono ormai da decenni al nostro immaginario collettivo, ma sono state persino elevate a modelli di un canone di bellezza quasi sacralizzato.

Si comprende così, penso, l’azione iconoclasta da cui scaturiscono queste opere: un’azione, peraltro, che lacera e soffoca le pagine pubblicitarie, ma non le distrugge, semmai le sabota, ne intralcia il meccanismo comunicativo. I volti e gli oggetti patinati, ritoccati, scontornati e omologati che si affacciano da qualsiasi supporto massmediatico ci stanno sommergendo sino a lasciarci davvero senza fiato: vale allora la pena di andare a vedere cosa c’è sotto, come fa letteralmente Pablo, di squarciare il velo di questa bellezza plastificata, oppure, all’opposto, di esasperarne l’artificiosità, di plastificarla del tutto per focalizzare il suo fascino asettico e conturbante. In entrambi i casi non si tratta di un atteggiamento di difesa, ma semmai di una possibilità di rilanciare, di rapportare ciò che è mediatico a ciò che è pittorico (e possibilmente poetico), di trasformare il volto tanto perfetto quanto disincarnato e inespressivo di una modella in un’opera pittorica e materica allo stesso tempo.
Roberto Borghi

Inaugurazione 22 maggio ore 18.30

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piazza Alessandro Volta, 48 Como

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